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L'uomo che eiacula

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uomo che eiaculaTRAMA DEL SOGNO – CONTENUTO MANIFESTO

“Buongiorno dottor Vallone,

Le riassumo un sogno fatto questa notte che è ancora molto vivido nella mia memoria.

Mi trovavo in una città che non è la mia per andare ad un concerto rock e, siccome era sera ed ero stanca, capito improvvisamente in una stanza con un letto matrimoniale (la mia stanza di ragazza).

Mi infilo, credo solo con la biancheria intima, sotto le coperte e capisco che dietro di me c'è un uomo.

Ha i capelli rossi, è nudo, è magro, quasi troppo (nella realtà sono magra anch'io e gli uomini magrissimi non mi attirano).

È più giovane di me (io ho 54 anni). Accanto al letto c'è un suo amico, vestito, che poi sparirà.

L'uomo coi capelli rossi inizia ad accarezzarmi i seni e inizialmente mi piace, poi me li succhia e io provo fastidio e lo allontano.”

Sempre dietro di me inizia a masturbarsi.

Penso che abbia un bel pene e mi sento quasi in dovere di fare qualcosa per partecipare al suo piacere.

Prima lo accarezzo e poi cerco di praticare una “fellatio”, ma non voglio che eiaculi nella mia bocca e desisto quasi subito dicendogli "continua da solo".

Lui raggiunge l'orgasmo e mi imbratta letteralmente di sperma: le gambe sono piene, così come il seno, la faccia e i capelli (nel sogno mi dico che potevo pensarci prima e legarli).

Alla fine del sogno gli dico "se anziché stare zitto mi dicevi che stavi per venire, non ti avrei lasciato solo, avrei partecipato".

La sua risposta è stata: "mi sono svuotato".

Nel sogno io non provavo piacere alcuno.

Scusi la lunghezza, ma era importante per me raccontare tutto quello che ricordavo. La cosa che più mi è rimasta in mente è la quantità di sperma e le parole che ci siamo scambiati, che ho riportato tra virgolette perché sono testuali. Mi scuso per la terminologia, ma so che è importante anche quella.

La ringrazio fin d'ora per la sua analisi e Le auguro una serena giornata.

Sabina”

DECODIFICAZIONE E CONTENUTO LATENTE

 

CONSIDERAZIONI

Le teorie freudiane sulla sessualità infantile, depositate dal grande Capo nei Saggi del 1905, destarono scandalo in una cultura occidentale sessuofobica e costarono all’ebreo non praticante Freud l’accusa di immoralità. Nel tempo questi “Saggi” sono stati oggetto di valutazione contrastata e ritenuti dai più non certo la migliore produzione scientifica di Freud a causa soprattutto del “pansessualismo”. Le perplessità moralistiche si legavano al tema e alle verità oggettive contenute e sperimentate da Freud nello svolgimento della pratica clinica. Fondamentalmente i “Saggi sulla sessualità infantile” contengono le teorie sulle fasi di sviluppo della “libido”: “orale”, “anale”, “fallico-narcisistica” e “genitale”, un Sapere ancora oggi sperimentabile e sperimentato. E’ utile a livello metodologico superare la valenza temporale del concetto di “fase” e assumere il concetto statico-evolutivo di “posizione” secondo la lezione di Melanie Klein.

Questa premessa scientifica è dovuta al fatto che il sogno di Sabina richiama chiaramente la sua “posizione fallico-narcisistica”, “l’uomo che si masturba”, che aspira ad evolversi nella “posizione genitale”: passaggio da un isolamento psichico a un desiderio di coinvolgimento globale e donativo, dal solipsismo esistenziale alla comunione dei sensi e degli intelletti.

Inoltre, il sogno di Sabina evidenzia tra le righe una “posizione edipica”, relazione e conflittualità con i genitori, bloccata e in via di risoluzione. Questo quadro psicodinamico s’incentra sul “fantasma del maschio”, “parte positiva” e “parte negativa”, con netto privilegio di quest’ultima, e sul meccanismo psichico di difesa dello “splitting” o “scissione dell’imago”. 

Sabina aiuta l’interpretazione del sogno con i suoi interventi fornendo le chiavi di lettura di quattro punti importanti, due determinanti e due tra umorismo e autoironia: (la mia stanza di ragazza) e (io ho 54 anni) e (nella realtà sono magra anch'io e gli uomini magrissimi non mi attirano) e (nel sogno mi dico che potevo pensarci prima e legarli). 

