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Manie di persecuzione (112689)

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on . Postato in Ossessioni e Fobie | Letto 2234 volte

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Valeriano 21

Un saluto a tutto lo staff di Psiconline. Ho un bel problema da cui non riesco a venire fuori da solo. Soffro di manie di persecuzione da quasi 9 mesi. Devo anche dire che sono in terapia con una psicoterapeuta da 2 anni. Vi racconto in breve la mia storia: ho vissuto una vita modesta fino ai 12-13 anni poi sono cominciati i problemi in famiglia riguardanti i miei genitori. La prima è stata mia madre ad avere problemi di salute, le era stata diagnosticata una Cirrosi epatica molto grave e, per questo motivo, dopo un po' di tempo, il medico curante aveva consigliato di metterla in lista per un trapianto di fegato. Durante l'attesa mia madre soffriva molto e vederla in quello stato mi ha provocato una sofferenza enorme, poiché sono molto attaccato a mia madre e il pensiero di perderla mi lacerava dentro. Dopo 6 mesi di attesa fu sottoposta all'operazione e, in quella notte, non ho dormito per l'ansia che mi tormentava; per fortuna l'operazione ha avuto esito positivo, e tutt'ora mia madre gode di una buona salute. Ma la sofferenza non era finita, stavolta toccava a mio padre, un gran lavoratore che per non far mancare nulla in casa faceva molti straordinari a lavoro e trascurava la sua salute. Per questo suo errore gli era stato diagnosticato un tumore allo stomaco invecchiato di due anni, così fu sottoposto ad un intervento per eliminare il tumore. Oltre all'intervento ha cominciato la chemioterapia, che sembrava andare bene all'inizio. Infatti per un anno sembrava essere guarito. Nel frattempo però il male di mio padre andava avanti, infatti un giorno si accorse che il colore della pelle era diventato giallo, aveva avuto cioè un ittero e, dopo una visita, gli fu diagnosticata una metastasi al pancreas che gli procurò un'ostruzione alle vie biliari. Dopo mesi di tribolazione per me e la mia famiglia, ebbe una metastasi al fegato che lo fece andare in coma epatico, dal quale si riprese per un mese; ma riebbe lo stesso coma tempo dopo, dal quale non si svegliò più. Sono ormai 4 anni e mezzo che mio padre è morto. Della morte di mio padre non ho mai parlato con nessuno e quando la mia psicoterapeuta ed io affrontiamo il discorso mi sento bloccato e faccio fatica a ricordare quei giorni dolorosi. Alla morte di mio padre ho sentito un senso di liberazione di cui non mi faccio colpa, perché nella condizione in cui ero (senza respiro con un ansia esagerata) non riuscivo a vivere. Andavo d'accordo con mio padre, anche se non lo vedevo quasi mai: sin da quando ero piccolo è stato fuori per lavoro e lo vedevo una domenica ogni due settimane, poi ripartiva. All'età di 11 anni ci siamo trasferiti nella città in cui lavorava con tutta la famiglia, dove io ho proseguito i miei studi. I problemi per me invece sono cominciati due anni fa quando cominciai a usare massicce dosi di hashish e marjuana per tre mesi, poi ebbi quello che sembrava un esaurimento nervoso con depressione che mi fece lasciare gli studi al quinto anno della scuola superiore, perché avevo scarsa capacità di concentrazione e memoria. Andai a lavorare così mi ripresi, lo stare in mezzo al trambusto e la compagnia dei colleghi mi aveva giovato. A settembre del 2006 ritentai con gli studi ma avevo gli stessi problemi nel concentrarmi, comunque riuscivo ad avere la sufficienza in tutte le materie, finche una notte di febbraio del 2007 svegliandomi una mattina alle 5 ebbi un intuizione, ovvero che tutti recitano come in una sorta di messa in scena, e questo mi fa sentire controllato da tutti, mi sento come una persona frutto di un esperimento, e so che questo è impossibile, ma c'è una parte di me che ha paura di tutto ciò. Vivo essenzialmente male da nove mesi prendendo zyprexa 12.5 mg e zoloft 50mg, ma i farmaci mi fanno stare solo più tranquillo, ho una gran voglia di vivere ma c'è questo muro che mi ostacola. Sono anche un po' depresso perchè non riesco a trovare una via d'uscita e sembra che la mia intelligenza sia stata intaccata da questo problema. Non provo più emozione tranne che un angoscia terribile e non riesco a provare più piacere. Volevo sapere da che cosa è causato questo pensiero delirante e se c'è un modo per uscirne. Grazie per l'attenzione, attendo fiducioso una vostra risposta.

Caro Valeriano, io credo che dovresti rivolgere queste domande alla tua terapeuta, in quanto potrebbe essere a conoscenza ed aver appreso un quadro più comprensivo e completo di quello che hai sintetizzato nella tua lettera; inoltre non mi sembra giusto darti un altro parere, che solo per questi motivi potrebbe essere anche diverso da quello della persona che ti segue. Allo stesso modo dovresti contrattare con lei e lo psichiatra una modulazione dei farmaci che stai attualmente prendendo e spero che il tuo non sia uno di quei casi in cui non sono compresenti queste figure professionali, pur essendoci una somministrazione di farmaci ed una terapia psicologica; a volte, purtroppo, capita che alcuni medici tendano a volersi sostituire a tutti gli altri e vengono a ricoprire quindi ruoli che non li competono propriamente. Se questo fosse il tuo caso è necessario che tu richieda allo psichiatra di essere seguito in terapia psicologica da uno psicologo o psicoterapeuta, perchè no, di sua fiducia e, viceversa, che lo psicologo/psicoterapeuta ti indichi uno psichiatra. Per il resto non mi sento di rispondere io, un nuovo specialista, alla domanda che poni, soprattutto perchè "pensiero delirante" di per sè ha un significato che forse non è adeguato. Per correttezza deontologica, trovo sia più giusto comportarmi così.

(risponde la Dott.ssa Sara Ginanneschi)

 

Pubblicato in data 12/04/08

 

 

 

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