Bambini e scuola 2006-11-21
Daniela 43
Sono la mamma di uno splendido bambino che compie 6 anni il prossimo mese di novembre e sono alle prese con la fatidica prima elementare. Luca è figlio unico, io sono libera professionista e mio marito un dirigente. Il bambino sta mostrando un reale interesse nei confronti dell'apprendimento, dei compagni e della scuola ma ha una difficoltà lamentata dalla maestra che consiste nel non riuscire a stare fermo più di tanto nel banco e nel rapporto con i compagni tende a fare piccoli ma ripetuti dispetti (togliere la gomma o la matita, ad esempio) che alla lunga creano fastidio alla classe. Non so come affrontare questo problema anche perchè Luca, come dice anche la maestra, forse in questa maniera tende ad attirare l'attenzione degli altri su di sè. Potete darmi un consiglio su come risolvere la questione? Grazie
Cara Daniela, mi sembra di aver capito che sia d’accordo con la maestra sul perché il bambino si comporti in un certo modo in classe, vale a dire cerca di attirare l’attenzione su di sé. Prima di tutto provi a capire se il bambino si comporta così anche in altre situazioni (esempio, attività sportiva, quando gioco spontaneamente con i coetanei, e altre) o al contrario, se in determinate circostanze, appare calmo concentrato. Questo potrebbe essere un primo punto di partenza per capire più a fondo le dinamiche di suo figlio. Inoltre, mi ha detto che Luca “sta mostrando un reale interesse nei confronti dell’apprendimento”: ma cosa significa precisamente? Anche in questo caso, allora, provi a “differenziare” ed analizzare l’interesse di Luca per l’apprendimento: qual è l’attività scolastica, per esempio, verso cui manifesta un reale interesse? O, al contrario, qual è l’attività che sembra rifiutare o, per lo meno, che lo fa sentire un po’ a disagio. Per finire, provi a capire se il comportamento di Luca è cambiato molto nel passaggio dalla scuola materna all’elementare, oppure se anche nella scuola materna tendeva a dare fastidio a qualche amichetto o aveva difficoltà a terminare un lavoro rimanendo seduto per un certo tempo. Diversi studi e ricerche concordano che il passaggio dai 5 ai 6 anni rappresenti sotto il profilo dell’organizzazione cognitiva ed affettiva un momento di particolare importanza nella storia del bambino, un “grande salto”. Considerando che suo figlio deve ancora compiere 6 anni, è possibile, forse, che stia attraversando un normale periodo di transizione per cui non riesce a risolvere tutti i compiti previsti per un bambino che ha già compiuto sei anni. Tuttavia, non le posso dire, in base alle informazioni che mi ha inviato, come risolvere la questione che mi pone. Le posso consigliare, invece, dopo aver risolto le questioni che io le ho posto precedentemente, di rivolgersi ad uno specialista psicologo dell’infanzia che valuti sia lo stadio di sviluppo del bambino che l’indice di “omogeneità del ragionamento” (quest’ultimo serve a comprendere meglio se si tratti effettivamente di una fase di transizione o altro), oltre che, naturalmente, il livello di sviluppo affettivo. Tutto ciò le permetterebbe di escludere, forse, la presenza di difficoltà di apprendimento, spesso legata ad una mancanza di concentrazione prolungata e ad una difficile relazione con i coetanei, o al contrario, di intervenire precocemente in modo che suo figlio non “sprechi” le proprie risorse e non perda, soprattutto, l’interesse per conoscere ed apprendere che attualmente mostra. Spero di esserle stata sufficientemente d’aiuto. La saluto cordialmente.
(risponde la dott.ssa Aurora Capogna)
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