Autolesionismo? (111895)
Giulia 19
Salve, sarà la cinquantesima volta che scrivo e poi cancello tutto. Cominciamo
dall'inizio: quando avevo 8 anni, mia madre mi mandava da un vicino di casa
mentre lei faceva le pulizie. Dopo qualche mese che andavo ho iniziato a chiamarlo
nonno e da quel momento, ha iniziato a dirmi che voleva fare dei "giochini"
e pochi giorni dopo mi ha violentata. Mi sento stupida a parlare di questa cosa,
ma per me è stato veramente un brutto periodo, ho iniziato ad avere un'allergia
al nichel dovuta al nervoso e mia madre ha iniziato a darmi il valium. All'inizio
nessuno mi credeva, mio padre diceva che mi ero inventata tutto per attirare
l'attenzione e mia madre all'inizio era scoppiata a ridere (per sdrammatizzare
dice ora), finchè un giorno alle elementari ho raccontato tutto alle
mie maestre. Hanno chiamato i miei genitori e successivamente i carabinieri.
Hanno messo sotto sorveglianza il telefono di casa mia e quella di quell'uomo
e quando ho raccontato particolari che una bambina di 8 anni non avrebbe potuto
sapere, gli hanno dato gli arresti domiciliari. La moglie di quest'uomo ha fatto
firmare una specie di petizione che ovviamente molte persone hanno firmato e
dopo qualche anno ho scoperto che non era più agli arresti domiciliari.
Quando uscivo di casa vedevo che mi fissava dalla finestra oppure me lo ritrovavo
dietro che mi seguiva in bicicletta. Da allora ho molti problemi ad uscire di
casa, ho fatto un sacco di assenze a scuola, ho finito le medie e non sono più
riuscita a finire le superiori, continuavo a iscrivermi ma poi non riuscivo
ad uscire di casa la mattina. Circa tre mesi fa quest'uomo è morto, ma
nonostante questo non riesco ancora a superare il trauma e a uscire di casa
tranquillamente. In più ora mi sono attaccata parecchio a un coniglio
che mi hanno regalato e ogni giorno sono molto in ansia pensando che possa stare
male e lasciarmi. Vivo nella mia cameretta con lui e ho il terrore che muoia
lasciandomi sola. Ed è la stessa cosa che succede con il mio ragazzo,
quando litighiamo e se ne va mi sento abbandonata e mi faccio dei tagli orribili
sul braccio con un grosso coltello da cucina e poi inizio a vomitare quando
mangio qualcosa, insomma, sono un completo disastro. Mi sono dilungata, non
avevo mai raccontato a nessuno questa cosa. Vorrei un consiglio, perchè
mi rendo conto che mi sto rovinando la vita, mi piacerebbe andare a scuola e
prendere il diploma, anche se sarei in classe con quattordicenni, però
non riesco proprio a vivere normalmente. Anche se non risponderete vi ringrazio
anticipatamente, almeno mi sono sfogata.
Cara Giulia, sono contenta che dopo aver sofferto tanto ti sia decisa a chiedere
aiuto e sono altrettanto contenta di poter essere io la persona che può
darti qualche consiglio. Cominciamo dalle cose più semplici: per andare
a scuola (anche se puoi frequentare un corso serale con persone più grandi
o dare l'esame da privatista) devi uscire di casa con serenità e per
fare questo devi capire qual'è il tuo pensiero disturbante, mettici attenzione
e scrivi il tuo pensiero che per esempio è: "Se esco adesso il coniglio
muore", oppure "Se esco di casa può succedermi una cosa brutta"
e così via. Segna tutti questi pensieri negativi, mettiti a tavolino
ed inizia a trasformarli in pensieri razionali: che probabilità ci sono
che il tuo coniglietto muoia mentre non ci sei? Cosa cambia se muore mentre
sei in casa? Cosa puoi fare per evitare che una cosa brutta ti accada? Infine
riformula il nuovo pensiero, che per esempio sarà: "E' vero che
il mio coniglietto potrebbe morire, ma se questo accadesse non cambierebbe niente
la mia presenza qui" ; riprova dunque ad uscire e pensa continuamente al
nuovo pensiero, le prime volte puoi anche ripeterlo sottovoce ed esci. Punto.
La terapia è: pensa in modo realistico (e fallo). Può sembrare
banale, ma sai benissimo che non sarà per niente facile e anzi, t'invito
a provarci da sola certo ma se non ce la fai, di affidarti ad uno psicologo
ad orientamento cognitivo-comportamentale, che utilizza in modo sistematico
tecniche come queste e può aiutarti a trovare un programma più
personalizzato. Per quanto riguarda l'autolesionismo od il vomito autoindotto
è necessario che tu smetta di avere questi agiti. Per questi non ci sono
mezzi termini, o riesci da sola a breve o ne parli con un professionista, lo
stesso psicologo ad orientamento cognitivo-comportamentale (prima o poi deve
risaltare fuori dunque). Sei giovane ed hai voglia di stare meglio, le cose che
hai fatto finora ti hanno danneggiato, isolato ed è ora di voltare pagina.
Coraggio.
(risponde la Dott.ssa Sara Ginanneschi)
Pubblicato in data 15/04/08
Pubblicità
Vuoi conoscere i libri che parlano di paure per saperne di più?
Cercali su Psiconline® Professional Store