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Come far funzionare un rapporto di coppia

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La qualità di un rapporto, sia esso di coppia o meno, può essere migliorata se ci “alleniamo” a farlo

rapporto di coppiaSpesso si è abituati a concepire i sentimenti di amore ed amicizia come qualcosa di naturale.

In effetti le sensazioni che proviamo verso un’altra persona sono del tutto autentiche, non debbono essere costruite tramite strategie.

Il modo con cui ci rapportiamo all’altro è invece quello verso il quale possiamo utilizzare degli accorgimenti. Tutti noi abbiamo dei modi di agire inconsapevoli, probabilmente ereditati dai nostri genitori, che ci portano ad agire in un determinato modo che però non risulta essere sempre efficace.

I rapporti di coppia per funzionare bene devono innanzitutto essere sereni su diversi piani:

  1. Piano individuale;
  2. Piano di coppia: a sua volta campo della gestione della casa, della sessualità, dei figli, delle difficoltà.

Kahlil Gibran affermava infatti che l’amore per funzionare deve crescere insieme ma con la giusta distanza: “Ergetevi insieme, ma non troppo vicini: poichè il tempio ha colonne distanti, e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.”

Anche Schopenhauer, nella sua opera "Pererga e Paralipomena", parlava di come andrebbero gestite le relazioni umane attraverso la metafora dei porcospini: "Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata di inverno, si strinsero vicini, per proteggersi col calore reciproco, per non rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse così ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripetè quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra i due mali, finchè non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione."

In una coppia è fondamentale dunque avere e portare avanti una stessa visione di vita, un progetto, ma nel contempo essere individui autonomi, che mantengono la propria individualità. Per fare questo abbiamo bisogno di:

  • Disilluderci: dobbiamo essere in grado di accettare i senimenti negativi che si presentano nei momenti di difficoltà, soprattutto in un secondo momento del rapporto, nel quale, dopo che l’innamoramento è superato, si scoprono anche i difetti dell’altro;
  • Capacità di saper comunicare: fondamentale per trasmettere all’altro i nostri desideri e i nostri bisogni;
  • La capacità di superare i conflitti: transformare le liti in confronti costruttivi;
  • Saper donare: consiste nel riuscire a gratificare il patner;

Sono quattro capacità che servono non solo nel rapporto di coppia ma in qualsiasi rapporto intrapersonale.

L’obiettivo che ci si pone quando si sta in coppia è quello della felicità. Bisogna innanzitutto riflettere sul fatto che la nostra felicità non deve dipendere dal partner.

Qui ci si riallaccia agli obiettivi personali, ossia che innanzitutto bisogna essere soddisfatti noi in primis, della nostra vita indipendentemente dagli altri. Altrimenti la nostra insoddisfazione potrebbe appesantire il clima all’interno della coppia, si potrà addossare la colpa sull’altro per non prendercela con noi stessi.

Il partner deve essere un arricchimento al nostro benessere spirituale, non il nostro benessere spirituale. Il partner non può eliminare la sofferenza dalla nostra via, però può aiutarci a lenirla condividendola. Anche la più piacevole delle attività nel giro di qualche tempo perde il suo fascino per recuperarlo dopo un periodo che si è dedicato ad altro.

L’insoddisfazione “per” il partner è qualcosa di diverso che deve essere ben differenziato. La passione nei rapporti ha un andamento standard: ad un picco iniziale segue l’abitudine che rende il partner molto meno interessante di un tempo. La stessa cosa succede con l’assuefazione a certe sostanze come caffè, alcool o sigarette.

Quando si è instaurata l’abitudine, anche aumentando la sostanza non si riuscirà a provare più l’eccitamento di una volta.

Bisognerebbe indirizzare il nostro interesse verso altre fonti di piacere. Tuttavia, se si dovesse rischiare di perdere il partner si sperimenterebbe la sindrome di astinenza. Paradossalmente otteniamo la felicità quando siamo pronti a rinunciarvi. La consapevoleza dell’impossibilità di ottenere la felicità attraverso il partner ci permette di apprezzare completamente ciò che questo ci dà e di essere più comprensivi verso di lui.

