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persecuzione (46916)

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on . Postato in Dipendenze e Abusi | Letto 643 volte

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Cecilia, 34anni (3.1.2002) Mia sorella Cecilia, in seguito ad una grave perdita famigliare, ha abusato di sostanze stupefacenti. Nel periodo successivo si sentiva seguita e osservata; on nascondeva le sue convinzioni, aggredendo verbalmente malcapitati colpevoli di parlare alle sue spalle, di seguirla e magari di fotografarla. Ha minacciato il suicido senza portarlo a compimento. Ha sempre rifiutato la possibilità che fosse malata, rendendo difficoltosa ogni possibilità di terapia. Con semplice affetto e vicinanza dei famigliari ha superato il difficile momento. Ora a distanza di due anni ha ripreso la sua vita nelle mani e conduce una vita apparentemente normale. Ma non è più quella di una volta. E' estremamente egocentrica: non si preoccupa di chi la circonda. Inoltre ogni tanto riceve delle telefonate anonime che interpreta come fantastici uomini che innamorati follemente di lei le mandano messaggi d'amore. Non so come comportarmi. Da un lato la vedo attiva vivace con tanta voglia di vivere (mancava da 2 anni questa gioia) dall'altro la vedo ancora chiusa in un mondo tutto suo. E' inutile parlare di terapie in quanto lei si sente assolutamente normale. Parlarle direttamente la allontana e significa solo non ricevere più le sue confidenze. Cosa posso fare? Come devo comportarmi? Cara Cecilia,sappi che le sostanze stupefacenti spesso "slatentizzano" cioè fanno venire alla luce, sindromi nevrotiche o psicotiche più o meno già presenti nella persona. Dunque innanzitutto di fronte a questa sintomatologia bisogna cercare di eliminare del tutto l'abuso delle sostanze psicotrope e dopodichè cercare di recuperare la persona facendole frequentare dei gruppi di auto-aiuto e dei colloqui psicoterapeutici presso i centri cittadini che si occupano di recupero per la tossicodipendenza, non sono necessariamente comunità... ma anche sert. Riscrivimi indicandomi dove abiti per avere indicazioni più specifiche sui centri. L'importante è non sottovalutare la sintomatologia della persona in questione e considerare che è anche una sua richiesta di aiuto celata...si sente non aiutata non-amata e dunque perseguitata... Chi vuol bene a queste persone deve avere molta pazienza e molto affetto nel trattare con loro..anche se non sempre è facile o ci si sente disponibili a farlo..ma questa può essere un'altra problematica che ha bisogno di un sostegno a parte e cioè quello che si rivolge ai familiari di chi vive un grande disagio psicologico.. Ciao riscrivimi. e auguri.
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