Intelligenza e pregiudizio
I pregiudizi del determinismo biologico hanno ampiamente indirizzato, nell’età moderna, le ricerche scientifiche e antropologiche del mondo occidentale. Teorie come quella poligenetica, che intende affermare con risolutezza le diverse origini delle razze umane, e gli studi craniometrici e fisiognomici, ispirati dal padre della criminologia Lombroso, sono diventati – nelle mani dei fomentatori dell’odio e del razzismo – strumenti letali di propaganda e ghettizzazione in grado di muovere alla propria causa un numero sorprendente di intellettuali e studiosi, e di plasmare l’immaginario xenofobo di intere popolazioni.
Molti scienziati hanno caldeggiato, nel corso dei secoli, ipotesi prive di credibilità, approfittando dell’arretratezza dei sistemi culturali e della scarsità delle competenze scientifiche, senza porsi remore nell’artefare i risultati delle proprie indagini per avvalorare argomentazioni disumane: nei loro reportage si trovano spesso crani di neri abbozzati in modo da apparire simili a quelli degli scimpanzé, o fotografi e di bambini cresciuti in ambienti poveri, immortalati insieme ai genitori in pose ebeti e sinistre composte intenzionalmente per il dagherrotipo. In tempi recenti, anche sistemi più maturi di valutazione cognitiva, come il calcolo del quoziente d’intelligenza, hanno dimostrato la propria insufficienza e vulnerabilità, portando a risultati suscettibili di interpretazioni faziose e manipolazioni.
In Intelligenza e pregiudizio Stephen Jay Gould ripercorre, attraverso una ricognizione sferzante e puntuale, le tappe che hanno segnato la storia del razzismo scientifico, e mette in questione il grande, sfuggente mistero dell’intelligenza, liberata finalmente dai preconcetti che hanno tentato di ridurla a una mera entità da misurare e classificare. Per Gould – biologo, zoologo, paleontologo e storico della scienza tra i più illuminanti del Novecento –, l’intelligenza rifugge infatti qualsiasi tentativo di misurazione, e il fine della conoscenza non può che essere questo soltanto: confutare le idee retrive, cercare con pervicacia la verità, e riformulare il nostro modo di leggere il mondo, generazione dopo generazione, per avvicinarci sempre più alla giusta concezione della natura delle cose.
Autore
Stephen Jay Gould (1941-2002) è stato paleontologo, evoluzionista e biologo. Ha insegnato Geologia, Zoologia e Storia della scienza a Harvard. Il Saggiatore ha pubblicato Il pollice del panda, Otto piccoli porcellini, I pilastri del tempo.
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Tags: intelligenza odio pregiudizio, biologo zoologo xenofobo