Ciao mamma! Le emozioni del feto
I moderni strumenti di diagnosi prenatale confermano ciò che le mamme hanno da sempre pensato, cioe' che i bambini nel grembo materno sentono, sono connessi con ciò che li circonda e soprattutto condividono le emozioni con le loro madri: delusione, depressione, rabbia, paura, affetto. Ecco come si sviluppa la “protocoscienza” che racchiude i rudimenti della personalità del bambino che nascerà.
Da quando i moderni strumenti di diagnosi hanno permesso di sondare ed esplorare la vita intrauterina, di studiarla e monitorarla da vicino, si è scoperto come vive il feto, che cosa "prova", come si sviluppa fin dalle prime settimane.
Si sono accesi i riflettori sull’affascinante inizio della vita, quel paradiso perduto che accomuna tutti. E di approfondire, ma non risolvere, l’antica questione della presenza di un’anima prima della nascita. A cambiare, di conseguenza, è anche la rappresentazione sociale del feto, l’immagine che si ha di questa fase della vita, le aspettative dei genitori stessi.
Le conoscenze attuali hanno demolito pregiudizi e superstizioni. Ma in alcuni casi hanno confermato invece ciò che le mamme hanno da sempre pensato: che i bambini nel grembo materno sentono, sono connessi con ciò che li circonda. E, cosa ancor più intrigante, possono condividere le emozioni con le loro madri, sono in grado di provare delusione, depressione, rabbia e paura. La ricerca dimostra infatti che fin dai primi mesi di gestazione quando la mamma è tranquilla anche il feto lo è, se invece è in ansia lui si agita allo stesso modo. Il misterioso e profondo legame tra madre e feto nasce ben prima del parto.
Anche i bambini nati prematuri esprimono una vasta gamma di emozioni. Osservazioni del comportamento nell’utero ad ultrasuoni, soprattutto tra gemelli, rivelano rabbia, paura, affetto. Il feto inoltre reagisce agli aghi che si intromettono nell’utero con shock, ritiro, aggressione, provando vero e proprio panico. Si calma con la voce della madre, a sei mesi di gestazione può muovere il corpo al ritmo dei suoi discorsi.
Gli studi di psicologia prenatale hanno scoperto che il feto non è un essere passivo e inalterabile ma interagisce con l’ambiente, risponde agli stimoli preparandosi alla vita “fuori” e si turba in alcune situazioni. La ricerca ha evidenziato che le capacità riscontrate nei neonati sono il risultato di un lungo e complesso processo che inizia nella vita intrauterina, c’è continuità tra vita prenatale e postnatale. Si parla dello sviluppo di una “protocoscienza” che racchiude i rudimenti della personalità.
Tratto da d.repubblica - prosegui nella lettura dell'articolo
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