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Chi è lo psicologo giuridico?

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on . Postato in Psicopatologia | Letto 3017 volte

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chi e lo psicologo giuridicoGli Psicologi che si occupano di Psicologia giuridica sono in notevole aumento in questi ultimi anni.

Questo è avvenuto per diverse ragioni, sia socio-politiche, sia dovuto allo sviluppo della conoscenza delle strutture mentali:

  1. In primo luogo, le spinte sociali date, da parte dello Stato, a una maggiore attenzione e tutela alla Età Evolutiva e al Contesto Familiare, hanno riportato alla revisione di strutture, leggi e programmi, per una più efficace salvaguardia dell’integrità familiare, sia nel senso della difesa della sua “autenticità”, sia nel senso della protezione dei suoi membri, sia infine nel senso del rispetto della dignità della persona, anche se trattasi di colpevole di reato penale;
  2. In secondo luogo il concetto di malattia mentale ha incluso sempre più una eziologia psichica e psicodinamica, anche per disturbi mentali tradizionalmente imputati a vicende organiche o traumatiche di competenza medica. Questo permette di ancorare concetti come maturità e responsabilità a più adeguati criteri di diagnostica differenziale. Inoltre le conoscenze intorno alle dinamiche intrapsichiche e relazionali sono ormai utilizzate ampiamente all’interno di ogni progetto istituzionale di intervento sociale;
  3. Infine la presa in carico del problema della prevenzione sta diventando sempre più urgente, dato lo sviluppo della delinquenza minorile, del problema della droga, e degli atti di violenza, in primo luogo quelli sessuali. A questo proposito si riscontra un aumento degli atti di vandalismo e di violenza gratuiti (atti delinquenziali non seguiti da furto o da rapina); fatto, questo, che pone l’accento sull’aspetto sadico e quindi psicopatologico dell’atto criminoso, piuttosto che sulle sue correlazioni con la povertà, col disagio ambientale o col perseguimento di un facile arricchimento.

Allo Psicologo giuridico si aprono quindi nuove possibilità professionali, per far fronte alle quali deve acquisire nuove competenze professionali e specializzare il suo intervento. Infatti si tratta di un campo professionale in cui è necessaria estrema cautela e competenza specifica: la gravità delle decisioni che conseguono alle valutazioni (affidamento dei figli, idoneità all’adozione, ecc.) è evidente.

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La funzione dello psicologo in ambito giuridico è di tipo prevalentemente consulenziale ed è finalizzata a rispondere a quesiti legali di natura diversa a seconda dei Tribunali (Civile, Penale, Minorile) in cui è formulata la richiesta e delle finalità per le quali è fatta. Per esempio in ambito penale lo psicologo come perito di fiducia del giudice può essere chiamato ad effettuare una perizia per valutare la capacità di intendere e di volere del soggetto autore di reato e la sua pericolosità sociale. In ambito civile lo psicologo può, ad esempio, essere nominato dal giudice in caso di separazione e divorzio conflittuale dei coniugi per effettuare una consulenza psicologica onde accertare quale sia il migliore regime di affidamento per il minore.

Psicologo giuridico non è un qualsiasi Psicologo che risponde ai quesiti del diritto, ma uno Psicologo che ha maturato una particolare esperienza in questo campo, che conosce non solo le leggi ma il contesto culturale e professionale in cui gli operatori del diritto si muovono, che sa contestualizzare i propri strumenti diagnostici e di intervento, che ha bene presente la specificità del lavoro clinico, sociale ed educativo in ambito forense.
E’ essenziale che le competenze professionali dello Psicologo Giuridico includano tre tipi di esperienza:

  1. Una approfondita conoscenza della teoria dello sviluppo psicologico individuale sia normale che patologico.
  2. Una solida esperienza clinica ottenuta dopo un lungo periodo di pratica clinica esperita non solo nel privato ma anche in ambito istituzionale, per evitare che vengano escluse dall’esperienza le patologie più gravi.
  3. Una specifica conoscenza delle dinamiche di gruppo e delle strutture familiari (Psicoterapia di gruppo e Psicoterapia della Famiglia). Questa competenza è importante perché la conoscenza delle strutture psichiche dell’individuo non è da sola sufficiente per comprendere le dinamiche gruppali. E’ ormai accertato che il comportamento ed il funzionamento mentale del soggetto in gruppo si differenzia sostanzialmente da quello posto in essere nei rapporti individuali (vedi ad esempio la violenza negli stadi di calcio, i vandalismi collettivi ecc.).
  4. Una conoscenza non superficiale delle leggi e delle procedure giudiziarie (Conoscenza almeno del Diritto di Famiglia, delle Leggi sulla tutela del minore, dell’Ordinamento Penitenziario e dei relativi rimandi al Codice Penale e di Procedura Penale). Questa non può ottenersi, salvo rari casi di doppia competenza, se non attraverso una serie di seminari tenuti da Magistrati.


BREVE STORIA DELLA PSICOLOGIA GIURIDICA

La psicologia giuridica in Italia ha radici molto antiche che risalgono agli inizi del '900, epoca in cui studiosi come U. Fiore , S. G. Ferrari, A. Renda e S. De Sanctis, già segnalavano, attraverso articoli e lavori specifici, le varie direzioni in cui si poteva sviluppare la materia.

Ma soltanto nel 1925 con la pubblicazione di "Psicologia Giudiziaria" di Enrico Altavilla - giurista napoletano, docente di Diritto e Procedura Penale – la psicologia giuridica ebbe una vera sistematizzazione, riuscendo a cogliere le sfumature del Diritto e della Psicologia, coniugandole all’interno del processo e nel contempo facendo mantenere ad entrambe le discipline la loro necessaria autonomia.

Dopo il trattato di Altavilla, però, iniziò una fase in cui la psicologia giuridica ebbe un lungo periodo di chiusura da parte del sapere giuridico, come conseguenza di conflitti culturali e scientifici legati a interessi dell’epoca.Fino agli anni cinquanta, di fatto, quasi più nulla.

Ma il vero ritorno incisivo della psicologia giuridica può essere collocato verso la fine degli anni '70, con l'impulso di autori e studiosi come Gaetano De Leo, Luisella de Cataldo, Guglielmo Gulotta. Importante, è ricordare a questo proposito, la positiva esperienza del lavoro svolto presso l'Istituto di Osservazione del Ministero di Grazia e Giustizia con sede nella casa Circondariale di Roma Rebibbia "Nuovo Complesso", di cui era Direttore dell'Istituto di Osservazione Mario Fontanesi, Istituto che aveva come scopo lo studio approfondito della personalità del condannato su tre livelli - anamnesi, colloqui clinici, Test proiettivi.

Attualmente, la psicologia giuridica sembra avere finalmente raggiunto un punto stabile di equilibrio fra le diverse discipline che regolano l'ambito forense, trovando una sua collocazione fra il diritto e la psichiatria forense. Ne sono testimoni i numerosi Corsi di Formazione, di Perfezionamento e Master, svolti presso strutture pubbliche e private, ma anche la nascita di associazioni di psicologia giuridica (Associazione Italiana di Psicologia Giuridica AIPG, struttura a carattere nazionale di psicologi e giuristi), che si vanno ad affiancare a strutture più prettamente criminologiche o a centro studi e ricerche (Società Italiana di Criminologia S.I.C., Istituto Superiore Internazionale di Scienze Criminali ISISC, Istituto di Formazione e Ricerca Scientifica CEIPA, ecc.), l'intervento sempre più massiccio di psicologi nei Tribunali, soli, o in collaborazione collegiale con altre figure professionali nell'ottica della complementarietà e della interdisciplinarietà (psichiatra forense o medico legale) e, finalmente, l'assegnazione di cattedre.

