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Vivere il tempo (110812)

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on . Postato in Depressione | Letto 374 volte

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Piera 21

Gentili dottori, mi chiamo Piera, ho 21 anni e studio all'università. Ho una buona vita sociale, due genitori che mi vogliono bene, che mi mantengono agli studi e con cui non vivo più (evitando così i quotidiani litigi) perchè sono una studentessa fuori sede. Vi scrivo un pò dubbiosa riguardo all'effettiva entità del mio "problema", che più che tale infatti, mi sembra essere ormai un aspetto radicato della mia personalità, con cui mi sono rassegnata a convivere, ma non ad accettare. Ecco, dopo varie ipotesi che nelle mie crisi autoanalitiche ho sempre cercato di formulare, sono giunta alla mera, semplice conclusione per cui io non so vivere il tempo. Innanzitutto, non riesco per nulla a gestirmelo ed ho seri, tragicomici problemi con ritardi e scadenze, da quelli più stupidi a quelli più importanti, ma ciò che è peggio, è che non riesco a godere al massimo delle situazioni nel presente: ne colgo solo la superficie, le sento come provvisorie, non mie, me ne assento, per poi rimpiangere di non averle ben vissute quando poi sono passate. Mi sembra che il tempo si prenda gioco di me, che mi releghi in una dimensione dove ogni attimo non viene vissuto come presente, ma perso come già passato. Non sono sempre triste, anche se mi capita di diventarlo anche in maniera repentina, del tutto inaspettata, nel bel mezzo delle situazioni più disparate. Non riesco a sorprendermi più, nel senso più genuino e se vogliamo anche poetico della parola, sono in preda ad un'atarassia la cui presenza, seppur sottilissima ed impercettibile, non posso eludere. La mattina, quando mi alzo, mi chiedo il perchè, la parte più bella della giornata è quella di andare a letto,e questo mi spaventa tantissimo.. non ho sogni ben precisi, non ho prospettive definite o speranze, se non quella piuttosto vaga di raggiungere quella serenità che non ho e di riuscire ad ottenere, in futuro, qualcosa per cui sentirmi soddisfatta di me stessa. E la venuta di un amore, tanto affannosamente cercato e non trovato ancora, che mi faccia volar via, che mi salvi da questo perenne torpore, se di questo si tratta. Ora, mi trovo in Erasmus in Inghilterra, un'esperienza dove tutto è fuori dall'ordinario, in cui ho deciso di imbarcarmi sia per motivi "accademici", sia per mettermi alla prova, per cercar di dare una scrollata a me stessa, ma i risultati finora non sono molto soddisfacenti, la sfida con le scadenze e i tempi inglesi, così precisi e rigorosi, mi vede ancora una volta perdente, la concentrazione è poca, le cose da fare tante e anche le nuvole britanniche stillano scintille di vita, ma all'ombra di questo mio perenne cruccio, io non riesco a coglierne che il loro pallido riflesso sulla pelle. Non riuscire a cogliere non solo il bello delle cose, ma le cose stesse non so se sia solo un aspetto della mia personalità o un'effettiva questione da affrontare. Vi sarei veramente grata se poteste fornirmi un vostro parere. Grazie mille, Piera.

Cara Piera, come hai ben constatato non basta andare lontano perchè le parti di noi che ci tormentano ci seguono senza problemi! Io non credo che sia una caratteristica radicata della tua personalità questa incapacità a non "vivere il tempo in modo adeguato" come tu lo segnali e non è certo tutta sfortuna. Penso che potrebbe esserci un gioco di cause-effetto così grande o con origini tanto distanti (non solo temporalmente eh, anche nel senso di contenuti) che potrebbe spiegare il tutto e dargli pure un senso logico. Ti consiglio di smettere con l'autoanalisi perchè non è scientificamente provato che possa aiutarti in questo momento, ma una buona terapia cognitivo-comportamentale sì! Comincia intanto a riflettere su quello che ti ho scritto, cerca di ripercorrere a partire dalla conseguenze, tutte ciò che hai fatto ed in quale situazione (sia fisica che mentale!), cerca dei nessi... almeno se vuoi proprio autoanalizzare lo fai su qualcosa di concreto che abbia un certo senso. Quando torni a casa, se non è cambiato niente, io valuterei seriamente di andare da uno psicologo. Insomma hai 21 anni e senti che non riesci a goderti la vita, direi che è abbastanza per cercare un cambiamento!

(risponde la Dott.ssa Sara Ginanneschi)

 

Pubblicato in data 4/04/08

 

 

 

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