Tic (002753)
Paola, 6 anni
Mia figlia ha tic, ma solo in contesto
familiare, fuori, a scuola, è felice e spensierata. Manifesta disagio
quando è con me, lo
capisco, ho cercato di darle maggiori attenzioni, giocare più spesso
con lei, ma il problema non si risolve. Il pediatra mi ha detto di non darle
retta, perchè per lei è un ricatto per essere al centro dell'attenzione.
Ero infatti arrivata al punto di non fare più i mestieri in casa per
dedicarmi a lei. Siamo una famiglia normale, lavoriamo entrambi, lei è
figlia unica. Non abbiamo le possibilità
per farla seguire da uno psicologo, ammesso che servisse. Il metodo che sto
adottando secondo Voi è giusto? Grazie.
Gentile signora, in genre le manifestazioni
che mettono in atto i bambini hanno il senso di comunicare qualcosa, un disagio,
una difficoltà. Non sono molto d'accordo con il suo pediatra circa il
fatto di non darle retta. Visto che lei ha colto un diasagio della bambina in
sua presenza, può utilizzare tale ossevazione e parlando chiaramente
con la bambina, farle capire che si cresce, che ci sono degli impegni anche
lavorativi, ma che questo non cambia l'affetto che lega i figli ai genitori
e viceversa.
Ignorare le sue comunicazioni potrebbe soltano portare ad accentuale e a far
sentire la bambina sola e poco considerata. I bambini vanno rassicurati soprattutto
quando ci comunicano le loro emozioni e i loro stati d'animo. Qualora la situazione
dovesse continuare invariata può sempre considerare l'idea di una consulenza
con uno psicologo del consultorio.
( risponde la dott.ssa Tiziana Liccardo )
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