Ancora: Sabina offre un sogno chiaro e compiuto nel suo “contenuto manifesto”: lo leggi e lo capisci e ti diverti anche con le sue esagerazioni. Magari ti dispiace il coinvolgimento a corrente alternata della protagonista e pensi a quanto benessere ha rinunciato.

Magari si può, come al solito, pensare che Sabina ha saputo accomodare e rattoppare con le apposite pezze giustificative la trama del suo sogno.

Ma non è così!

Sabina sogna in questo modo aristotelico, quasi logico consequenziale, nell’ultima fase REM, quella mattutina, quando il risveglio è prossimo e il coinvolgimento pacato, per cui può vivere e costruire il sogno secondo il “principio del piacere” gestito dall’Es e secondo il “principio di realtà” di proprietà dell’Io e senza trascurare il senso profondo del dovere, i diritti del “Super-Io”. Con questa discorsività narrante Sabina offre i simboli portanti, quelli giusti, per poter operare la corretta decodificazione del suo prodotto psichico elaborato magistralmente. Da questi simboli si trarranno gli auspici per augurarle un buon viaggio psicofisico nel cammino della vita.

SIMBOLI – ARCHETIPI – FANTASMI – INTERAZIONE ANALITICA

“Le riassumo un sogno fatto questa notte che è ancora molto vivido nella mia memoria.”

Il “riassumo” comporta l’inserimento di pezze logiche e giustificative nel sogno, operazione necessaria che sciupa l’irraggiungibile purezza, ma diversamente non si può fare. Per questo motivo il sogno si può ridefinire “resto notturno”, quello che ricordiamo e componiamo da svegli.

Il sogno è “vivido nella mia memoria” perché si è svolto nell’ultima fase REM del sonno e con una memoria in buon esercizio e con temi estremamente eccitanti e creativi.

 

“Mi trovavo in una città che non è la mia per andare ad un concerto rock e, siccome era sera ed ero stanca, capito improvvisamente in una stanza con un letto matrimoniale (la mia stanza di ragazza).”

La “regressione” onirica temporale è evidente. Sabina torna indietro nel tempo e si ritrova “ragazza” nella tollerata trasgressione di “un concerto rock” in un ambito sociale che non conosce e che sente diverso dal suo, “una città che non è la mia”, difficoltà giovanili e titubanze relazionali. Nel crepuscolo della coscienza, “era sera ed ero stanca”, la “regressione” trova spazio e pane per i suoi denti proponendo l’intimità adolescenziale di “una stanza con un letto matrimoniale”, il teatro delle mille sofferenze e dei mille tormenti affettivi, il luogo delle altrettante mille fantasie intime e private. Sabina guida l’interpretazione corretta indicando che sta tornando indietro nel tempo e che quello che sta per vivere si riferisce alla sua adolescenza e alla sua sfera personale erotica e affettiva, (la mia stanza di ragazza).”.

Grazie Sabina!

“Mi infilo, credo solo con la biancheria intima, sotto le coperte e capisco che dietro di me c'è un uomo.”

Il discorso, già intimo e privato, si fa erotico, non solo per la “biancheria intima”, ma per “l’uomo” che Sabina si trova “dietro” a sua insaputa, suo “bengrado” e suo “malgrado”: “bengrado” perché può intrallazzare una fascinosa tresca erotica, “malgrado” perché si possono evidenziare paure e resistenze psicofisiche.

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Sabina rievoca i desideri erotici e le fantasie sessuali della sua adolescenza e si appresta a riviverle e a rielaborarle “sotto le coperte” con la consapevolezza dei fatti e degli atti: “capisco”. Sabina è vigile nella sorpresa di trovarsi un uomo a letto e sopratutto “dietro”. Quest’ultimo è simbolo del “meccanismo di difesa della “rimozione”, della dimenticanza e del momentaneo oblio, ma è particolarmente intrigante a livello erotico dal momento che il teatro costruito da Sabina in sogno dispone anche verso un rapporto “anale”. In questo caso il “dietro” è simbolo del “culo” e degli annessi e connessi di “libido”.

La “suspense” è servita dal sogno birichino!

Entrambe le decodificazioni vanno bene e accrescono le aspettative e i desideri.