Ciò di cui bisogna stare attenti è anche il fatto di non vedere tutto o bianco o nero. Altrimenti si tenderà a chiedersi al primo problema “Ma è quello giusto?”
“Il matrimonio richiede partecipazione, collaborazione, obbiettivi comuni, comportamento rispettoso, ma è molto di più dell’assommarsi di questi fattori” (Lazarus, 1996).

Questo è un pò quello che diceva Lewin: “Il tutto è più della somma singole parti.” Quindi una coppia sarà più di due individui che si uniscono, infatti intervengono diverse dinamiche in un rapporto di coppia.

Il rapporto di coppia è per sua natura caratterizzato da un’interazione dinamica e persistente tra due persone che comunicano sulla base della presunzione di una conoscenza reciproca più o meno approfondita. E’ tuttavia proprio la conoscenza dell’altro l’elemento più critico ed emblematico della vita a due.

Spesso si pensa di conoscere il proprio partner molto bene, salvo poi a scoprire con grande delusione che di questa persona con la quale si può aver vissuto anche a lungo, si aveva una conoscenza piuttosto superficiale, scoprendo una parte che veniva tenuta nascosta, di solito quella peggiore.
Bisognerebbe fare della conoscenza profonda dell’altro un obiettivo importante e prioritario da cui poi dipenderà in ultima analisi il buon andamento del rapporto di coppia, che viene misurato concretamente da un particolare indicatore che è la voglia di stare insieme.

Fondamentale per la buona riuscita di un rapporto di coppia è il ricorso ad alcuni strumenti della comunicazione interpersonale e dell’intelligenza emotiva, primo fra tutti “il campo di esperienza”, ossia una specie di doppio filtro che ognuno possiede, attraverso il quale passano informazioni in entrata e informazioni in uscita con le quali ogni individuo interagisce con l’ambiente esterno.

Come filtro in entrata il “campo di esperienza” agisce come interprete e traduttore degli stimoli di varia natura provenienti dall’ambiente esterno (autopercezione), e questo permette all’individuo di comprendere e attribuire significato a tutto ciò che accade intorno a lui attraverso un processo di decodifica delle informazioni ricevute dai vari sensi che non è mai casuale, proprio perché filtrato attraverso il “campo di esperienza” personale.

Ma il “campo di esperienza”, opera anche nella direzione opposta come filtro in uscita e questo consente a chi comunica di adattare il proprio comportamento alla situazione e quindi di esibire, di volta in volta, un comportamento che risulterà più o meno emotivamente intelligente e/o socialmente adeguato al contesto, proprio grazie alla qualità delle informazioni contenute nel propria “mappa mentale”.

Risulta chiaro che l’accordo di due persone su ad esempio determinati valori unisce e crea vicinanza, il disaccordo, invece, allontana. Oltre ai valori, le altre categorie di informazioni presenti nel proprio “campo di esperienza” sono quelle relative alle credenze personali, all’ambiente educativo, alla cultura, allo stile di vita, alle paure e ai pregiudizi dai quali si è affetti, agli orientamenti (politici, religiosi, sessuali, ecc.) alle norme e regole di comportamento, al carattere, all’atteggiamento mentale, alla struttura cognitiva, alla competenza nella gestione delle emozioni.

La struttura del campo di esperienza viene inoltre definita sulla base delle seguenti quattro coordinate fondamentali, che potremmo considerare autentici punti cardinali: interessi, obiettivi, motivazioni e benefici. Anche queste sono “categorie” di informazioni che potrebbe essere di fondamentale importanza conoscere dell’altro per poterne comprendere e in qualche modo prevedere il comportamento. Se il “campo di esperienza” dell’altro è per noi un terreno conosciuto, potremmo scoprire aree di affinità o di convergenza emotiva in grado di rafforzare anche il legame di coppia, altrimenti si potrà correre il rischio di avere sgradite sorprese. Qui entra in campo la capacità di saper ascoltare con empatia, altrimenti potrebbe risultare ostico comunicare efficacemente con l’altro.

