Comportamento suicidario nei giovani con disturbo bipolare
Un nuovo studio mette in relazione le anomalie del cervello con il comportamento suicidario nei giovani con disturbo bipolare.
Un recente lavoro che ha coinvolto adolescenti e giovani adulti affetti da un disturbo bipolare, ha individuato differenze strutturali funzionali nel cervello tra i soggetti con tale patologia che hanno tentato il suicidio e coloro che, affetti da tale disturbo, non lo hanno tentato.
E’ stato stimato che circa la metà degli individui con un disturbo bipolare ha effettuato almeno un tentativo di suicidio nel corso della vita. La scoperta di queste differenze potrebbe aiutare i ricercatori a identificare i giovani maggiormente a rischio.
Anche se i soggetti con disturbo bipolare tendono a sperimentare pensieri suicidari già in adolescenza o nella prima età adulta, quando le aree del cervello coinvolte nell’elaborazione delle emozioni sono in piena maturazione, solo pochi studi hanno cercato di esaminare i circuiti neurali associati al comportamento suicidario nei soggetti di questa età.
Nello studio, pubblicato sull’ sull'American Journal of Psychiatry, i ricercatori hanno utilizzato diverse tipologie di risonanza magnetica (MRI) per studiare il cervello di individui con disturbo bipolare di età compresa tra o 14 e i 25 anni, mettendo a confronto 26 soggetti che avevano tentato il suicidio e 42 che non lo avevano fattO.
Attraverso questo lavoro di ricerca, è stato possibile osservare come le aree del cervello deputate alla regolazione delle emozioni e degli impulsi fossero di dimensioni minori e meno attive nei soggetti che avevano tentato il suicidio, rispetto agli altri partecipanti dello studio.
Inoltre, è stata osservata una riduzione della sostanza bianca, che collega le regioni del cervello, nei partecipanti che avevano tentato il suicidio. Il gruppo dei pazienti che avevano tentato il suicidio, inoltre, presentava una significativa riduzione di materia grigia nella corteccia orbitofrontale, nell’ippocampo e nel cervelletto.
Nelle analisi esplorative, tra i pazienti che avevano tentato il suicidio, è stata riscontrata una significativa correlazione negativa tra connettività prefrontale rostrale destra e ideazione suicida e tra connettività prefrontale ventrale sinistra e l’ideazione suicida.
Secondo i ricercatori, l’azzeramento nei sistemi neurali che sottendono il comportamento suicidari è fondamentale per lo sviluppo di nuove strategie volte alla prevenzione. Queste evidenze potrebbero aiutare i ricercatori a sviluppare interventi finalizzati alla prevenzione del suicidio, attraverso il miglioramento delle funzioni dei circuiti cerebrali perturbati.
Tratto da: psychologytoday
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Rubina Auricchio)
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