Depressione per il gioco ed altro (155351)
Buongiorno,
premetto subito che non mi e' stato possibile
fare una donazione.
Scrivo per mio fratello 46enne, da sempre giocatore del lotto, calcio e
cavalli.
Mio fratello lavora da poliziotto e guadagna 1600 euro al mese.
Negli ultimi dieci anni, da quando si è separato (fidanzamento
lungo,matrimonio inesistente durato 8 mesi) viveva con mia mamma
nelle case popolari. Mio papà, anche lui giocatore accanito di tutto, è'
morto nel '95. Mia mamma (una santa donna) ha lottato con tutte le sue
forze con mio padre e non ce l'ha fatta. Ha lottato con tutte le sue
forze per aiutare mio fratello, che le rubava i soldi della pensione (500
al mese) , lo copriva e mi diceva che andava tutto bene. Ha un sacco
di debiti (1/5 dello stipendio con la banca, findomestic, ecc..)
insomma vive per ora con 800 euro (fino al 2014).
Mia mamma è morta il 19/2 di quest'anno di leucemia. Un dolore grande, immenso per lui, per me e l'altro fratello, che abbiamo costruito con
sacrifici una vita normale.
Ora,
mio fratello è cosciente che ci dà dolore ogni volta che, dopo aver perso
tutto, viene sotto casa a elemosinare e a farsi vedere piangere (io ho
due meravigliose bimbe di 3 e 7 anni che cerco di proteggere
da queste scene)
però dice che non ce la fà. lui si sente una nullità, spesso pensa
di suicidarsi, io non ce la faccio più. Ho paura di perdere la mia
famiglia.
Lo assecondo, lo sgrido. Lo aiuto economicamente poco, cerco di
fargli compagnia quando, lavoro,casa e bimbe lo permettono, ma non
sono un robot! Anch'io ho perso la mamma e circa due mesi fa ho avuto
la mononucleosi e mi sono debilitata.
Chiedo un consiglio, un aiuto,sono stufa e anche l'altro fratello è
uguale a me e no abbiamo le possibilita' economiche. Cosa possiamo fare?
Grazie.
Cara Norma,
comprendo quanto sia debilitata, sfinita e anche demotivata.
Ci sono tanti lutti da elaborare, quello dei genitori, soprattutto il recentissimo lutto di vostra madre, morta di "sfinimento" anche del corpo, quello di una famiglia che si sta sgretolando, quello di sé stessa e dei propri limiti, forse anche il lutto riguardo al futuro. Mi pare che il gioco e la dipendenza da esso, stia ipotecando non solo stipendi e beni, ma anche e soprattutto il futuro!
Lei ha perso le speranze, la fiducia, i legami e non sa più cosa fare.
E suo fratello ha perso da tempo la fiducia e ha ipotecato anche concretamente il suo futuro e tenta di farlo anche col vostro, quello suo e di vostro fratello.
Ma la rabbia dov'è? Norma, la sua rabbia dov'è?
C'è molta tristezza, disperazione, sfinimento, ma non si sente la rabbia, che è giusto ci sia.
Certo, lui è malato, ma è ancora capace di intendere e di volere e non solo sta affondando sé, ma sta portando a fondo tutti quanti! E voi che fate?
Si, siete stufi ma lo aiutate fino a corrodervi! La mononucleosi, la così detta malattia del bacio, le ha mandato un bel messaggio: i baci ammalano, possono infettare. Come dire che l'amore e i legami, possono anche corroderti e sfinirti.
L'amore deve far vivere, crescere, sostenere, non condurre alla morte. Prima di tutto, lei deve smettere di dare denaro. Tra l'altro mi chiedo perché è tanto difficile. Anche qui, esordisce dicendo che non ha potuto fare una donazione, in questo contesto dove lei si rivolge per chiedere qualcosa per sé, il primo obiettivo è dare, fare una donazione e scusarsi e rammaricarsi per non riuscirci!
Questo è uno spazio gratuito ed è uno spazio tutto per lei, dove non deve fare altro che formulare la sua domanda, non dare. Anche nella sua vita, è arrivato il momento di chiedere e di pretendere, non di dare.
In effetti, lei è rammaricata di non farcela più ad aiutare suo fratello e mantenere tutti gli altri impegni, ma in verità dovrebbe essere arrabbiata di tutto ciò che questo disturbo ha comportato in tutta la famiglia, prima attraverso il padre ora attraverso il fratello.
C'è molta rabbia repressa in tutti. Anche suo fratello ne esprime molta, indirettamente, attraverso il ruolo del poverino malato, sta portando via energia, tempo, denaro, affetti, speranze. Sta riversando su tutti quanti la sua impotenza, la sua incapacità o scarso impegno nel far funzionare i rapporti e la sua vita. Sembra un copione al maschile, che arriva da suo padre e suo fratello sta portando avanti. Cosa rivendicano questi uomini della famiglia? E perché mai, voi dovreste essere obbligati a soccombere o risponderne?
Suo fratello ha bisogno di confini e di paletti, di no, di qualcuno che lo metta davanti alle conseguenze delle sue azioni, non solo su sé, ma anche sulle persone care. E' ora che si prenda la responsabilità di sé e chieda aiuto, che riconosca di non potercela fare e si rimetta nelle mani di chi possa guidarlo in questa strada.
Lei, dal canto suo ha tutto il diritto di vivere la sua vita e di dire basta. Può appoggiarlo emotivamente se vuole, ma non in altri campi e anche emotivamente è giusto che lei esprima il suo disappunto, la rabbia, lo sfinimento. Anche l'appoggio emotivo, ha dei limiti.
Alla fine, tutti devono fare un lavoro sulla dipendenza, prima di tutto affettiva, l'uno dall'altra. Questa sembra una famiglia con un alto grado di dipendenza emotiva, con un grande invischiamento, per nulla sano.
Cominciamo col dire basta.
Lei prenda le sue decisioni per sé, lui deve prendere le sue, può sostenerlo ma poi la sua vita è sua e di nessun altro, è arrivato tempo che ognuno si assuma le sue responsabilità.
Non si lasci risucchiare e leucemizzare come sua madre! Lei ha diritto alla sua vita!
(Risponde la Dott.ssa Costantini Sabrina)
Pubblicato in data 07/05/2012