Vizio del gioco (000601)

Marta, 30 anni

Ho scoperto che quello che credevo essere un semplice e innocuo svago di mio padre (68 anni) è invece un vizio. Mi sono spaventata quando ho cominciato a indagare raccogliendo ricevute nella spazzatura e ho scoperto che tra lotto, cavalli e totocalcio arriva a spendere anche 700 euro al mese (per ciò che io riesco a controllare). La mia famiglia non ha mai avuto problemi economici (fino a pochi anni fa) ed è di buona cultura. Mio padre è andato in pensione dieci anni fa circa, da allora ha cominciato a perdere tutti gli interessi che coltivava. Pare che gli interessi solo giocare. Spesso si trova in difficoltà economiche già all'inizio del mese (pur percependo una pensione molto sostanziosa).
Ho informato mia madre di ciò che sto cominciando a temere, che il problema sia grave e patologico, ma non so a chi rivolgermi e come farlo senza che lui si indispettisca (lui si nasconde quando controlla le giocate e cerca di occultare ciò che butta via, in più sostiene di non giocare più di 5 euro la volta, ma ho trovato ricevute per 100 in un solo giorno). Noi viviamo in un piccolo paese del sud. Non conosco strutture che mi possano venire incontro. Cosa posso fare? Vi prego aiutatemi. Grazie mille

Cara Marta per prima cosa dovresti affrontare insieme al resto della famiglia il problema direttamente con tuo padre e chiedere a lui cosa intende fare per questa realtà che sta affrontando.. magari è importante anche solo confrontarsi con lui ed ascoltarlo anzichè frugare nel cestino alla ricerca di prove del suo problema.
In un secondo momento quando lui anche sarà d'accordo potete andare da un esperto di dipendenze patologiche in paese o fuori credo che dovreste trovarne senz'altro nel circondario e farvi consigliare da lui. Tieni presente però che spesso dietro il vizio del gioco patologico si nascondono forme depressive più o meno conclamate e dunque è dalla depressione che tuo padre dovrà guarire e cercare aiuto per capire le motivazioni che lo hanno spinto a tanto. Ciao e auguri

(risponde la dott.ssa Tina Carone)

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