Disturbi ossessivo-compulsivi (7)
Tiziana 45
Sono una donna di 45 anni, sposata con due figli. Una ragazza di 17 anni ed
un ragazzo di 22. Da quando avevo 15 anni soffro di disturbi ossessivo-compulsivi.
Potete darmi suggerimenti per guarire?. Sto curandomi, ma sono sempre stanca.
Mio marito soffre anche lui di disturbi ossessivo-compulsivi, ma dice che ci
convive bene. Io no. La mia malattia ha rovinato gran parte della mia vita.
Ci tengo a precisare che io e mio marito siamo separati in casa. Se potete,
rispondetemi. Grazie. Tiziana.
Cara Tiziana, siccome la tua richiesta è abbastanza generica, ti risponderò
in modo abbastanza generale, sperando di esaudire la tua richiesta. Intanto,
ti assicuro che questi problemi sono abbastanza diffusi (nonostante non se ne
parli molto in giro): ciò che cambia sono i rituali che le persone eseguono;
i rituali possono essere azioni tra le più disparate e talvolta creative
oppure pensieri o immagini mentali da ripetere o da organizzare in specifiche
sequenze. Non c'è limite alla fantasia umana, pertanto non c'è
limite alle forme di ritualizzazione patologica. Mi è capitato così
di aiutare diverse persone con rituali molto bizzarri. La formazione della patologia,
nella maggioranza dei casi, prende avvio da dubbi o eventi minimali ai quali
la persona cerca di reagire con la ripetizione di controlli o d'azioni tese
alla rassicurazione, che poi gradatamente si amplificano sino a diventare irrefrenabili
compulsioni. Ma questa tipologia di disturbo può essere suddivisa in
due fondamentali classi sulla base dello scopo verso il quale sono orientati
i rituali compulsivi: la prima è rappresentata dalla esecuzione di azioni
o pensieri che debbano proteggere da qualcosa che potrebbe essere accaduto (ad
esempio lavarsi ripetutamente le mani inizialmente come tentativo di eliminare
lo sporco rimasto addosso); la seconda è rappresentata da quel tipo di
rituali compulsivi eseguiti per evitare che accada qualcosa (ad esempio eseguire
particolari movimenti in sequenza prima di uscire di casa per evitare incidenti
o perché le cose vadano bene). Rilevare la differenza sostanziale tra
i due ruoli di un disturbo compulsivo, quello protettivo o quello propiziatorio,
è estremamente importante per la terapia poiché le manovre terapeutiche
devono calzare alla struttura della patologia in quanto la logica di persistenza
del problema è diversa.
Una patologia fobico-ossessiva (come tutte le patologie fobiche) si supera del
tutto solo quando si cambiano le nostre percezioni di realtà minacciose
e di conseguenza a ciò cambiano anche le nostre reazioni e le nostre
cognizioni. Tieni presente che la mente umana, nonostante quello che si pensa
comunemente, funziona spesso per paradossi e non per logica. Così se
ti sforzi di controllare un sintomo spesso questo sintomo si aggrava, più
lo combatti e più si aggrava. Questo vale anche per i pensieri: più
ti sforzi di controllare i pensieri e più questi tendono a rafforzarsi
e quindi a tornarti in mente. Più dici "non ci devo pensare"
e più ci pensi, è inevitabile. La lotta che comincia con i nostri
pensieri diventa così interminabile, e lottare con i nostri pensieri
equivale alla nostra mano destra che lotta con la sinistra: non sappiamo quale
delle due vincerà ma in ogni caso saremo sempre noi a perdere perché
le due mani ci appartengono. Così se riuscissimo a non lottare ma ad
accettare, un cambiamento profondo non tarderà ad avvenire dentro di
noi. Un'altra cosa che penso possa aiutarti è quella di non prendere
troppo sul serio i tuoi pensieri perché pensare una cosa non vuol certo
dire che questa accada, altrimenti la gran parte delle persone sarebbe ricca
oppure omicida o suicida. Oscar Wilde diceva che "l'unico modo per resistere
alle tentazioni è cedervi" ed è proprio questo il senso.
Il mio consiglio è quello di affidarti ad un professionista serio (quindi
che stabilisca subito gli obiettivi ed il numero delle sedute che occorrono;
diffida di chi sta nel generico e nel vago) che faccia psicoterapia breve ad
indirizzo ericksoniano o cognitivo-comportamentale. Anche l'ipnosi, usata con
la metodologia ericksoniana, può esserti molto utile. Con le parole di
Winston Churchill Quando sono sopraffatto dalle preoccupazioni, ripenso ad un
uomo che, sul suo letto di morte, disse che tutta la sua vita era stata piena
di preoccupazioni, la maggior parte delle quali per cose che mai accaddero.
Spero di esserti stato un pò di aiuto. Un saluto
(risponde il dott. Fabio Gherardelli)
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