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Perché alcune persone sono così sicure di avere ragione

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Una nuova indagine potrebbe aiutarci a comprendere perché alcune persone sono così sicure di aver ragione e a conoscere il giusto modo di comunicare con chi tende ad ignorare qualsiasi prova contraddica le proprie credenze.

ragione

Queste persone sono conosciute come individui dogmatici, i quali hanno fiducia nelle loro convinzioni, anche quando una persona esperta è in disaccordo e le prove le contraddicono.

Un nuovo studio, condotto presso la Case Western Reserve University di Cleveland, in Ohio, ha tentato di fornire una spiegazione a tutte quelle posizioni religiose e politiche estreme, sempre più diffuse nella società attuale.

I ricercatori hanno condotto due studi volti ad esaminare le caratteristiche della personalità alla base del dogmatismo tra individui religiosi e non religiosi.

I risultati delle indagini hanno evidenziato la presenza sia di somiglianze che di importanti differenze alla base del dogmatismo in questi due gruppi.

In entrambi i gruppi è emerso come una maggiore abilità di ragionamento critico sia associata a bassi livelli di dogmatismo. Tuttavia, questi due gruppi si differenziano per il modo in cui la preoccupazione morale influenza il loro pensiero dogmatico.

Jared Friedman, studioso del comportamento organizzativo e coautore degli studi, ha spiegato:” Tali evidenze dimostrano come gli individui religiosi possano aggrapparsi a determinate credenze, in particolare a quelle che sembrano in contrasto con un ragionamento analitico, proprio perché quelle credenze sembrano amplificare i loro sentimenti morali”.

La risonanza emotiva permette alle persone religiose di sentirsi più sicure: più considerano qualcosa come moralmente corretto, tanto più questo affermerà il loro punto di vista. Al contrario, la preoccupazione morale rende le persone non religiose meno sicure.

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Secondo i ricercatori, tali evidenze potrebbero suggerirci un modo per comunicare efficacemente con individui estremisti. Questi ipotizzano, infatti, che appellandosi al senso di preoccupazione morale di un dogmatico religioso e alla logica razionale e distaccata di un dogmatico antireligioso, è possibile incrementare la probabilità di essere presi in considerazione da loro.

Gli studi, condotti su un campione costituito da più di 900 soggetti, hanno anche permesso di individuare delle somiglianze tra individui religiosi e non religiosi. In entrambi i gruppi, i soggetti più dogmatici si sono rivelati anche meno abili nel pensiero analitico, oltre che meno disposti a considerare una questione da altre prospettive.

All’interno del primo studio, 209 partecipanti si definivano Cristiani, 153 non religiosi, 9 ebrei, 5 buddhisti, 4 indù, 1 musulmano ed altri 24 hanno riferito di professare un’altra religione. Ai soggetti sono stati somministrati dei test finalizzati alla valutazione di variabili quali il dogmatismo, la preoccupazione empatica, il ragionamento analitico e le intenzioni prosociali.

I risultati della ricerca hanno mostrato come i partecipanti religiosi abbiano presentato più alti livelli di dogmatismo, preoccupazione empatica e di intenzioni prosociali, mentre i non religiosi hanno ottenuto risultati migliori nell’ambito del ragionamento analitico. La minore empatia tra i non religiosi corrispondeva ad un maggiore dogmatismo.

Il secondo studio, che ha preso in considerazione 210 partecipanti identificati come cristiani, 202 come non religiosi, 63 indù, 12 buddisti, 11 ebrei, 10 musulmani ed altri 19 appartenenti ad altre religioni, ha riprodotto, per la gran parte, il primo, con l’aggiunta di misure volte ad indagare aspetti quali l’assunzione di una prospettiva e il fondamentalismo religioso.

I ricercatori hanno scoperto che più un individuo si rivela rigido, religioso o meno, minore sarà la probabilità che lui/lei consideri il punto di vista altrui. Il fondamentalismo religioso, inoltre, era fortemente correlato con la preoccupazione empatica trai religiosi.

In più, secondo il Dottor Anthony Jack, Professore associato di Filosofia e coautore dello studio, sebbene, da un lato, una maggiore empatia sembri essere auspicabile, un’empatia smoderata può rivelarsi pericolosa. Secondo il Dottor Jack, infatti, i terroristi, all’interno della loro bolla, credono che quello che stanno facendo sia altamente morale. In più, pensano di correggere ciò che c’è di sbagliato e di proteggere qualcosa di sacro.

All’estremo opposto, malgrado basino la propria esistenza sul pensiero critico, gli atei potrebbero non essere in grado di considerare gli aspetti positivi della religione e, per questo motivo tendono a vedere solo ed unicamente gli elementi che contraddicono il loro pensiero scientifico e analitico.

Secondo i ricercatori, questa recente indagine, che ha fornito un ulteriore sostegno allo studio precedentemente effettuato, ha dimostrato come gli individui siano dotati di due reti cerebrali, una per l’empatia e una per il pensiero analitico, in conflitto tra loro.

Nei soggetti sani, questi processi di pensiero procedono parallelamente, con la scelta della rete appropriata in base alla questione da valutare. Ma nella mente di un religioso sembra dominare la rete empatica, mentre nei non – religiosi prevale una rete analitica. 

Secondo gli autori dello studio, Il dogmatismo si applica a tutte le credenze fondamentali, dalle abitudini alimentari come ad esempio l’essere vegani, vegetariani o onnivori, alle opinioni politiche ma anche alle credenze sull'evoluzione e sul cambiamento climatico.

 

 

Tratto da: psychcentral

 

 

(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Rubina Auricchio)

 

 

 

 


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Tags: news di psicologia dogmatismo;

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