Si può suddividere la psicologia giuridica in cinque differenti campi:

  1. la psicologia criminale, che si occupa dello studio della personalità di un individuo in quanto autore di un reato, dei concetti di criminalità e devianza, di devianza minorile, dei modelli di analisi e delle teorie interpretative;
  2. la psicologia giudiziaria, che studia la personalità dell'individuo in quanto imputato, nonché le persone che partecipano al processo (giudici, testimoni, avvocati, parti lese). Analizza gli aspetti di responsabilità penale e pericolosità sociale, le strategie e le tattiche in ambito processuale, la vittimologia e la psicologia della testimonianza.
  3. la psicologia penitenziaria, che esamina i problemi psicologici relativi alla detenzione, attraverso attività di osservazione, sostegno e trattamento del condannato; che esamina la personalità di un soggetto sottoposto ad una pena, in riferimento all’ordinamento penitenziario (legge 26 luglio 1975 n. 354) sulle misure alternative alla detenzione e sul trattamento individualizzato. In particolare l'individuazione del trattamento comporta un'attenta considerazione dei bisogni di ciascun individuo.
  4. la psicologia giuridica civile, che valuta, attraverso consulenze tecniche nei casi di separazione e divorzio e nei casi di adozione, le capacità genitoriali in ordine all'affidamento dei figli e all'adozione nazionale e internazionale;
  5. la psicologia legale, che coordina le nozioni di psicologia esistenti all'interno del codice per contribuire al miglioramento delle leggi, naturalmente attraverso analisi delle categorie giuridiche a rilevanza psicologica.

Numerose sono le innovazioni introdotte di recente nell'Ordinamento Giuridico del nostro Paese che vanno nella direzione di una rivalutazione delle competenze psicologiche. Di conseguenza, il legislatore ha egli stesso attribuito dignità di “funzione sociale scientificamente fondata”, alla Psicologia in generale e alla Psicologia Clinica in particolare; disciplinando la professione dello Psicologo.

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A questo punto però cominciano ad assumere rilevanza i problemi connessi ai delicati rapporti di coesistenza e collaborazione tra Psicologo e Magistrato, vale a dire tra Psicologia e Giustizia. Innanzitutto vi è una difficoltà di collaborazione giustificata da una progressiva divaricazione delle conoscenze. Questo fatto è purtroppo in un certo modo inevitabile nella misura in cui la Psicologia diventa una specifica branca scientifica.Vi sono poi ancora persistenti luoghi comuni sia per quanto concerne la psicopatologia sia per quanto concerne gli effetti del disadattamento sociale.
Questo non significa che il Giudice debba acquisire “professionalità” psicologica, né tanto meno che lo Psicologo diventi un uomo di Legge, quanto che venga creata una cultura psicologico-forense tale da costituire patrimonio comune e area di incontro e di collaborazione.

Se è pur vero che vi è sempre stata una certa diffidenza “di principio” da parte del Giudice nei confronti della Psicologia, tuttavia è anche vero che la Psicologia, in particolare la Psicologia clinica, ha sempre avuto difficoltà a proporsi come legittimata sul piano scientifico. Inoltre lo Psicologo non ha raggiunto nel nostro Paese uno “status” professionale adeguato, soprattutto in termini di diversificazione delle specializzazioni. Questa diffidenza o meglio questa scarsa fiducia da parte del Giudice è quindi per un certo verso giustificata, in quanto la Psicologia giudiziaria è ancora un settore affrontato certamente in modo frettoloso e approssimato.


Per saperne di più:

  • https://www.aipgitalia.org
  • https://www.psicologiagiuridica.com
  • https://www.psicologiainvestigativa.it
  • Elementi di psicologia giuridica e di diritto psicologico civile, penale, minorile, Guglielmo Gulotta e collaboratori
  • Manuale di psicologia giuridica, Quadrio A., De Leo G. - C.E.A. Ambrosiana, Milano, 1995.
  • Criminologia e processo penale: il problema dell'indagine sulla personalità dell'imputato, Pradiso P
  • La psicologia clinica nella giustizia penale, Giuffrè, Milano 1989
  • La psicologia dei testimoni, G.Dattino
  • Il valore psicologico della testimonianza, U. Fiore
  • Psicologia giudiziaria, Altavilla Enrico - UTET, TORINO
  • Trattato di psicologia giudiziaria, Guglielmo Gullotta - GIUFFRE’
  • Elementi di psicologia della testimonianza, Musatti Cesare - Liviana editrice

 

A cura di Lara D'Orazio

 


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