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Fondamentale, inoltre, perchè un rapporto d’amore funzioni, è quello di non dare niente per scontato. Non pensare che quello che si provi dentro l’altro lo sappia già, anche se così fosse fa sempre piacere sentirsi dire le cose. Quindi ogni tanto farebbe bene ricevere un “ti amo”, un “mi manchi” o altre frasi di questo genere.
Molte persone fanno però molta fatica ad esprimere i propri sentimenti ma l’mportante è che lo dimostrino in altri modi, con i gesti, come gli risulta insomma più facile. Il patner, in questo caso, dovrà essere in grado di leggere questi segnali e non sforzarlo ma lasciandogli i suoi tempi. Inoltre il soggetto della coppia che ha più destrezza nell’esprimere i propri sentimenti, non dovrebbe limitarsi nell’esprimersi in quanto l’altro non lo fa, ma anzi dovrebbe tirarli fuori ogni volta che desidera così che il compagno si abitui al fatto che se si “butta” anche lui non succede niente di male.

Chiaramente non basta esprimere amore se poi questo non viene anche dimostrato. Questo non vale solo per un rapporto di coppia, ma in qualsiasi tipo di relazione, soprattutto quella genitori-figli. Se si vuole evitare di creare contraddizioni bisogna essere coerenti tra quello che si dice e ciò che poi concretamente si fa.
La Scuola di Palo Alto, una scuola di psicoterapia statunitense fondata da Donald deAvila Jackson nel 1959, definì la funzione pragmatica della comunicazione, vale a dire la capacità di provocare degli eventi nei contesti di vita attraverso l’esperienza comunicativa, intesa sia nella sua forma verbale che in quella non-verbale. All’interno di un qualsiasi sistema interpersonale, ogni persona influenza le altre con il proprio comportamento ed è parimenti influenzata dal comportamento altrui.
Il primo assioma della comunicazione afferma infatti che è impossibile non comunicare: qualsiasi comportamento, in situazione di interazione tra persone, è esso stesso una forma di comunicazione. Anche i silenzi sono forme di comunicazione al pari delle altre, poiché portano con sé un significato al quale gli altri partecipanti all’interazione non possono non rispondere.

Un elemento fortemente caratterizzante la stabilità della coppia è inoltre l’intimità, che più sarà forte e più crererà il senso di complicità caratteristico delle coppie innamorate. L’intimità per funzionare ha bisogno di essere continuamente alimentata attraverso una fiducia reciproca profonda e incondizionata. Solo su queste basi è possibile rivelarsi e mettere a nudo le proprie debolezze senza il timore di apparire fragili, vulnerabili o di essere giudicati.

Nel caso in cui si finisca per litigare bisognerebbe mettersi anche nei panni dell’altro e cercare di capire anche le sue ragioni, cosa davvero difficile quando ci si sente arrabbiati oppure offesi. Non bisogna sviare la discussione ma affrontarla in quanto rappresenta un momento di riflessione e quindi di crescita per la coppia.
Un comportamento socialmente competente ed emotivamente intelligente prevede una strategia infallibile in tre punti:

a) riconoscere i propri errori;
b) scusarsi sinceramente per l’accaduto;
c) impegnarsi a non ripetere l’errore commesso.

Le crisi sono inevitabili e possono essere un’occasione di crescita per l’individuo e per la coppia. Esse non sono necessariamente un impedimento al rapporto e non sempre provocano separazioni, ma spesso segnalano che si sta compiendo un passo in avanti nello sviluppo individuale e di coppia.

Infine, la teoria triangolare dell’amore di Sternberg, vede l’amore come il risultato di tre componenti: Intimità, Passione e Decisione/Impegno, collocabili metaforicamente ai vertici di un triangolo.
La componente Intimità si riferisce ai sentimenti di confidenza, affinità, condivisione e comune sentire responsabili dell’esperienza di unicità e calore. Questa componente determina nella coppia la tendenza a prendersi cura dell’altro, ad aprire all’altro la propria autenticità e i propri sentimenti, a considerare il rapporto con l’altro speciale e di grande valore nella propria vita.

La componente Passione riguarda gli aspetti più impulsivi che possono caratterizzare una storia d’amore: attrazione fisica, desiderio sessuale, ma anche desiderio di appartenenza, di dominio o di sottomissione.

