Ansia da cannabis (162211)
Francesco, 26
Gentile Dottore,
qualche mese fa verso dicembre ho fumato con dei tizi (colleghi di università che non ho più voglia di rivedere) una canna, ed ho avuto una brutta reazione.
Non era la prima volta(sicuramente sarà l'ultima) da premettere che non faccio uso di queste sostanze abitualmente questa sarà stata la terza volta. I giorni seguenti al fatto avevo spesso il battito accelerato la pressione abbastanza alta,vertigini,fitte al petto e un nodo alla gola,avevo la sensazione (ed ho tutt'ora) che ci fosse qualcosa che non va.
E' come se la reazione di "sballo" che si ha quando si fuma persistesse e fin da
subito ho avuto come la sensazione angosciosa che tale stato non
finisca di cessare.
Spesso non riesco a stare in luoghi affollati, spazi
aperti,
dove ci sono luci forti,anche uscire di casa è diventato un problema,
insomma non riesco a fare le cose come facevo poco tempo fa. Adesso
magari non ci sono più le palpitazioni ne le vertigini tranne in alcuni
momenti, quelli descritti in precedenza(lughi affollati etc..)però le
fitte è il nodo alla gola si, continuo a non sentirmi bene. Spesso la
mattina mi sveglio sperando che stia bene ma non è così, non so se è
stato un bene o un male cercare di documentarmi su internet(
sicuramente
è stato un male) ho trovato parecchie informazioni che alimentano la
mia
presunta ansia o non so cos'altro e continuo a disperarmi.
Purtroppo
sono un tipo piuttosto introverso e solitamente non mi apro con le
persone( in primis con i miei genitori) e spesso i problemi me li tengo
per me, in questa occasione invece ne ho parlato anche con fin troppe
persone( tutte di cui mi fido) anche con il mio medico di famiglia, il
quale mi ha consigliato una visita psichiatrica e lo psichiatra mi ha
detto di far passare un pò di tempo e che se tutto non dovesse tornare
"normale" di rivolgermi ad uno psicologo. Ho prenotato una
visita
tramite la ASL ed mi hanno fissato un'appuntamento per i primi di
marzo,
però l'attesa per me è un pò snervante quindi chiedo un consulto
anche a
lei.
Credo che sia tutto e mi scusi se per caso non sono stato chiaro,
grazie anticipatamente per un'eventuale risposta.
Caro Francesco,
non deve essere affatto facile continuare a vivere tutte quelle situazioni emotive e sociali, che ci ha descritto.
Del resto, quando si assume una sostanza per cambiare "stato" si ha la convinzione che poi passi, che sia tutto temporaneo. Nel suo caso non è stato così e questo deve essere oltremodo angosciante, un incubo. E la sua più grande domanda deve essere: passerà mai?
Comprendo bene!
Sicuramente non è la prima persona a cui capita questo, succede abbastanza frequentemente che una sostanza psicoattiva, che sia i cannabioli, hashish, cocaina o altro, crei una condizione prolungata di alterazione psicofisica, che scateni una serie di reazioni, spesso caratterizzate da ansia estrema, talvolta più acuta, talvolta più cronica.
Quello che succede è che si slatentizza una condizione sottostante, quindi che emerge uno stato di disagio già presente, ma non così esplicito. Ed il fatto che abbia già fatto uso in passato, senza ricevere quest'effetto, è determinato dal fatto che probabilmente l'ultima volta si è trovato in una condizione di vita maggiormente stressante, pesante, ansiogena, e/o che le persone con cui ha fumato la "canna", abbiano creato per una serie di motivi, una serie di ansie aggiuntive, che l'abbiano reso più instabile.
Forse, per una serie di cose messe insieme si è scatenata una grande confusione, che ha reso difficile gestire l'emotività conseguente, con tutto ciò che ne consegue.
Il fatto di aver già visto uno psichiatrico e di aver avuto tale risposta è già incoraggiante.
Comprendo che sia affaticato e angosciato, ma probabilmente deve guardare meglio la sua vita, capire in che periodo sta vivendo, cosa le capita, che cosa ha rappresentato quella canna.
Forse, si tratta di un segnale, della necessità di mettere a posto un po' di cose della sua esistenza, fino ad oggi sottovalutate. E come tale deve prendere la palla al balzo, cogliere l'occasione di lavorarci insieme al collega psicologo/a con cui ha appuntamento.
Mi sembra che sia essenziale capire, mettere in ordine, dare un significato e un luogo.Vedrà che ci saranno sicuramente dei motivi per cui lei si sente così, come tale anche delle risposte e delle risoluzioni.Sicuramente richiede un po' di tempo e di energia da parte sua. Non si scoraggi però, se lo desidera starà sicuramente meglio!
(Risponde il Dott.ssa Costantini Sabrina)
Pubblicato in data 07/03/2013