Riepilogo: “Mi infilo”, “biancheria intima”, “sotto le coperte”, “dietro di me” e “uomo” formano un cocktail erotico micidiale per i benpensanti, assolutamente sano e normale per chi vive bene il corpo e la mente.

Adesso si attendono gli eventi possibili di questo onesto film erotico.

“Ha i capelli rossi, è nudo, è magro, quasi troppo (nella realtà sono magra anch'io e gli uomini magrissimi non mi attirano).”

Il secondo protagonista, “l’uomo dietro”, si presenta in una veste demoniaca, non certo accattivante ma decisamente adatta a una prestazione superba ed eccezionale: “capelli rossi”, “nudo”, “magro, quasi troppo”, attributi fisici non usati da Sabina a livello simbolico, ma a livello estetico per dare tinta a un aspetto ferino e a una violenza consentita dal corpo. Si conferma una figura demoniaca nei tratti salienti, una sagoma colorata anche dalla grande pittura medioevale. Ricordo che il demone contiene simbolicamente la vitalità e la trasgressione, caratteristiche che ci stanno tutte nel quadro onirico che Sabina sta vivendo e dipingendo.     

Precisa tra parentesi di essere “magra”, un dato reale e non simbolico, e di non essere attratta dagli “uomini magrissimi”. Ma la realtà onirica non è la realtà reale, per cui la fantasia di Sabina elabora un uomo che non le piace, un maschio interdetto e vietato che non l’attizza ma con cui si relaziona quasi per dovere: la “parte negativa” del “fantasma del maschio”, quella che attrae ma è tabù, quella su cui la fantasia adolescenziale di Sabina ha tanto lavorato nella stanza con il letto matrimoniale.

“È più giovane di me (io ho 54 anni). Accanto al letto c'è un suo amico, vestito, che poi sparirà.”

Sabina inizia questo happening erotico nel migliore dei modi, con il potere di una donna navigata su un uomo giovane anche se diabolico e sfrontato. Le premesse sono promettenti. Basterà giocare bene la partita senza blocchi e senza complessi, coinvolgendosi per quello che serve a un sano orgasmo: potenza erotica e capacita seduttiva non mancano a Sabina alla luce delle reazioni del giovane magrissimo dai capelli rossi. La sindrome dell’ape regina sembra avere buon esito.

Un altro uomo normale si profila a fianco del diabolico, “un suo amico vestito”, un uomo difeso e raziocinante che stona in una situazione di grande abbandono e di formidabile eccitazione. Infatti, questo uomo normale sparisce dalla scena ad attestare che Sabina ha a che fare con il suo “fantasma del maschio” e nello specifico la “parte negativa” dell’uomo, quello che appetisce sessualmente e minaccia senza coinvolgersi affettivamente. Ripeto: si tratta del fantasma di Sabina e tratta di lei, delle sue fantasie infantili e adolescenziali in riguardo all’universo maschile.

Il sogno parla sempre di noi e non dell’altro anche quando parla dell’altro.

“L'uomo coi capelli rossi inizia ad accarezzarmi i seni e inizialmente mi piace, poi me li succhia e io provo fastidio e lo allontano.”

Inizia il valzer dei preliminari erotici tra una donna matura e un giovane diabolico “coi capelli rossi”, un uomo che trasgredisce e va contro la morale, la “parte negativa” del “fantasma del maschio” che tanto ha affascinato  Sabina nell’immaginare e vivere il maschio nella sua adolescenza.

Niente di sorprendente e di originale, niente degno di un demone! 

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Ritornano Freud e i suoi “Saggi sulla sessualità infantile” e le zone erogene su cui si privilegia di attestarsi la “libido”: “inizia ad accarezzarmi i seni”. Se Sabina non pensa e si abbandona, il piacere arriva e il sistema neurovegetativo parte alla grande, “inizialmente mi piace”. Il crescendo erotico impone la “regressione” al seno e alla stimolazione della “libido orale” nel maschio e di quella epiteliale nella donna: “poi me li succhia” equivale a un ridestarsi della “posizione psichica orale”. Insisto nel dire che questo diavolo dai capelli rossi e dalla magrezza sconcertante non è poi tanto originale e creativo nelle fantasie erotiche di Sabina. Tutto è in linea della cosiddetta normalità, della serie “tutti fanno così” anche perché le variazioni sul tema dei preliminari erotici sono tante ma limitate.

Ma Sabina si blocca: “io provo fastidio”.

