ossessione (166044)
Bea, 41 (166044)
La mia Storia: Buongiorno, vorrei una vostra opinione professionale riguardo ad una ossessione relazionale che mi sta tormentando. Premetto che ho una bella relazione sentimentale con un coetaneo da alcuni anni, non conviviamo ma è nei nostri progetti. Non ho motivi per dubitare della sua fedeltà ne del suo amore eppure sono tormentata dal bisogno di metterlo alla prova, di controllarlo e spiarlo a tal punto che, non avendo trovato prove o altro di suoi tradimenti o interessi particolari verso altre donne, mi sono creata un alias su un social network per verificare la sua fedeltà! Approfittando di un interesse comune l'ho contattato su facebook e dopo essere diventati amici ho iniziato a conversare con lui dell'interesse comune. Cerco ogni tanto di essere un po' seduttiva per vedere la sua reazione ma lui non cede, resta molto sulle sue. Ma la cosa che non riesco a capire di me è PERCHE' LO FACCIO? E soprattutto perché resto in ansia per le sue risposte al mio alias? Quasi ci rimango male perché lui non mi corteggia.. Sono certa che sotto a questo atteggiamento di ossessivo controllo non ci stia niente di "buono".. potete aiutarmi a capire qualcosa di più del mio stato? Io esteriormente sembro una donna felicemente innamorata e per nulla ossessiva o calcolatrice, riesco a nascondere perfettamente questa mia ossessione, ma a lungo andare ho paura di non riuscire più a controllarmi . Grazie per la vostra risposta, spero mi aiuti
Gentile Bea,
ha ragione sembrerebbe proprio che il suo comportamento possa ascriversi fra le modalità ossessive, credo però che come dice occorra capire perché lo fa: non ho elementi, ma faccio alcune ipotesi: all'interno del vostro rapporto (quello reale) lei percepisce indizi che le suggeriscono la possibilità di essere tradita/abbandonata;
lei teme di affrontare il passaggio alla convivenza; lei è stanca di questa relazione ma non si permette né di chiudere il rapporto né di chiarire gli aspetti sui quali nutre dubbi.
Ovviamente si tratta di supposizioni, che non sono suffragate da dati.
Le suggerirei o di affrontare con molto tatto l'argomento con il suo partner oppure di trovare un professionista ( possibilmente fra gli psicoterapeuti iscritti all'ordine degli psicologi della sua regione, magari scegliendo chi offre il primo colloquio gratuito) con il quale cercare i motivi remoti del suo comportamento.In ogni caso le suggerisco di non sottovalutare la situazione perché potrebbe effettivamente degenerare. augurandole il meglio, la saluto.
S. Bertini
(Risponde la Dott.ssa Susanna Bertini)
Pubblicato in data 09/06/2015