Abreazione
Il termine fu coniato da Freud e Breuer nel 1895 per designare il meccanismo inconscio, secondo il quale un individuo si libera dall’affetto connesso ad un evento traumatico, mediante una scarica affettiva, evitando così che tale affetto divenga patogeno.
Ha una funzione catartica e permette di incanalare e portare alla coscienza desideri, pensieri ed esperienze inconsce, che erano stati rimossi in precedenza perché il loro contenuto non veniva accettato apertamente dal soggetto. In questo modo egli riesce ad accettarli e si favorisce la scomparsa dei sintomi psicopatologici che avevano accompagnato la rimozione di tali vissuti.
L’abreazione può essere:
- Spontanea, se avviene ad un breve intervallo dall’evento, in modo da evitare che il ricordo si sovraccarichi di un affetto di tale intensità da diventare patogeno.
- Secondaria, quando è indotta dalla cura analitica, il cui effetto catartico può essere raggiunto facendo rivivere l’affetto e abreagendolo con una scarica emotiva adatta. In questo caso, l'obiettivo terapeutico cui tende l’abreazione è la scomparsa sia dell’emozione correlata all’evento traumatico e a suo tempo repressa, sia del sintomo causato dalla rimozione. Freud afferma, infatti, che “nella parola l’uomo trova un surrogato all’azione, e con l’aiuto della parola l’affetto può essere abreagito in misura quasi uguale”.
Alcuni esempi di abreazione possono essere lo scarico del rancore, che può esprimersi tramite la vendetta, oppure sfogare una situazione negativa tramite il pianto.
Secondo gli autori, infine, in alcuni casi è difficile mettere in atto l’abreazione, soprattutto quando la persona ha subito particolari traumi psichici, come quelli in cui non si può pensare ad una reazione (perdita apparentemente insostituibile di una persona amata), oppure nei casi in cui la persona intenzionalmente non volesse far riaffiorare l’evento (meccanismo di difesa di rimozione). Questa mancanza, dunque, fa sussistere nell’inconscio quei contenuti non accettati e le emozioni ad essi correlati, il che potrebbe essere alla base dei sintomi nevrotici.
Bibliografia:
- AA.VV., Salute: dizionario medico, in collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi, RCS Quotidiani, 2005.
- Enciclopedia Treccani, 2012.
- Maldonato M., Dizionario di Scienze Psicologiche, Edizioni Simone, 2008.
(Dottoressa Alice Fusella)
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