“Fastidio” deriva etimologicamente dal latino “fastidium” che si traduce nell’italiano “disdegno”, una forma di disprezzo difensivo dal coinvolgimento erotico per l’intercorrere della consapevolezza della colpa e dell’inferiorità, della morale e della paura: istanza psichica censurante del Super-Io” in conflitto con l’istanza pulsionale “Es”. L’istanza “Io” non ha saputo mediare tra le spinte organiche e le controspinte culturali. La soluzione difensiva al coinvolgimento erotico è “e lo allontano.”

Sabina è in pieno conflitto con se stessa: psiconevrosi.

“Sempre dietro di me inizia a masturbarsi.”

Il sogno è partito alla grande, ma è subentrato il senso di colpa e Sabina si è smarrita nel dedalo delle fobie e dei complessi d’inadeguatezza.

“Dietro di me” comprova ancora eccitazione erotica e riduzione della consapevolezza e del coinvolgimento diretto e sfacciato. Sabina approda dalla “posizione orale” nella “posizione fallico-narcisistica” dove la “libido” è auto-erotica. Sabina si difende nelle sue fantasie erotiche dal coinvolgimento con il maschio cattivo facendolo in sogno masturbare. A tutti gli effetti si tratta della “posizione fallico-narcisistica” di Sabina e del suo isolamento erotico: “inizia a masturbarsi”. Viene sacrificata in tal modo la “libido” specifica della “posizione psichica genitale”, quella che coinvolge se stesso nell’altro sempre per un fine erotico nella reciprocità.

“Penso che abbia un bel pene e mi sento quasi in dovere di fare qualcosa per partecipare al suo piacere.”

Continua lo svolgimento della “posizione fallico-narcisistica” di una Sabina bloccata ed eccitata e che ha proiettato il suo nucleo psichico auto-erotico nel giovane diabolico: “un bel pene”, simbolo del potere seduttivo.

A questo punto non sa se fare o non fare, ma sa di piacere e che le piace. Sabina è incerta se partecipare alla festa erotica perché il “Super-Io” la blocca e l’ Es la eccita. Il dovere si scontra con il piacere. Sabina ha esaltato il suo narcisismo e adesso non sa se evolversi nella “posizione genitale”, ossia coinvolgersi eroticamente nella dialettica sessuale, o se ritrarsi nella sua individualità e stare a guardare nell’altro se stessa. E’ come se Sabina dicesse a se stessa: “sei adulta ed esperta e non puoi la figura da chiodi o da moralista e tanto meno di fronte a un uomo più giovane, e allora buttati e partecipa alla grande”. Il conflitto nevrotico non è da poco e si sviluppa tra la “posizione fallico-narcisistica” e la “posizione genitale”, tra il “principio del piacere” e il “principio del dovere”. Sabina vuole partecipare superando i suoi blocchi e vuole condividere la sessualità adulta con un uomo che lei ha fatto eccitare in sogno, ma è incerta, fredda e bloccata in uno stallo che conosce e che non sa superare. Inoltre, si vede chiaramente la posizione d’inferiorità e di servizio nei confronti del maschio in “mi sento quasi in dovere di fare qualcosa per partecipare al suo piacere.”

Sabina non sa uscire dal carcere del narcisismo e dell’isolamento.

“Prima lo accarezzo e poi cerco di praticare una “fellatio”, ma non voglio che eiaculi nella mia bocca e desisto quasi subito dicendogli "continua da solo".”

Ma Sabina ci prova, sa come fare, vuole coinvolgersi, almeno tecnicamente: “Prima lo accarezzo e poi cerco di praticare una “fellatio”. Si vede chiaramente il conflitto atroce tra la pulsione a fare e a fare bene, magari freddamente, per far godere l’altro, e l’attesa che si metta in moto anche il suo corpo erotico e la pulsione sessuale, anziché isolarsi e non coinvolgersi. La giustificazione è che la “fellatio” non si concluda con l’eiaculazione in bocca. Sabina mette sempre una condizione e un limite a quello che di erotico vuole fare e sa fare. Questo è il senso di “desisto quasi subito dicendogli "continua da solo".” Il giovane diabolico non ha avuto il tempo di rispondere e già Sabina si è imbattuta nei suoi blocchi e nei suoi complessi e ha trovato la soluzione adeguata nel rinchiudersi nel suo isolamento narcisistico da solitudine affettiva.

