Principi di psicoterapia pratica (Jung, 1935)
“Una delle antinomie fondamentali si può formulare nel seguente modo: “La psiche dipende dal corpo e il corpo dipende dalla psiche”. Per ambedue i termini di questa antinomia esistono prove lampanti, così che un giudizio obiettivo non potrà dare maggiore peso né alla tesi né all’antitesi. L’esistenza di contraddizioni valide dimostra che l’oggetto dell’indagine presenta alla mente del ricercatore difficoltà insolite e che perciò, almeno per il momento potranno essere fatte asserzioni solo relativamente valide, valide cioè solo in quanto venga precisato su quale sistema psichico verte l’oggetto della ricerca. Giungiamo così alla formulazione dialettica, la quale non significa se non che l’azione psichica procede dall’interazione di due sistemi psichici. E poiché l’individualità del sistema psichico è infinitamente variabile, ne risulta un’infinita varietà di asserzioni relativamente valide. Se l’individualità implicasse una specificità assoluta, se cioè un individuo fosse totalmente diverso da ogni altro individuo, la psicologia come scienza non potrebbe esistere, in quanto consisterebbe in un inestricabile caos di opinioni soggettive. Ma poiché l’individualità è solo relativa, è cioè complementare alla conformità o affinità esistente fra gli uomini, sono possibili asserzioni universalmente valide, ossia constatazioni scientifiche. Queste asserzioni tuttavia, possono riferirsi soltanto a quelle parti del sistema psichico che siano l’una all’altra conformi, cioè comparabili e misurabili statisticamente. E non a ciò che è individuale, unico in un sistema. La seconda antinomia fondamentale della psicologia dice perciò: “Ciò che è individuale non significa nulla nella prospettiva di ciò che è generale, e ciò che è generale non significa nulla nella prospettiva di ciò che è individuale”.(p.8)
Jung C. G. (1935), Principi di psicoterapia pratica, tr. It. In Opere, Boringhieri, Torino, 1981, vol. 16.
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