La componente Decisione-Impegno è distinta in due aspetti: la Decisione (aspetto a breve termine) è il primo passo che consiste nel decidere di amare qualcuno; l’Impegno (aspetto a lungo termine) consiste nell’impegno a mantenere nel tempo la relazione. I due aspetti possono essere disgiunti in quanto non sempre alla Decisione segue l’Impegno e non sempre l’Impegno è conseguenza della Decisione.

Le combinazioni fra queste tre componenti definiscono sette tipi o forme di amore variamente rappresentate nelle relazioni reali:

- Simpatia (solo intmità);
- Amore romantico (intimità e passione): ;
- Amore-amicizia (intimità e impegno);
- Infatuazione (solo passione);
- Amore fatuo (passione e impegno);
- Amore vuoto (solo decisione e non impegno);
- Amore-amicizia (intimità e impegno);
- Amore vissuto (intimità, passione e impegno).

Nel tipo di relazione basato sulla Simpatia vi è confidenza, calore e senso di unione fra i partner ma senza le caratteristiche della passione e dell'impegno. Relazioni di questo genere sono paragonabili a vere e proprie amicizie.

L’Amore romantico è tipico dell'amore a prima vista, nasce e si sviluppa improvisamente ma solitamente termina con una disillusione. Questo rapporto si basa sull'idealizzazione dell'altro più che sulla sua reale conoscenza e dura solo se la relazione non viene effettivamente vissuta o comunque fino a quando uno dei due non si scontra con una delusione derivante dal confronto con la realtà.

Nell’amore vuoto uno o entrambi i componenti della coppia si impegnano a continuare la relazione in mancanza delle componenti di intimità e passione. Solitamente si tratta di rapporti nella loro fase finale, in cui i partner stanno insieme solo per tener fede a un impegno preso, per decisioni coscienti legate ai figli oppure per considerazioni economiche.

L’Amore romantico tratta della forma tipica delle grandi e intense storie d'amore letterarie e cinematografiche. Spesso la componente impegno non è presente per via di ostacoli o circostanze esterne che impediscono alla coppia di progettare un futuro. 

L’Amore-amicizia è il caso per esempio di quei rapporti che durano da tanto tempo, consolidati sotto il profilo dell'intimità anche se hanno visto lentamente sfumare quello della passione.

Nell’Amore fatuo l'impegno è conseguenza solo della passione senza il supporto dell'intimità e della conoscenza reciproca. È il caso per esempio di matrimoni dettati da decisioni impulsive prese sull'onda dell'infatuazione. Queste relazioni corrono il rischio di frantumarsi quando si troveranno a fare i conti con un impegno non sentito.

L’Amore vissuto è l'amore completo che tutti sognano. Difficile (ma non impossibile) farne esperienza reale e soprattutto mantenerne vive le caratteristiche nel tempo.

Dunque, per coltivare l’unione di coppia vi sono alcuni ingredienti fondamentali, tra cui sicuramente quello di prendersi cura di entrambi i membri. Mantenere degli spazi personali così come quelli di coppia, soprattutto quando ci sono dei figli, è fondamentale.
Bisogna che ci sia un equilibrio tra il dare e il ricevere, altrimenti si creano contrasti quando uno dei due si prende molta cura dell’altro senza ricevere lo stesso. In questo caso si potrebbero creare delle dinamiche di coppia in cui l’uno entra nel ruolo della mamma mentre l’altro fa il figlio.

Infine è importante saper portare avanti il proprio punto di vista e, allo stesso tempo, sviluppare la capacità di mettersi nei panni dell’altro comprendendo anche le sue ragioni. In questo modo la coppia potrà trovare dei compromessi che rispettino i bisogni di entrambi i componenti della coppia.

 

Bibliografia:

  • Battista A., “Come crescere insieme nel rapporto di coppia”.
  • Laurito F., “La Teoria Triangolare Dell’Amore”, 2011.
  • Lo Iacono G., “D'amore e d'accordo - Guida psicologica per la vita di coppia”, 2005, Ed. Erikson.

 

(a cura della Dottoressa Eleonora Mercadante)

 


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