Degna di nota a livello simbolico e la “traslazione” del coito e della “libido genitale” nella bocca-vagina e nel pene- eiaculazione. Si coglie un conflitto sulla maternità. Sabina ha paura di essere fecondata, non vuole avere figli,  ha paura di diventare madre. Sabina costruisce in sogno una scena significativa dove è attrice protagonista nel non partecipare e nel lasciar fare. Assiste e si lamenta di non avere il posto che desidera ma che non sa occupare.

“Lui raggiunge l'orgasmo e mi imbratta letteralmente di sperma: le gambe sono piene, così come il seno, la faccia e i capelli (nel sogno mi dico che potevo pensarci prima e legarli).”

La masturbazione narcisistica trionfa “nell’orgasmo” come Natura comanda. Il giovane diabolico, in cui Sabina ha difensivamente traslato il suo narcisismo, gode e apparentemente si vendica del trattamento subito e dell’indifferenza di una spettatrice piena di difese e di pregiudizi: “mi imbratta letteralmente di sperma”. Sabina vive in una il senso di colpa simboleggiato nella sporcizia di “imbratta” e il desiderio di essere fecondata legato a tutte le paure e fobie del caso. Sabina è una donna in conflitto non soltanto con il suo essere femmina erotica, ma anche con la possibilità di essere madre. Questa pulsione frustrata della maternità è direttamente proporzionale alla quantità di sperma che inonda il suo corpo e che non va nella parte giusta: “le gambe sono piene, così come il seno, la faccia e i capelli”. Lo “sperma” rappresenta simbolicamente la “libido genitale” maschile, la generosità del dare e del coinvolgimento erotico, il dono di una possibile gravidanza. Una riflessione è giusta in tanta enfasi: pratica erotica vuole che nel coito interrotto o nel piacere dell’atto, il maschio eiaculi nel ventre e nelle parti del corpo scelte come eccitanti anche per la donna a testimonianza di potere e di soccombenza. Niente di trascendentale se il giovane inonda di sperma l’incredula Sabina, se non la quantità. Il sogno di Sabina si è arricchito di tensione ed è necessario stemperare le cariche nervose per non svegliarsi. Ed ecco che interviene a soccorrere il sogno l’autoironia sui capelli pieni di sperma: “(nel sogno mi dico che potevo pensarci prima e legarli).” Sabina riesce per difesa a ridere di sé e della sua mancata tutela della chioma, nonostante la diceria sugli effetti benefici dello sperma sull’epidermide.

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“Alla fine del sogno gli dico "se anziché stare zitto mi dicevi che stavi per venire, non ti avrei lasciato solo, avrei partecipato".

Sabina è diventata saggia e si dà il giusto consiglio dopo la giusta ironia: se mi fossi affidata, avrei goduto, se non fossi stata in silenzio, non sarei rimasta sola. Ecco la diagnosi e la prognosi di Sabina: “non ti avrei lasciato solo, avrei partecipato", non sarei rimasta sola e mi sarei coinvolta evolvendo il mio narcisismo in genitalità.  Sabina proietta il suo silenzio nel giovane diabolico per difendersi dall’angoscia di prendere coscienza in sogno che il problema è suo e lo deve affrontare per migliorare la qualità della sua vita e delle sue relazioni con il corpo e con gli altri.

“La sua risposta è stata: "mi sono svuotato".”

Ulteriore “proiezione” difensiva dall’angoscia: la sessualità meccanica e fredda e senza coinvolgimento. Sabina attribuisce al giovane diabolico la sua difficoltà a vivere la sua “libido genitale” e la sessualità insieme a un uomo su cui investire piacere e realtà. Spesso le donne pensano di non essere amate per la loro “femminilità”, ma soltanto ed esclusivamente per la loro femmina o l’essere dotate di vagina, non per quello che sono come persone, ma per gli attributi sessuali e per l’uso consentito dal rischio di restare sole: “mi sono svuotato”. Del resto, questa era la filosofia e la psicologia prima della rivoluzione femminista e della presa di coscienza socioculturale da parte delle donne più emancipate.

Maschio “svuotato” per il potere di una donna di svuotarlo o donna che non si sente amata ma è capace di svuotare o donna che non si coinvolge e stima la sua sessualità qualcosa di freddo e di asettico?

Questi sono i dilemmi?

Per il sogno di Sabina vale il terzo.

“Nel sogno io non provavo piacere alcuno.”

