Alimentazione infantile (001917)
Fiorenza, 32 anni
La mia bambina ha 2 anni,
ha parametri di crescita superiori alla media (è alta 92cm e pesa 13
chili), ma da giugno dell'anno scorso, tornati dal mare, si rifiuta di mangiare
le pappe;la sua alimentazione si basa su 3 biberon di latte e biscotti e,all'ora
di pranzo e cena, pane e olio di oliva. Ogni tanto accetta qualche spaghetto,
ma di tentare di assaggiare o mangiare altro non se ne parla. Un pediatra mi
ha detto di non preoccuparmi, i bambimi vanno a gusti e a periodi (anche di
9 mesi?); un altro ha incolpato me e i nonni di non essere stati intransigenti
con lei al momento del primo rifiuto della pappa, concedendole una alternativa.
Da un paio di settimane ho tentato la strada di un nido privato: la porto alle
9, la riprendo alle 12.30. L'arrivo è drammatico, con rifiuto e crisi
di vomito indotte dal potente pianto;poi si calma, quando me ne vado, e mangia
le pappe come gli altri bimbi all'ora di pranzo. Secondo le maestre è
un problema di ansia mio. Resta il fatto che da quando va lì io la percepisco
più ansiosa e spaventata, e sono convinta che questo stato d'animo lo
viva anche nei giochi e durante il pranzo con gli altri. E' una bimba vivacissima,
intelligentissima, ma altrettanto sensibile e percettiva;ha capacità
enormi, è sveglia, ha un'ottima memoria ed è curiosa.
Non ha mai frequentato bambini, perché qui intorno non ce ne sono, ma
si è sempre dimostrata socievole con pari età e adulti. Che devo
pensare? Devo incolparmi come stanno facendo in molti? Cosa potrebbe avere scatenato
questo atteggiamento in lei? Ora è a casa malata, ma appena sente la
parola "scuola" o "la mamma si prepare per uscire" reagisce
con terrore:faccio bene a riportarla al nido una volta guarita? Vi ringrazio
molto.
Cara Fiorenza, la tua bambina
è sanissima, tu non hai nessunissima colpa. La società è
malata, c'è la moda, da parte di chi ha un minimo di autorità
(come nel caso della pediatra) di giocare a fare gli psicologi da strapazzo
in base al sentito dire, a quello che dicono quei "saputelli" della
TV, a qualche corso di aggiornamento facile facile, agli standard della buona
educazione o della vita moderna. Tutto il resto è malattia secondo loro
(senza contare che molti ci marciano con questo stato di cose arrivando a somministrare
con molta facilità psicofarmaci a bambini che magari sono un pò
vivaci).
I bambini, come gli adulti, presentano tutti delle diversità, che sono
una ricchezza che ci mette a disposizione la natura. Il messaggio della tua
bambina è quello di farti sapere che probabilmente è troppo presto
per un distacco del genere, ha tempi più lenti, ha ancora bisogno di
essere accudita per più tempo di altri per rendersi indipendente. La
natura fa le cose a modo suo senza tener conto degli asili nido, o delle esigenze
lavorative dei genitori in questa epoca.
Si perchè a dispetto di tutto la natura umana è rimasta uguale
a quella di millenni addietro, quando i pericoli per la prole erano reali e
feroci come le belve che le minacciavano, o gli stessi adulti, e in questo modo,
i piccoli che avevano più il senso dell' attaccamento erano quelli che
avevano più possibilità di sopravvivere.
Come vedi il problema non è la tua bambina o tu, ma come migliaia di
anni fa gli "agenti esterni". Tutto questo te lo dico perchè
tu da brava mamma lo avrai intuito già, non a caso hai posto il problema.
Il tuo istinto ne sa molto di più di tutti i saputelli. Un abbraccio.
( risponde il dott. Vincenzo Di Marco )
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