Otto persone frequentano lo stesso gruppo psicoterapico, tenuto da una vecchissima analista. Durante una seduta, la professionista, immobile e in silenzio - fedelmente all'ortodossia psicoanalitica - nella conduzione del gruppo, muore per arresto cardiaco. Gli otto se ne accorgono solo quando, al termine dell'eccessivamente lungo e inspiegabile silenzio, vedono la sigaretta bruciarle fra le dita.
Il gruppo decide allora di proseguire l'esperienza con un altro terapeuta. La ricerca è tuttavia vana e infruttuosa, perché quelli scelti dopo una serrata consultazione telefonica fra sette partecipanti (uno ha già abbandonato il gruppo), si rivelano quantomeno non adatti. I sette decidono allora di cimentarsi in una "autoterapia" di gruppo, che verrà condotta a turno nelle case dei partecipanti (con il padrone di casa che è anche il terapeuta del giorno).
Il gruppo così condotto naufraga però poco dopo, mentre si sviluppano le vicende dei singoli personaggi, variamente intrecciate tra loro. Al termine, il gruppo si ritroverà, per via del suicidio dell'unico che aveva abbandonato la ricerca di un nuovo terapeuta (il violoncellista): lo spunto, sia pur macabro, permetterà però di scoprire che ognuno dei partecipanti è avviato verso uno scioglimento dei propri problemi personali.