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minori (10122006)

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Matteo 2

Sono una mamma di un bambino di 22 mesi, da circa cinque mesi il bambino ha iniziato a mordere sia persone di famiglia che ad altri bambini, ho notato che la maggiorr parte delle volte vive questo tipo di atteggiamento come fosse un gioco, mentre altre come reazione ad un gesto altrui. Puntroppo questo atteggiamento ha creato notevoli problemi soprattutto adesso che da circa due mesi và all'asilo. E' capitato che mio figlio abbia morso più di una volta alcuni bambini e che i genitori abbiano creato parecchi problemi fino a richiedere il ritiro del bambino dalla scuola. Tutto questo mi ha mortificato sopratutto perchè mio figlio è un bambino molto tranquillo ed affettuoso e dopo un faticoso periodo è finalmente ben inserito. Ho provato varie strategie per evitare che il bimbo compia questo gesto, senza arrivare a grandi risultati, quale dovrebbe essere la mia reazione e il mio atteggiamento al riguardo.

Cara signora, penso che prima di tutto dovrebbe parlare a fondo con le educatrici del nido, capire cosa ne pensano loro. Molte spesso, delle educatrice ben formate e con una certa sensibilità sono molto abili nel dare validi consigli come in questo caso. Mi scrive che da cinque mesi il bambino ha iniziato a mordere gli altri, il che non dovrebbe essere particolarmente allarmante, poiché molti bambini a quell’età iniziano a manifestare atteggiamenti apertamente aggressivi, come spingere, urlare, picchiare e mordere. Ma nel suo caso pare che il bambino tenda ad esasperare questo comportamento tanto che i genitori degli altri bambini ne hanno richiesto il ritiro, anche se non credo che possano obbligarla a fare ciò. Tuttavia, in queste situazioni si crea spesso un circolo vizioso, per cui lei potrebbe avere paura che mandando suo figlio a scuola faccia male agli altri bambini, mette in atto “varie strategie per evitare che il bimbo compia questo gesto”, tali strategie non ottengono alcun risultato se non quello di rinforzare un certo sentimento di inadeguatezza e di disagio da parte sua nei confronti di suo figlio e degli altri genitori. Inoltre, immagino che il suo bimbo avverta, in qualche modo, questo “rifiuto” da parte degli altri, se effettivamente di rifiuto si può parlare. Prima di tutto bisognerebbe capire più a fondo il significato di questo comportamento, che, sembrerebbe, superi un certo limite, piuttosto che mettere in atto varie strategie per debellarlo. In ogni caso, determinati comportamenti aggressivi dei bambini di quest’età non andrebbero semplicemente bloccati, ma modulati ed eventualmente elaborati insieme a un adulto. Per esempio, quando un bambino picchia un altro senza apparente motivo, l’adulto dovrebbe aiutarlo a dare un nome all’emozione o all’impulso che il bambino direttamente ha agito, e non limitarsi a dire al bambino che è “cattivo”. A volte gli adulti fanno confusione anche tra atteggiamenti “assertivi” e “aggressivi” del bambino, restituendogli un’immagine di bambino “cattivo”. E’ importante anche canalizzare l’energia aggressiva, radicata nella natura umana, verso altre attività ludiche, che possano ugualmente dare soddisfazione al bambino senza creargli un senso di frustrazione. Ora, provi a pensare se cinque mesi fa sono accadute cose particolari nella vita familiare che, indirettamente suo figlio ha “assorbito”. Inoltre, mi ha scritto che il bimbo è riuscito ad inserirsi nell’asilo “dopo un faticoso periodo”: cos’è, specificamente, che ha reso difficile l’inserimento (almeno così me sembra d’aver capito), forse il bambino non riusciva a separarsi da lei, non entrava in contatto con i coetanei, il rapporto con le educatrici non era incoraggiante, il comportamento di suo figlio è peggiorato dopo l’entrata all’asilo? Avrei bisogno di maggiori informazioni in generale, capire, per esempio, come hanno reagito le persone di famiglia di fronte al comportamento di suo figlio. Spesso, capita che le reazioni dei familiari potrebbero condizionare il futuro evolversi di certi comportamenti: magari alcuni tendono a reprimerli, altri a rinforzarli, altri ancora a trasmettere messaggi ambivalenti. Per il momento la posso invitare a riflettere su quanto le ho scritto e, magari, a rivolgersi ad uno specialista dell’infanzia per chiarire quanto sta accadendo e per darle l’opportunità di riprendere in mano la situazione. La saluto e le auguro buona fortuna.

 


(risponde la dott.essa Aurora Capogna)

 

 

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