«Ogni uomo in buona salute può fare a meno di mangiare per due giorni; della poesia, mai»
Charles Budelaire
La visione “dannata” della vita del poeta francese ben si adatta a personificare una concezione moderna dell’uomo, che contrasta con l’idea meccanicistica dell’era post-industriale.
Lo scontro fra visioni, per quanto astratto per esigenze poetiche da una parte, per necessità ingegneristiche dall’altra, si consuma attorno all’idea che il “mangiare”, inteso come mera necessità di sopravvivenza, mediata – nella società occidentale – dall’ottenimento del denaro tramite il lavoro, non sia la condizione maggiormente motivante, in realtà.