Le prime impressioni sui partecipanti di un grande gruppo.
Entri in una stanza e scruti rapidamente tra la folla per avere un'idea di chi c'è, quante persone ci sono e se esistono delle "minoranze" numeriche. Quanto è affidabile la tua stima?
In uno studio sperimentale, i ricercatori hanno scoperto che i partecipanti commettevano un errore consistente nella stima della proporzione di uomini e donne in un gruppo. I partecipanti hanno sbagliato in un modo particolare: hanno sopravvalutato (contato in modo erroneo) qualunque gruppo fosse in minoranza.
"La nostra attenzione è attratta dai valori anomali", ha affermato Mel W. Khaw, ricercatore presso la Duke e autore principale dello studio. L'obiettivo dello studio è stato quello di osservare quanto 'valore' diamo ad una nicchia numerica in mezzo alla folla, in questo caso misurato attraverso il conteggio tramite osservazione iniziale da parte del campione.
I risultati indicano che "Tendiamo a sopravvalutare le persone che si distinguono in mezzo alla folla".
Per lo studio, che appare online sulla rivista Cognition, i ricercatori hanno reclutato 48 osservatori di età compresa tra 18 e 28 anni. Ai partecipanti è stata presentata una griglia di 12 facce e gli è stato concesso solo un secondo per dare un'occhiata alla griglia. Ai partecipanti allo studio è stato quindi chiesto di stimare il numero di uomini e donne visionati nella griglia.
I partecipanti hanno valutato accuratamente i gruppi omogenei, gruppi contenenti tutti gli uomini o tutte le donne. Ma se un gruppo conteneva meno donne, ad esempio, i partecipanti sopravvalutavano il numero di donne presenti. I ricercatori hanno anche monitorato i movimenti oculari dei partecipanti. Hanno scoperto che i partecipanti guardavano più spesso qualunque gruppo fosse in minoranza, indipendentemente che si trattasse di uomini o donne.
Tutto questo è accaduto molto rapidamente, durante uno sguardo di appena un secondo, ha riferito il co-autore e psicologo della Duke Scott Huettel. "Dovremmo riconoscere che il nostro sistema visivo è impostato per orientarci verso alcuni tipi di informazioni più che di altre", ha affermato Huettel.
"Le persone formano un'impressione iniziale molto rapidamente e quell'impressione influenza il punto in cui guardiamo dopo".
È interessante notare che la stessa tendenza a concentrarsi sull' "outlier" (in italiano Valore Anomalo) si è estesa anche alla scansione di altri tipi di immagini. In un secondo esperimento, ai partecipanti allo studio è stata mostrata una griglia di foto della natura che mostravano una varietà di scene interne ed esterne. I partecipanti hanno costantemente sopravvalutato qualunque tipo di scena apparisse meno spesso.
Ad esempio, se una griglia di 12 foto conteneva due scene all'aperto, ad esempio una cascata e una catena montuosa, i partecipanti hanno riferito, in media, che la griglia conteneva tre di queste scene. In altre parole, lo stesso comportamento si verificava se le persone guardavano volti o scene.
Si tratterebbe di un 'difetto' innato nella percezione umana suggerisce che i nostri giudizi rapidi dovrebbero essere visti con cautela. "I giudizi a scatto sono potenti", ha affermato Huettel. "Ma non sono perfetti."
"Quando gli esseri umani entrano in una situazione sociale, cercano immediatamente di scoprire l'ambiente", ha riportato Kranton. "Scansioniamo per vedere chi c'è e come adattiarci: è un'esperienza umana comune. È un'esperienza che viviamo molte volte".
Riferimento:
- Mel W. Khaw, Rachel Kranton, Scott Huettel. Oversampling of minority categories drives misperceptions of group compositions. Cognition, 2021; 214: 104756 DOI: 10.1016/j.cognition.2021.104756
(traduzione e adattamento a cura della dott.ssa Assunta Giuliano)
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