Disturbo psicologico (109516)
Giuseppe 23
Mi chiamo Giuseppe, ho 23 anni
e attualmente sono iscritto alla facoltà di ingegneria civile. La mia
vita è stata tranquilla fino a 14 anni, quando nel 1998 è morto
mio padre in un incidente stradale. Da allora sono cominciati una serie di problemi
di accettazione del mio corpo, di timidezza, di difficoltà nelle relazioni
con gli altri. Sono passato attraverso varie fissazioni: peli eccessivi, barba
irregolare, capelli, ecc.. Un giorno una collega dell'università mi fa
notare che non le piacciono i miei capelli, da allora per un lungo periodo sto
male, non riesco a dormire, studiare, penso continuamente alle parole che mi
sono state dette. Ricorro a dei farmaci per il sonno e a degli antidepressivi.
Non risolvo il problema, anzi sembra peggiorare, poiché ora ogni minima
osservazione negativa sul mio corpo che qualcuno mi fa diventa fonte di preoccupazione
eccessiva, di continua rimuginazione, che non mi permette di stare bene con
me e con gli altri. In tutto questo da quando è morto mio padre, ho vissuto
dei rapporti freddi con mia madre e mia sorella, di continui litigi poiché
non mi accettavo. Cordiali saluti.
Caro Giuseppe, ho letto con molta attenzione il tuo racconto ma non hai esplicitato
alcuna domanda…cerco quindi di darti una spiegazione generale ed un consiglio,
che forse risulterà pure molto banale. Non so dire da questi pochi dati
se il problema di accettazione dipenda dalla morte prematura di tuo padre o
dalla presenza di questo evento fortemente traumatico in un periodo molto delicato
di cambiamenti fisici e psicologici come i 14 anni (periodo adolescenziale).
In ogni caso, poiché hai ben intuito che, se non stai bene con te stesso
hai di conseguenza molti problemi nello stare serenamente in gruppo, quello
che ti consiglio è di fare un lavoro con uno psicologo che possa aiutarti
a modificare il tuo vissuto relativamente al tuo aspetto fisico. Non so consigliarti
un indirizzo ad orientamento specifico perchè non ho trovato spunti sufficienti
nella lettera; in ogni caso, visto la situazione familiare emotivamente un pò
fredda, sono convinta che avere una persona con la quale discutere di questo
problema sarà di per sé terapeutico.
(risponde la Dott.ssa Sara Ginanneschi)
Pubblicato in data 13/01/08
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