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Sorprusi in classe (143863)

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Annafranca 43

Salve, sono la mamma di un bimbo che a febbraio scorso ha compiuto sei anni. Nella sua stessa classe, c'è un bimbo iperattivo che sin dall'inizio è stato trattato dalle maestre e dall'isegnante di sostegno come un intoccabile. Lui spinge, picchia, sputa tutti i maschietti della classe. Le maestre invitano con l'autorità che gli è propria ad avere pazienza, lasciarlo fare, perdonare. Mio figlio è stato vittima, come gli altri ragazzini della classe di più monellerie e, in particolare, già due volte, di uno stesso increscioso episodio: viene buttato a terra e questo bimbo, tirandolo per i piedi, lo trascina per tutta l'aula. Il problema è che mio figlio quando io e il papà gli chiediamo cosa è successo ci risponde "nulla!", poi invece i suoi compagni di scuola (che forniscono la medesima versione degli episodi che accadono in classe) mi raccontano ciò che effettivamente è successo. A parte la scarsa professionalità del corpo insegnante (soprattutto della maestra di sostegno!) che, combinazione, non si accorgono mai di niente, la mia preoccupazione sta nel fatto che il mio bambino si rifiuta di parlare di ciò che gli accade. Come dobbiamo comportarci io e il papà? Gli stiamo ripetendo che a noi può dire tutto, che lo amiamo moltissimo. Con noi ha sempre avuto un bel rapporto. Chiunque l'ha conosciuto, comprese le sue maestre, mi dicono che è un bambino sereno e meraviglioso. Come possiamo aiutarlo?

Cara Annafranca, quello che avviene è una sorta di confronto tra il bambino con problemi di comportamento (iperattività) e suo figlio, che ovviamente subisce. In questo confronto, suo figlio vuole sbrigarsela da solo, ovvero vuole contare sulle proprie forze per arginare i comportamenti molesti e fastidiosi. E' anche una questione di autostima, da qui nasce la ritrosia a parlare di quello che accade, anche se voi lo sollecitate in tutte le maniere. Le maestre dovrebbero intervenire quando la situazione si fa più pesante, altrimenti la questione può rappresentare una palestra attraverso la quale apprendere a cavarsela da solo, ad affrontare conflitti impegnativi e a trovare vie d'uscita. Occorre rafforzare le modalità di reazione e di autoprotezione, incoraggiando suo figlio a mobilitare le proprie risorse, solo così potrà sentirsi più forte e in grado di affrontare conflitti in cui può trovarsi.

(Risponde la Dott. Renato Vignati)

Pubblicato in data 28/06/2010
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