fobia sociale (43231)
Ivana, 20anni (13.9.2001)
Salve,sono
una ragazza di 20 anni e credo di soffrire di fobia sociale.In
passato ho sempre pensato che il mio difficile rapporto con gli
altri(famiglia-amici-scuola)derivase dalla mia eccessiva timidezza ed
insicurezza.
Nonostante il mio caratter di per sè introverso,sono riuscita
ad avere tanti amici(in maggioranza ragazzi con i quali stabilvo
contatti migliori);mi piaceva stare con gli altri anche se avevo
sempre paura di essere accantonata, preferita ad altri.Ero gelosa di
qualsiasi nuova ragazza che entrasse in comitiva, e mi sentivo sempre
in competizione anche se cercavo di non farlo trasparire per la mia
buona dose di orgoglio.DA un anno a questa parte la situazione
è completamente peggiorata penso in seguito a due fatti: ho
lasciato il ragazzo con il quale stavo da 4 anni ed è
inspiegabilmente finito il rapporto di amicizia più importante
della mia vita, quello con un amico con il quale ero riuscita ad
aprirmi veramente.
Ho sofferto tantissimo per la perdita di questo amico tanto che
ancora oggi,dopo un anno che non abbiamo nessun tipo di rapporto, mi
capita di sognarlo mentre ridiamo e scherziamo come un tempo.Col mio
ragazzo sono praticamente cresciuta, ho sviluppato nei suoi confronti
una sorta di dipedenza psicologica;non so se lo amavo veramente,
sicuramente non in termini di passione, ma piuttosto di sostegno,di
benevolenza, di protezione.Lui è un ragazzo molto maturo ed
equilibrato, più grande di me di 4 anni e a volte mi capitava
di pensare alui come ad un padre, forse perchè il mio è
morto quando avevo 5 anni, non so.Alla fine sono diventava quasi
morbosa nei suoi confronti, lo accusavo di tradimenti impossibili ed
ero ossessionata dall'idea che mi potesse lasciare,così alla
fine l'ho lasciato io perchèmi ero resa conto che dovevo
cambiare e non potevo restare legata a lui per sempre.In un primo
tempo ero felice pensavo di essermi liberata da un'ossessione!Uscivo,
mi divertivo,ero socievole ed allegra come non mai;poco a poco
però il solito senso di inferirità di inadeguatezza e
di paura ha ricominciato a farsi sentire,ogni giorno sempre di
più.
Adesso non esco quasi mai,ho il terrore di varcare la soglia di casa,
mi sono chiusa in un mio mondo e non riesco confrontarmi con gli
altri.Sono diventata incredibilmente apatica, mi sento goffa e ho lla
sensazione di essere scollegata dal mondo.La mia capacità di
relazionare e stare in mezzo agli altri si è esaurita, mi
prende il panico e a volte non riesco a dire mezza parola per
ore.Non riesco ad uscirne e sono arrabbiata con me stessa per la mia
mancanza di forza.Vi chiedo: posso superare questa situazione di
stallo che mi invalida e mi mortifica?Ho bisogno di un aiuto
psicologico o co una buona dose di buona volontà posso
superare tutto?Spero possiate rispondermi, ma vi ringrazio comunque
per avermi dato la possibiltà di sfogarmi visto che non sono
riuscita a parlarne fino in fondo con nessuno e mi scuso per il fiume
di parole che vi ho scaricato.
Cara
Ivana, sicuramente questa fase della tua vita è
superabile,anche perché la tua lettera comunica una buona
capacità di introspezione e di comprensione di te stessa,
elementi fondamentali per affrontare e superare il proprio disagio
psicologico e le fasi problematiche. In realtà quella che mi
descrivi è una reazione depressiva reattiva, conseguente alle
" perdite" significative che hai recentemente vissuto. Tale reazione
è del tutto naturale e " normale", anzi sarebbe preoccupante
se di fronte alla perdita di persone care, quali un amico ed un
ragazzo, non si soffrisse e non ci si deprimesse.
E' una fase transitoria, però, che può durare anche
dei mesi, ma poi passa. E' importante innanzitutto che cerchi di
comprendere il più possibile dentro te stessa la ragione di
queste perdite per poterle accettare e superare. Per quanto riguarda
il tuo amico, questa rottura ti appare "inspiegabile", ma sono sicura
che se guardi dentro te stessa a poco a poco tale motivo
emergerà. Per quanto riguarda il tuo ragazzo, vi è da
dire che sicuramente ( e tu ne sei consapevole) la tua paura di
perderlo era tale che l'hai anticipata tu, per evitare un dolore
imprevedibile che ti avrebbe angosciato troppo.
Paradossalmente, lasciandolo tu, hai esorcizzato la tua paura
creandotela nel momento e con le modalità da te controllabili.
Tutto ciò è sicuramente legata a timori di abbandono,
risalenti alla tua infanzia ed alla perdita di tuo padre, come tu
stessa del resto dici. Probabilmente , però, vi erano anche
altri motivi, quali il fatto che era un rapporto rassicurante ma non
"passionale" e forse tu in questo momento avevi bisogno di altro.
Ricorda che ogni perdita, per quanto dolorosa, è comunque una
crescita, un aprirsi al nuovo, al diverso, è l'imboccare un
sentiero nuovo ed inesplorato. La tua reazione depressiva ha , poi,
portato con sé l'emergere di antiche paure ed insicurezze, che
ti inducono a rinchiuderti in te stessa e ad isolarti dal mondo,
paure che sembrano connotarsi anche con aspetti fobici( non uscire di
casa, attacchi di panico). Ora, sicuramente la tua capacità di
reagire è fondamentale, ma in tale circostanza riterrei
più opportuno farti sostenere anche da un aiuto psicologico,
che ti renda più " facile" e rapida l'elaborazione delle
perdite vissute, con i conseguenti sintomi fobici.