Ma per forza, cara Sabina, non eri coinvolta per difesa dall’angoscia di viverti e di godere, eri divorata dal senso di colpa in riguardo alla sessualità o per educazione moralistica o per tuoi blocchi psichici!

Eppure la psicodinamica è stata intensa e intrigante, nonostante il fatto che Sabina abbia controllato la sua eccitazione sessuale anche nel sogno a testimonianza del blocco di cui si è detto e si diceva.

“La cosa che più mi è rimasta in mente è la quantità di sperma e le parole che ci siamo scambiati,”

Queste sono le giuste e possibili prese di coscienza che Sabina può fare: la quantità di “libido” donativa “genitale” che ha dentro e il significato profondo delle parole scambiate con se stessa su se stessa: “non stare zitta e parlare, comunicare l’intimità, rifiuto della solitudine, partecipare e coinvolgersi.”

Buon viaggio Sabina!

PSICODINAMICA

Il sogno di Sabina sviluppa la psicodinamica della contrastata evoluzione dalla “posizione fallico-narcisistica” alla “posizione genitale”, da un investimento di “libido” auto-erotica con isolamento e incomunicabilità a un investimento di “libido” donativa con riconoscimento dell’altro e partecipazione coinvolgente. Il tutto non soltanto a livello sessuale, ma a livello esistenziale globale. Il sogno di Sabina evidenzia blocchi e conflitti tra le istanze psichiche “Es” e “Super-Io”, tra le pulsioni e le frustrazioni o repressioni degli istinti per prevalere di sensi di colpa e di complessi d’inadeguatezza. La funzione mediatrice dell’Io è deficitaria.

ISTANZE E POSIZIONI PSICHICHE

Il sogno di Sabina richiama le funzioni delle istanze psichiche “Io”, “Es” e “Super-Io”.

La funzione vigilante e razionale dell’Io si vede chiaramente in “capisco” e in “gli dico”.

La funzione pulsionale dell’Es è dominante e ben visibile in “stanza con letto matrimoniale” e in “Ha i capelli rossi, è nudo, è magro,” e in “accarezzarmi i seni e inizialmente mi piace, poi me li succhia e io provo fastidio e lo allontano.” e in “masturbarsi.” e in “fellatio” e in “Lui raggiunge l’orgasmo e mi imbratta letteralmente di sperma:” e in "mi sono svuotato".

La funzione censoria e moralistica “Super-Io” si manifesta in “io provo fastidio e lo allontano.” e in “mi sento quasi in dovere di fare qualcosa per partecipare al suo piacere.” e in “ma non voglio che eiaculi nella mia bocca e desisto quasi subito dicendogli "continua da solo".

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Il sogno di Sabina esalta la “posizione fallico narcisistica” e richiama costantemente la “posizione genitale”: esempi “inizia a masturbarsi.” e “non ti avrei lasciato solo, avrei partecipato".

Si profilano la “posizione psichica orale” in “fellatio” e la “posizione psichica anale” in “dietro di me”.

MECCANISMI E PROCESSI PSICHICI DI DIFESA

Il sogno di Sabina usa i seguenti meccanismi psichici di difesa: la “condensazione” in “”la mia stanza di ragazza” e in “biancheria intima”,                                 lo “spostamento” in “masturbarsi” e in “pene”, la “proiezione” nel giovane e “zitto”, la “traslazione” in “bocca”e in “sperma”, la “drammatizzazione” in  “Lui raggiunge l'orgasmo e mi imbratta letteralmente di sperma: le gambe sono piene, così come il seno, la faccia e i capelli”, la “simbolizzazione” in “mi sono svuotato”.

Il processo psichico di difesa dall’angoscia della “regressione” è evidente in “la mia stanza di ragazza” e in “sempre dietro di me inizia a masturbarsi”.

Il processo psichico di difesa dall’angoscia della “sublimazione” è presente in “Nel sogno io non provavo piacere alcuno.”

ORGANIZZAZIONE PSICHICA REATTIVA

Il sogno di Sabina evidenzia nettamente un tratto “fallico-narcisistico” all’interno di una “organizzazione psichica reattiva” a forte valenza “narcisistica”: tendenza a lesinare il coinvolgimento erotico e affettivo nelle relazioni significative e non, soggetto di minor diritto e compensazione con le fantasie.

