Depressione (108495)
Letizia 23
A causa della mia timidezza ho fatto in modo e maniera di perdere una persona, rivelando tutto il peggio di me. Sono così timida che non sono mai riuscita a dare un bacio appassionato vero e proprio ad un ragazzo, ho sempre paura del giudizio degli altri. Mi porto dietro questa cosa da anni, non riesco a sbloccarmi e non capisco il perché. Sto vivendo nell'inferno da un mese, i miei genitori non mi possono capire, sono di un'altra generazione, gli ho sempre nascosto tutto sulla mia sfera sentimentale. Ogni giorno che passa li guardo e mi viene da odiarli, perché penso siano loro la causa di tutto, mi hanno educato troppo rigidamente. Vedo tutte le ragazze intorno a me che vivono la loro storia d'amore, io non posso viverla perché non riesco a vincere le mie paure. Mi mortifico non appena qualcuno mi da giudizi. Non dormo ormai da notti, non riesco a studiare, anche perché ormai per me non ha più senso nulla, non mi interessa di laurearmi, la mia felicità non appartiene a quello. Vorrei farmi psicoanalizzare ma non so a chi rivolgermi. Ho tanta paura di non riuscire a guarire. Che devo fare?
Cara Letizia, dai sintomi che hai scritto anche qui sembra proprio che ci sia una tipica forma di fobia sociale. Il fatto che tu sia consapevole che la tua paura è irrazionale è normale in quanto questi disturbi sono dei veri e propri apprendimenti "emotivi" e come tali sono fissati in circuiti cerebrali emotivi e non razionali. Quindi risultano incontrollabili usando la comune "logica razionale". In questi casi la soluzione migliore è rappresentata dalle terapie brevi come ad esempio quella cognitiva comportamentale e l'approccio ipnotico breve ericksoniano. Un'altra cosa... impara a non colpevolizzare i tuoi genitori per quello che sei, ma ad impegnarti in prima persona a cambiare perchè puoi farlo. Infatti con le parole di Wittgenstein “Quando la vita diventa difficile da sopportare, si pensa a un mutamento della situazione. Ma il mutamento più importante ed efficace, quello del proprio comportamento, non ci viene neppure in mente, e con difficoltà possiamo deciderci ad affrontarlo”, e ancora "Dipenderai meno dal futuro se avrai in pugno il presente" (Seneca). Un saluto.
(risponde il Dott. Fabio Gherardelli)
Pubblicato in data 08/01/08
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