acrofobia (47676)
Fausto, 24anni (25.1.2002)
Credo di soffrire di acrofobia. Da qualche anno vado ad arrampicare con una certa regolarita', ma mi basta sapere che trovero' tratti esposti nel vuoto per farmi salire l'ansia, stringere lo stomaco e sentire i "sudorini". Se poi mi devo calare nel vuoto, devo fare appello a tutto il mio self-control cercando di staccare la mente (apnea-mentale) fino a quando non sono giunto alla base. Confrontandomi con i miei compagni, ho verificato che non provo la naturale paura per il vuoto che si vince con il tempo e l'esperienza, ma qualcosa di più tangibile. A volte mi basta guardare una foto ed immedesimarmi nello scalatore, per scatenare l'ansia. E' acrofobia? Ed è possibile guarirne (realtà virtuale?)? Per me è molto frustrante. Grazie fin d'ora
Ma le piace veramente arrampicarsi? Perchè lo fa? Per una sua passione o per emulare qualcuno? O per dimostrare di essere un coraggioso? Caro Fausto, non siamo tutti uguali. Ogni persona ha un temperamento e una sensibilità diversa dagli altri e lei deve imparare a conoscere e soprattutto a rispettare la sua che forse sta cercando di dirle che questa attività non fa per lei. Non perché è un incapace o un deole ma perché è diverso e ha bisogno di "altro pane" per vivere bene. Non penso proprio sia acrofobia, non riuscirebbe nemmeno ad arrampicarsi di un metro. La paura del vuoto ce l'hanno tutti e anche i più grandi scalatori la sfidano continuamente. Certo, il tempo e l'esperienza possono attenuarla ma il nostro corpo ha reazioni automatiche di sopravvivenza e quando avverte il pericolo entra in allarme. E allora perchè non rispettare i suoi segnali? Anche se i sintomi che avverte sono creati dal pensiero, dalla fantasia o dall'immedesimazione, come dice lei, questi sintomi sono sempre spiacevoli, le danno brutte sensazioni. Basta questo per giudicare la bontà o meno di certe azioni. E se questa non le dà piacere, gratificazione, contentezza, perchè continuare a cercare ciò che non procura il bene?
E poi, ha mai pensato che ogni cosa che scegliamo, ogni attività, ogni professione ha sempre dietro una motivazione? E quasi mai coincide con ciò che si pensa razionalmente. Molto spesso è il tentativo di cercare fuori ciò che manca dentro o addirittura di esorcizzare paure interiori che si provano ma che non hanno spiegazioni. Provi a chiedersi: perché sfidare l'altezza e il vuoto? Non potrebbe essere lo spostamento di un senso di impotenza e di insicurezza a realizzarsi nella vita quotidiana? E perchè l'attrazione per il vuoto? E' un inconscio desiderio di suicidio o un voler dominare il vuoto che si sente dentro se stessi? Provi a rifletterci e vedrà che troverà da solo le risposte che le servono. E si ricordi che non dobbiamo essere per forza tutti uguali ma che abbiamo il dovere di vivere per come siamo veramente.