FIGURE RETORICHE

Le figure retoriche coinvolte nel sogno di Sabina sono la “metafora” o relazione di somiglianza in “stanza con un letto matrimoniale” e in “pene” e in “bocca”, la “metonimia” o nesso logico in "mi sono svuotato" e in “sperma”, “l’iperbole” o esagerazione espressiva in “mi imbratta letteralmente di sperma: le gambe sono piene, così come il seno, la faccia e i capelli”, la “enfasi” o forza espressiva in “Ha i capelli rossi, è nudo, è magro, quasi troppo”. 

DIAGNOSI

La diagnosi del sogno di Sabina dice di una “regressione” difensiva dall’angoscia con “fissazione” alla “posizione psichica fallico-narcisistica” e con i conseguenti precari e imperfetti investimenti di “libido”. La psiconevrosi è depressiva a causa di una mancata risoluzione della “posizione edipica”, relazione conflittuale con i genitori”. Esiste un conflitto tra le istanze psichiche Es, e Super-Io con sofferenza del ruolo di mediazione dell’Io. 

PROGNOSI

La prognosi impone a Sabina di evolvere la “libido fallico-narcisistica” in “libido genitale” senza nulla perdere e acquisendo le benefiche novità: investimenti e coinvolgimenti affettivi e sessuali senza sentirsi soggetto di minor diritto o figlia di un dio minore.

Lasci pure agli altri quello che non può essere e fare lei: si fidi e si affidi.

Colga le occasioni del vivere quotidiano e goda in maniera naturale e corretta riconoscendo l’altro come il partner e non come il nemico.

RISCHIO PSICOPATOLOGICO

Il rischio psicopatologico si attesta in una degenerazione della “posizione fallico-narcisistica” in una chiusura nella propria individualità e nel non cercare relazioni affettive e sessuali: depressione nevrotica e caduta del gusto della vita e delle relazioni d’amore.

GRADO DI PUREZZA ONIRICA

In base a quanto affermato nella decodificazione e in base al contenuto dei “fantasmi”, il grado di “purezza onirica” del sogno di Sabina è “3” secondo la scala che vuole “1” il massimo dell’ibridismo, “processo secondario>processo primario”, e “5” il massimo della purezza, “processo primario>processo secondario”.

La simbologia si coniuga equamente con la discorsività logica e consequenziale.

RESTO DIURNO

La causa scatenante del sogno di Sabina si attesta in una rievocazione del passato esistenziale e di episodi particolarmente significativi.

QUALITA’ ONIRICA

La qualità del sogno di Sabina è narcisistica: solipsismo e isolamento.

 

DOMANDE & RISPOSTE

Il lettore anonimo mi ha posto le seguenti domande dopo aver letto la decodificazione del sogno di Sabina.

Domanda -
Cosa pensa del sogno di Sabina?

Risposta -
E’ un prodotto psichico molto lineare, ricco ma non complicato, un sogno abbastanza diffuso tra i maschi e le femmine, una narrazione degna di un “Io” sincero e sofferente, una psicodinamica classica della cultura occidentale e della sessuofobia religiosa.

Domanda –
Che cos’è il narcisismo?

Risposta –
Meglio: la “posizione fallico narcisistica” si attesta in investimenti di “libido” su se stessi e comporta di conseguenza a livello intellettivo una conoscenza di sé nell’isolamento e a livello erotico la masturbazione. Serve al bambino di quattro-cinque anni per sperimentare il suo corpo e la sua mente nelle valenze del piacere e della fantasia.

Domanda –
Il sogno di Sabina desta preoccupazione?

Risposta –
La diagnosi dice di una “psiconevrosi depressiva” e, quindi, nulla di particolarmente grave al momento, eccezion fatta per la qualità del godimento nelle relazioni erotiche, sessuali e affettive per questa chiusura o difficoltà di aprirsi e di fidarsi, più che affidarsi, di Sabina. 

Domanda –
Quale radice psicologica ha il sogno di Sabina?

Risposta –
Sabina deve rivedere la “posizione edipica”, i vissuti conflittuali nei riguardi dei genitori perché la “libido fallico-narcisistica” non si è evoluta adeguatamente in “genitale” a causa di un trauma o di un blocco che ha parzialmente impedito l’identificazione nella madre e ha favorito un vissuto blando e contrastato nei confronti del padre. Sabina in situazioni di coinvolgimento regredisce alla “posizione psichica”, la “fallico-narcisistica” che conosce bene e che la rassicura, ma che è incompleta e parziale nell’età adulta.

