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L'empatia è anche negli occhi di chi guarda

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Nella diade empatica in cui uno tra i due è la persona che offre la propria empatia e l'altra è colui che la accetta, recenti studi si sono soffermati su una figura extradiadica, l'osservatore, che non è coinvolto in prima persona ma può valutare la forma di empatia e decidere di non accettarla in base a dei criteri specifici.

Lempatia è anche negli occhi di chi guarda

La ricerca psicologica sull'empatia ha dato uno sguardo agli elementi che riguardano la situazione in cui i protagonisti sono una persona empatica e l'altra è colui con cui entra in relazione. Tuttavia esiste un terzo punto di vista che, anche se non partecipa attivamente, osserva l'evento tra l'empatizzante (colui che esprime empatia) e l'empatizzato (colui che riceve empatia), mentre chi assiste lo chiameremo l'osservatore.

Cercando una prospettiva extradiadica, in uno studio condotto dalla University of California, è stato esaminato come gli osservatori 'terzi' valutano gli empatizzanti e ciò accade in base a dei criteri precisi.

L'empatia è la capacità di comprendere lo stato d'animo altrui, ovvero di "mettersi nei panni dell'altro". Non tutti abbiamo questa capacità empatica di comprendere bene cosa l'altro prova, come l'altro si sente e anche se generalmente è una qualità innata apprezzabile, non in tutte le situazioni in cui viene osservata è ammirata.

È emerso che la 'valutazione dell'empatico' non era sempre positiva e che cambiava in base a chi la operava ma soprattutto in base a chi ne traeva giovamento, oltre alla tipologia dei temi affrontati nella relazione osservata e quindi dall'obiettivo empatico.

Nello studio è emerso che gli empatizzanti (rispetto ai non empatizzanti) di un'esperienza stressante erano rispettati/amati di più quando l'empatizzato era un esempio positivo (ad esempio, se la figura era di un medico del reparto pediatrico), ma non quando l'obiettivo era negativo (ad esempio, una figura rappresentata da un uomo, ricco che per vivere applicava esperimenti sugli animali).

Nel complesso, gli empatizzanti sono stati visti come più coinvolti, ma in misura minore quando rispondevano ad una esigenza di un target negativo.

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Quando l'obiettivo dell'empatia piace, i due protagonisti vengono valutati come un duo che opera insieme, esprimendo una:

  •  valenza positiva dell'empatia (cioè, "mi piace l'empatia e chi la applica")
  •  valenza positiva del bersaglio (cioè, "mi piace il bersaglio empatico") sono allineati, dando luogo a valutazioni positive degli empatizzanti.

Quando l'obiettivo non era condiviso la frase spesso pronunciata dall'osservatore era "quella persona sta esprimendo empatia verso qualcuno che non mi piace" mettendo in dubbio anche colui che mostrava empatia.

Quindi, provando a mettere in ordine, i protagonisti sono:

  • colui che mostra empatia (empatizzante)
  • il contesto e la persona che viene accolta e compresa (empatizzato)
  • colui che osserva l'azione (osservatore extradiade)

Gli scenari possibili sono:

  • colui che mostra empatia, che se empatizza con qualcuno di apprezzabile, è accettato agli occhi dell'osservante
  • colui che esprime empatia, se la attua verso un altro, con il quale l'osservatore non condivide il pensiero, non è accettato.

Gli effetti sull'osservatore posso essere di tre tipi:

  • positivo, nel caso in cui la persona empatica rispecchia dei canoni e la persona empatizzata abbia un obiettivo che è condiviso dall'osservatore.
  • negativo, nel caso in cui la persona empatica corrisponde agli standard di apprezzabilità e fiducia ma la motivazione della persona che riceve empatia non è in linea con il modo di pensare dell'osservante

Riassumendo la simpatia e il rispetto delle persone diminuiscono per coloro che entrano in empatia con individui moralmente discutibili, come suggerisce la ricerca nel Journal of Personality and Social Psychology. I ricercatori hanno reclutato 3.342 partecipanti negli Stati Uniti per sette studi online. In tutti gli studi, hanno presentato ai partecipanti vari scenari in cui un individuo ha risposto all'esperienza personale condivisa di un altro individuo con empatia o neutralità. I partecipanti hanno apprezzato e rispettato l'empatizzante fintanto che rispettavano anche l'obiettivo dell'empatizzato. Quando i partecipanti non approvavano l'obiettivo dell'empatizzato (p. Es., A causa di convinzioni etiche o politiche), i partecipanti non hanno tanto apprezzato e rispettato l'empatizzante.

In alcuni studi, i partecipanti preferivano persino quando l'empatizzante sceglieva di condannare piuttosto che entrare in empatia con il personaggio non gradito.

 

 

Riferimento:

  • Journal of Personality and Social Psychology. Evaluations of Empathizers Depend on the Target of Empathy. Y. Andre Wang and Andrew R. Todd Online First Publication, September 17, 2020. doi.org/10.1037/pspi0000341

 

 

 

 

{a cura della dott.ssa Assunta Giuliano}

 

 

 

 


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Tags: empatia osservatore credibilità

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