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on . Postato in Ossessioni e Fobie | Letto 708 volte

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Perfranco 49

Ho 49 anni, sul lavoro mi sento preso in giro, mi sento proprio mancare di rispetto. Spettegolano sul mio conto alle spalle dicendo che ho comportamenti da monaco gesuita, o chirichetto o sacrestano ecc... che sono un falso perbenino, un falso zelante e ruffiano mascherato da individuo dalle buone maniere. Mi prendono in giro perchè non ho famiglia e dicono che faccio il duro e che in realtà il duro lo faccio solo con me stesso, facendo di questo comportamento strumento per coinvolgere gli altri a soddisfare la mia mania di protagonismo represso senza avere mai soddisfatto nulla riguardo alle relazioni tra uomo e donna. Arrivo sempre prima degli altri e finisco sempre dopo quando gli atri colleghi sono addirittura già usciti. Cerco sempre di essere gentile con tutti e mi sento dire che lo faccio solo per sfogare un pò di collera e che è solo un modo per attirare gli altri in una trappola affinchè siano loro ad accorgersi di me e a darmi attenzioni. Inoltre mi lamento sempre delle persone e anche delle cose, che non mi va mai bene nulla e che gli altri non sono mai abbastanza perfetti o disponibili. Che sono molto orgoglioso e non tengo conto nè dei sentimenti degli altri nè ancor meno delle loro opinioni. E' da molti  anni che mi sento dire queste cose, vorrei solo che stessero zitti e pensassero alle cose che hanno da fare loro e basta e vorrei farli smettere. Avete qualche consiglio da darmi in merito?

 

 Caro Pierfranco, ho sentito tanto sconforto e desolazione in quanto racconta. Ho sentito anche molta rabbia! Ha sicuramente ragione ad essere arrabbiato, non deve essere per nulla facile sentirsi trattare così ogni giorno, soprattutto dopo tutto lo sforzo e l’impegno messo. Francamente dal suo racconto, non ho ben compreso se tutte le cose che cita, appartengono alle maldicenze dei colleghi o se siano anche suoi pensieri.Forse la confusione nasce dal fatto che lei “si confonde” con gli altri. Del resto, le persone con cui interagiamo ci fanno sempre da specchio e ci rimandano qualche lato nascosto di noi. E’ probabile che quanto i colleghi le dicono, sia anche ciò che un po’ pensa di sé o teme di sé. In effetti, la sua sofferenza ci dice che, forse in parte i colleghi hanno colto nel segno. Il suo disagio inoltre, ci mostra quanta importanza stia dando agli altri, perdendo di vista sé stesso. E’ lei il centro del suo mondo, non gli altri! Quello che conta è ciò che lei pensa di sé e sente di sé. Lei dice inoltre, che il suo comportamento gentile è solo un modo per attirare gli altri in una trappola, per farli accorgere che esiste. Mi chiedo come mai, descrive il voler attirare l’attenzione come intrappolare gli altri. Sembra quasi che avere attenzione per sè, sia un po’ come intrappolare gli altri, raggirarli. Come mai Pierfranco, non dovrebbe meritare l’attenzione degli altri? Cosa c’è di così terribile in lei? Mi sto interrogando anche sulle altre sue relazioni: ci sono altre persone nella sua vita, con cui ha un legame emotivo ristoratore? Com’è il suo mondo relazionale? Da quanto racconta, sento che nella sua vita c’è una grande solitudine e tanta tristezza. Lei chiede un consiglio. Non esiste una strategia che possa adottare, non si tratta di una tecnica comportamentale. E ancora una volta, chiede agli altri un riferimento esterno, per cambiare comportamento. Il centro del cambiamento è solo Pierfranco! Può attuare un cambiamento, solo attraverso un modo diverso di vivere le cose. I suoi colleghi persistono in questo atteggiamento, perché vedono che lei ci soffre e colgono nel segno. Se lei riuscirà a vedere di essere qualcosa di diverso da come gli altri la descrivono, allora le parole degli altri non la toccheranno più, non scalfiranno minimamente la sua fiducia in sé e la sua serenità. Per vedersi diverso però, è necessario che vada a trovare le origini di quanto le sta capitando, che vada a capire perché si vive e si vede in un certo modo. Da dove c’è arrivato? Tornando al punto di partenza, potrà cambiar direzione e vivere finalmente in pienezza con sé e con gli altri. Buon lavoro!

(risponde la Dott.ssa Sabrina Costantini)


Pubblicato in data 02/07/09

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