Domanda –
Necessaria la psicoterapia?

Risposta –
Può farcela da sola. Ha manifestato buone doti di perspicacia e di intuizione, oltre che di autoironia. Soltanto se somatizza le tensioni in sintomi fastidiosi e in comportamenti lesivi della qualità della vita e delle relazioni affettive, può scegliere una buona psicoterapia psicoanalitica per riceverne un gran bene. 

Domanda –
Che sintomi potrebbe avere?

Risposta –
Il narcisista ha paura delle malattie, ipocondria, e dell’invecchiamento. Vive male la caduta della vitalità e si adatta altrettanto male al tempo che passa e che offende la bellezza e la carica sessuale. Quest’ultima condensa il desiderio e la paura.

REM - NONREM ?

-Il sogno è un “modulo” di funzionamento del Cervello durante il sonno R.E.M. Meglio: dalle onde rapide e a basso voltaggio e dai movimenti vorticosi dei bulbi oculari la “Mente autocosciente” o “Io” legge l’attività dei moduli e produce il sogno. Questa è la teoria di Eccles, neurofisiologo.

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- Il sogno è l’attività psichica del sonno e si svolge nelle fasi R.E.M. quando la funzione della memoria è favorita dallo stato di eccitazione del corpo. Questa teoria si è affermata negli anni 80.

-Oggi è degna di considerazione anche la teoria della “Continual Activation” sostenuta dalle ricerche delle neuroscienze: l’attività onirica è presente nelle fasi R.E.M. e NON R.E.M. del sonno.

Il sogno di Sabina è stato elaborato in uno stato di normale tensione psicomotoria e per la precisione nell’ultima fase R.E.M. e ha coniugato con moderazione attrazione e repulsione, piacere e rigore, espansione e limite.  

RIFLESSIONI METODOLOGICHE

La “regressione” è un processo psichico di difesa dall’angoscia che sviluppa un movimento libidico oggettuale invertito rispetto alla direzione normale evolutiva a causa di una frustrazione o di un’angoscia ingestibili dalla coscienza e non passibili di “rimozione”, per cui si ripristinano forme mentali e comportamenti del passato non compatibili con la realtà psico-esistenziale in atto.

Associo il sogno di Sabina a una canzone importante di musica leggera degli anni 90 cantata da Domenica Bertè, in arte Mia Martini. Questo prodotto culturale collettivo riguarda il contrastato rapporto tra uomini e donne, tra amore costruttivo e avventura superficiale e di poco spessore. Richiama, inoltre, concetti psicoanalitici come la posizione edipica e i conflitti familiari della rivalità fraterna e socio-esistenziali della solitudine.

Perché spesso ricorro alla musica leggera?

Mi diletta comprovare che tra la gente si trova la comprensione non sofisticata e intellettualistica dei modi più umani di essere e di esistere. Inoltre, la musica leggera è un veicolo formidabile di comunicazione per il popolo e per l’educazione dei giovani nei sentimenti e nei valori psicologici e sociali.  

Gli uomini non cambiano

Sono stata anch'io bambina di mio padre innamorata.
Per lui sbaglio sempre e sono la sua figlia sgangherata.
Ho provato a conquistarlo e non ci sono mai riuscita
e ho lottato per cambiarlo, ci vorrebbe un'altra vita.
La pazienza delle donne incomincia a quell'età,
quando nascono in famiglia quelle mezze ostilità
e ti perdi dentro a un cinema a sognare di andar via
con il primo che ti capita e che ti dice una bugia.
Gli uomini non cambiano.
Prima parlano d'amore e poi ti lasciano da sola.
Gli uomini ti cambiano e tu piangi mille notti di perché.
Invece, gli uomini ti uccidono e con gli amici vanno a ridere di te.
Piansi anch'io la prima volta stretta a un angolo e sconfitta.
Lui faceva e non capiva perché stavo ferma e zitta,
ma ho scoperto con il tempo e diventando un po' più dura
che se l'uomo in gruppo è più cattivo, quando è solo ha più paura.
Gli uomini non cambiano, fanno i soldi per comprarti
e poi ti vendono.
La notte, gli uomini non tornano e ti danno tutto quello che non vuoi.
Ma perché gli uomini che nascono sono figli delle donne,
ma non sono come noi.
Amore, gli uomini che cambiano sono quasi un ideale che non c'è.
Sono quelli innamorati come te.

 

 

 

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