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"Mi sembrate tutti uguali"

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on . Postato in News di psicologia | Letto 2101 volte

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Nei primi processi cognitivi si manifesta una minore differenziazione delle caratteristiche facciali di altre razze.


differenza razze
"Tutti voi mi sembrate simili" ,si sente spesso inquadrato in senso comico, sebbene sia una forma di stereotipo e persino di pregiudizio. Per una razza, le persone di altre razze sono difficili da differenziare l'una dall'altra. Alcuni lo chiamano "l'effetto dell'altra razza". È qualcosa di più di una battuta.



La nuova ricerca di UC Riverside lo conferma, trovando che tutti noi siamo in grado di elaborare, o non elaborare, le differenze facciali in base alla razza. Questo processo si verifica nelle prime elaboarazioni del nostro processo di pensiero.

La ricerca, pubblicata sulla rivista National Academy of Sciences of the United States, o PNAS, è stata guidata dallo psicologo della UC Riverside, Brent Hughes. La domanda dominante posta nel documento è: quando osserviamo membri di un altro gruppo razziale, le loro effettive distinzioni fisiche appaiono confuse nella nostra mente?

I partecipanti allo studio erano 17 persone bianche sottoposte alla visione di volti bianchi e neri su un monitor, mentre giacevano all'interno di uno scanner di risonanza magnetica funzionale, che identifica i cambiamenti nell'attività cerebrale. Alcuni esperimenti sono stati condotti anche al di fuori della risonanza magnetica.

Hughes e il suo team hanno esaminato la corteccia visiva ad alto livello dei partecipanti bianchi per vedere se fosse più sintonizzata sulle differenze tra i volti bianchi rispetto a quelli neri. La corteccia visiva è la prima tappa per elaborare gli impulsi dagli occhi; la corteccia visiva ad alto livello è specializzata nell'elaborare i volti.

Le loro scoperte hanno confermato studi precedenti, determinando che i partecipanti mostravano una maggiore tendenza ad individuare e riconoscere le differenze nei volti della propria razza e meno nei volti delle altre razze.

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Ma lo studio di Hughes è andato oltre, dimostrando quanto profonda sia questa tendenza: fin dai nostri primi processi sensoriali.

"I nostri risultati suggeriscono che i pregiudizi per i volti di altre razze emergono in alcune delle prime fasi della percezione sensoriale", ha scritto Hughes nel documento, dal titolo "L'adattamento neurale ai volti rivela effetti di omogeneità razziale verso un outgroup, nella percezione precoce".

Hughes ha scritto che le conseguenze dell'aver notato le differenze tra i membri della propria razza ma non delle altre, sono profonde. Queste percezioni precoci possono essere a cascata, influenzando credenze e comportamenti a valle.

Le implicazioni possono variare da "imbarazzante" a "cambiare la vita", basti pensare a quando il sospetto sbagliato in un crimine viene selezionato erroneamente da una lista di soggetti. "Siamo molto più propensi a generalizzare le esperienze negative se consideriamo gli individui come parti simili o intercambiabili di un ampio gruppo sociale", ha affermato Hughes.

Studi precedenti hanno scoperto che "l'effetto dell'altra razza" si manifesta in popolazioni diverse dai bianchi. Ma Hughes non è a suo agio nell'estendere le sue scoperte per supporre che anche i neri non riescano a differenziare le facce bianche, nella corteccia visiva ad alta visuale. Il motivo: percezioni di maggioranza vs. percezioni di minoranza.

"I membri di gruppi minoritari finiscono con l'essere esposti a un maggior numero di membri di gruppi maggioritari rispetto ai membri della maggioranza esposti a membri di minoranza", ha detto. "Potrebbe essere che l'esposizione a individui di gruppi diversi possa aiutare il sistema visivo a sviluppare competenze che riducono questo effetto".

"Questi effetti non sono incontrollabili", ha detto. "Questi pregiudizi razziali nella percezione sono malleabili e soggetti a motivazioni e obiettivi individuali. In questo senso, gli atteggiamenti, i motivi e gli obiettivi possono plasmare i processi percettivi visivi".

I coautori dello studio includono Nicholas P. Camp, Jennifer L. Eberhardt, Vaidehi S. Natu e Kalanit Grill-Spector di Stanford; e Jesse Gomez della UC Berkeley.

 

FONTE:

  • Brent L. Hughes, Nicholas P. Camp, Jesse Gomez, Vaidehi S. Natu, Kalanit Grill-Spector, Jennifer L. Eberhardt. Neural adaptation to faces reveals racial outgroup homogeneity effects in early perception. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2019; 201822084 DOI: 10.1073/pnas.1822084116

 

 

Articolo a cura della dottoressa Arianna Patriarca

 


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Tags: pregiudizio razziale percezione news di psicologia

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