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L'ansia e i suoi miti. 3 idee che rovinano la nostra vita

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on . Postato in Ansia, Fobie, Panico | Letto 3508 volte

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Tutti crediamo di sapere molto bene cos’è l’Ansia. La viviamo ogni giorno, prima dei momenti che riteniamo difficili (come gli esami) oppure ogni volta che affrontiamo qualcosa di nuovo. Eppure anche l'Ansia ha i suoi miti, sbagliati, che contribuiscono però a rovinare la nostra vita.

l'ansia e i suoi mitiAnche se abbiamo familiarità con i pensieri e le sensazioni fisiche che la accompagnano, potremmo essere meno consapevoli di come essa funzioni e di come la nostra prospettiva verso l’ansia influenzi come ci sentiamo – ed anche le nostre vite.

Di seguito, Joe Dilley, uno psicologo clinico specializzato nel trattamento dell’ansia, svela le verità nascoste dietro tre comuni miti che la riguardano.

Primo Mito: l’ansia non è una cosa positiva o è un segno che qualcosa è chiaramente sbagliato.

L’ansia non è una cosa piacevole.
Le nostre mani diventano sudate. Potremmo avere le vertigini o essere storditi. Il nostro stomaco potrebbe essere agitato. Potremmo sentire particolarmente freddo o particolarmente caldo. Potremmo avvertire un formicolio o un tremito ovunque.

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Quando percepiamo queste sensazioni, comprensibilmente cominciamo a vedere l’ansia come un qualcosa di assolutamente cattivo o da bandire per sempre.

Così facendo, però, dimentichiamo che, in realtà, essa può esserci d’aiuto. Infatti, un po’ di ansia – da 4 a 6 su una scala da 1 a 10 – va benissimo per ottenere una prestazione migliore, ha spiegato Dilley. Essa ci prepara ad agire. Ci motiva. Abbiamo bisogno dell’adrenalina, che pompa attraverso i nostri corpi, per rispondere ai cambiamenti. Ed i segni dell’ansia, come le farfalle nel nostro stomaco, indicano proprio che il corpo si sta preparando ad affrontare le novità.L’ansia, però, non è importante solo per la prestazione a scuola, a lavoro o sul campo di calcio, ma fa anche parte delle nostre relazioni.

“Quando i nostri bisogni non sono soddisfatti, proviamo ansia”, ha detto Dilley. “Vogliamo che essi lo siano e vogliamo soddisfare quelli dei nostri cari”.

Secondo Mito: la tecnologia, un po’ di alcol e qualche farmaco forniscono un sollievo utile.

Ancora, poiché l’ansia è spiacevole, cerchiamo, comprensibilmente, di alleviarla con ogni genere di cose.
Può sembrare che perdere noi stessi nei nostri telefoni, bere un drink o prendere un farmaco ansiolitico siano rimedi infallibili per lo stress”, ha detto Dilley.

Anche se tutti e tre offrono un sollievo temporaneo, essi possono creare diversi problemi. Per esempio, un bicchiere di vino occasionale può trasformarsi in un rituale notturno senza il quale non puoi vivere. I farmaci ansiolitici, anche se efficaci, possono creare dipendenza.

Inoltre, non bisogna dimenticare che l’ansia può essere un effetto collaterale di questi farmaci, e che altri tipi di controindicazioni, come le vertigini, il mal di testa e la nausea, possono creare un’ansia da dipendenza.

Terzo Mito: riconoscere l’ansia la fa solo peggiorare.

“Forse se la ignoro, andrà via”.
“Forse non devo occuparmi di essa. Non si può risolvere in alcun modo”.
“Se ci penso, divento nervoso, quindi non ci penserò”.

Alcuni di queste affermazioni ti suonano familiari? Secondo Dilley, sono esempi di come cerchiamo di evitare che lo stress abbia la meglio su di noi.

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Il problema? Questi “sono tutti esempi di come lo stress abbia proprio la meglio su di noi”. Al contrario dei propositi più comuni, lo psicologo sottolinea l’importanza di parlare della nostra ansia, per riuscire a gestirla. In questo modo, saremo capaci di comprenderla meglio, di gestire i nostri sentimenti e di capire come muoverci a riguardo.

Non c’è niente di piacevole nell’ansia, così come non lo sono i suoi segni e sintomi.

Ma, una volta che riconosciamo la nostra ansia, possiamo fare grandi progressi. Possiamo allontanarci dai rimedi temporanei ed usarla per spingerci ad agire.

Quando, invece, essa sembra troppo opprimente, bisogna cercare l’aiuto di un professionista, perché tutti possiamo beneficiare di un supporto in più.

 

Fonte: psychcentral.com

 

 

(Traduzione ed adattamento a cura della Dottoressa Alice Fusella)

 

 


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