La relazione materna come luogo di apprendimento
Tutte le prime esperienze della vita di un essere umano vengono sperimentate nella relazione con la propria madre. Quello della relazione materna è il luogo di apprendimento per eccellenza: apprendimento comportamentale, comunicativo, relazionale.
Gran parte dei ricordi infantili di ogni individuo vede la presenza di una figura di rilievo che arricchisce di senso, significato ed emozione le scene di vita passata: la mamma. La figura materna rappresenta il primo oggetto d’amore, la prima persona con cui si entra in relazione, la persona con cui si sperimenta la fusione, a cui ci si abbandona completamente, di cui ci si fida e a cui ci si affida senza timori o remore.
Tutte le prime esperienze della vita di un essere umano vengono sperimentate nella relazione con la propria madre: fusione e separazione, vicinanza e allontanamento, approvazione e disapprovazione. Quello della relazione materna è il luogo di apprendimento per eccellenza: apprendimento comportamentale, comunicativo, relazionale.
È ormai conoscenza condivisa e diffusa che i figli apprendono molto più osservando i comportamenti dei genitori, assimilandoli e riproponendoli, che ascoltando qualsiasi discorso. Attraverso azioni, gesti e schemi comportamentali vissuti direttamente su di sé il bambino, fin dai primi mesi di vita, assimila e memorizza dei modi di agire rispetto alle diverse situazioni o contesti, schemi d’azione che diventano una bussola da utilizzare per gestire le situazioni di vita quotidiana, e dalla cui base può poi svilupparsi un personale schema di problem solving.
Ogni comportamento dell’adulto rappresenta per il bambino un contesto di apprendimento rispetto alle modalità di azione e reazione agli eventi, e ciò accade per ogni situazione alla quale il bimbo assiste. E se questo è valido per i comportamenti lo è ancor di più per tutto ciò che riguarda la sfera relazionale ed emotiva. I figli imparano dalle loro madri non solo il modo più adeguato di comportarsi, ma anche come si entra in relazione con gli altri.
Un gesto semplice come cambiare un pannolino trasmette molti più messaggi di quello che si può immaginare: la delicatezza dei movimenti, la presenza o meno del contatto visivo, il tempo che si dedica a questa cura indispensabile, se lo si fa in maniera distratta e sbrigativa oppure con attenzione e rendendolo un momento ludico, per esempio approfittandone per cantare delle canzoncine.
Ogni gesto di cura e accudimento verso un neonato implica attenzione ai bisogni, ascolto delle richieste, condivisione di tempo e spazio, scambi verbali e non; tutto questo rappresenta fonte di apprendimento per il minore. Apprendimento operativo del modo in cui si accudisce un’altra persona, apprendimento relazionale rispetto al modo in cui si entra in contatto con l’altro, apprendimento emotivo rispetto a tutto ciò che implica accudire un altro essere umano: ascolto dei bisogni altrui, rispetto del corpo e delle emozioni dell’altro, valorizzazione dei sentimenti e degli stati d’animo di chi ci sta accanto.
Tutto questo è la base dello scambio fra una madre e un figlio, fra un adulto ed una persona che ha fame di stimoli e di conoscenza, guidato da un’inesauribile curiosità. Questo tipo di scambio è talmente profondo ed intimo da essere unico ed irripetibile: una mamma non avrà le stesse esperienze con due figli, la comunicazione e l’apprendimento che si donano è specifico per ogni diade, perché ogni individuo è diverso e diverse sono le sensazioni e le reazioni che generano vicendevolmente.
Ma anche la madre apprende in questo scambio, impara a conoscere profondamente il carattere e le emozioni del suo bambino e le sue reazioni rispetto al contesto che lo circonda. Dunque la relazione materna è apprendimento unico ed irripetibile; è apprendimento reciproco, poiché entrambe le parti crescono ed aumentano conoscenze e competenze nella relazione; inoltre è un apprendimento che si estende all’infinito, non si circoscrive al solo periodo dell’infanzia ma si protrae a lungo negli anni, e col tempo si modifica ed arricchisce ad ogni scambio, ad ogni tappa di crescita, ad ogni passaggio di vita.
La maternità vista da questa angolazione assume un aspetto molto complesso, che non si riduce ad una serie di azioni ma diventa una costruzione continua, non solo di una diade ma anche di ogni membro di essa, in quanto individuo unico e distinto.
(Articolo a cura della Dottoressa Maria Amati, Psicologa Psicoterapeuta familiare)
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