Paura di parlare in pubblico (123044)
Preg.ma Dottoressa,sono un avvocato. Mi ritengo una persona obiettiva e non credo di mentire affermando di essere (per la mia età e per la mia "anzianità di carriera") un discreto avvocato.Ho però un problema che mi angoscia e che non riesco a sconfiggere, ho paura di parlare in pubblico e la cosa mi crea non pochi problemi in udienza. Le spiego meglio, vi sono diversi tipi di udienza, io non ho nessun tipo di problema nell'affrontare le udienze in cui c'è da parlare tra avvocati a ritmo continuo, magari sovrapponendosi o, perchè no, anche scontrandosi e ritengo di cavarmela abbastanza bene in questo contesto. Il problema sono le udienze di discussione, quelle in cui il Giudice è in silenzio, l'avvocato di controparte anche ed io devo prendere la parola. Bocca secca, lingua pastosa, battitti cardiaci acceleratissimi, sudorazione, voglia di sparire nel nulla.Il problema, Dottoressa, è che io saprei perfettamente cosa dire, ma le parole mi si strozzano. Questo problema non mi ha impedito di progredire in carriera; come Le dicevo mi ritengo un discreto avvocato; comprendo le problematiche giuridiche, le sviscero, scrivo degli atti che ritengo soddisfacenti. Per mia fortuna non sono un penalista, quindi di udienze di discussione ne faccio poche; ma di tanto in tanto mi capita. Quando succede mi salvo in corner richiamando le conclusioni formulate nei miei atti. Capisce, però, che è mortificante. Una volta, poi, mi sono trovato spalle al muro; ho dovuto discutere necessariamente la causa: per circa trenta secondi la mia voce era tremolante ed i battiti cardiaci accelerati, poi la voce si è calmata, il cuore anche e, l'eloquio è diventato fluido ed ho dato vita ad una discussione normalissima; ma mi creda, Dottoressa, sono stati trenta secondi interminabili. So che in una risposta non può certo risolvermi il problema, ma almeno mi dia una "soluzione larvata" o mi indirizzi presso qualche struttura che possa aiutarmi. Nella speranza che mi rispondiate e nel ringraziarVi, porgo cordiali saluti.
Caro Claudio, per quanto non lo ritenga realistico non credo che la sua sia una forma di Fobia Sociale, perchè è ristretta ad un ambito davvero troppo limitato. In ogni caso le posso consigliare un metodo per superarla anche se, continuo a ripetere: non ha una malattia vera e propria! Esercizio , non c'è altro da fare! Provi a parlare in pubblico, mentre tutti sono in silenzio in famiglia, con gli amici, con i colleghi e, se in queste circostanze (come temo) non si verifica la stessa condizione ansiogena, l'unica cosa che può fare è immaginare di dover affrontare quella situazione di fronte al giudice cercando di rievocare ogni emozione sgradevole e starci immerso fin quando non si sente che l'ansia cala. Il fatto è che, quello che lei racconta, i 30 secondi di terrore, secondo me andrebbero ristrutturati, nel senso che è normale iniziare un discorso con un po' di apprensione e, sebbene sembrano interminabili, sono 30 secondi nei quali potrebbe bere un sorso d'acqua, schiarirsi la gola, osservare i fogli che ha in mano senza parlare,gestire il silenzio insomma! Le ho fornito la ricetta che ha chiesto per stare meglio, ma forse dovrebbe semplicemente accettare di essere umano, bravissimo nel suo lavoro ma umano, con qualche ansia da prestazione che dura meno di un minuto!
(risponde la Dott.ssa Sara Ginanneschi)
Pubblicato in data 30/07/08
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