Psicologia, Gilgameš: il primo saggio sulla teoria sessuale
Si dice – perché lo si è sempre detto, scritto e insegnato – che gli antichi non conoscessero la psicologia. E in effetti il termine greco psyché, “anima-respiro” – il cui significato deriverebbe da psýcho (“soffiare”) – rimanda più che altro a un’entità in qualche modo “organica”: il soffio che anima i viventi. Per questo – avverte Omero – psyché può essere esalata e, una volta abbandonato il corpo, scompare sotto terra “come fumo” (Il., XXIII, 100). Nel suo monumentale Le origini del pensiero europeo, Onians sintetizza così: “La psyché, d’altra parte, è nella persona, ma non si parla di essa come di qualcosa che si trovi nei polmoni o nel petto, né che pensi o senta finché la persona è viva. Sembra piuttosto un “principio vitale” o anima, non coinvolta allo stato di coscienza ordinaria, un’entità che persiste, ancora priva di siffatta coscienza, nella dimora di Ade, dove si identifica con l’eidolon, il sembiante visibile ma impalpabile del defunto”. Tutt’altra cosa, quindi, dalla psiche freudiana, vale a dire (benché in modo grossolano) il complesso delle funzioni mentali e dei processi ‒ consci o inconsci ‒ in cui si articola l’esperienza individuale.
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