Fratelli ingrati e rapporti familiari insopportabili (150968)
Isabella, 35
Buongiorno,
scrivo per un problema che i consigli buonisti degli amici e del mio ragazzo non mi hanno finora aiutato a risolvere e non potendo permettermi uno psicologo dal vivo, tento questa carta, alla peggio la mia lettera giacerà cestinata in buona compagnia di tante altre.
Siamo tre fratelli adulti che vivono in città diverse con un padre di 84 anni che per sua scelta da un paio d'anni è assistito da una badante malgrado sia autosufficiente. Nonostante questo restano comunque molte cose da fare la cui responsabilità non può essere sempre lasciata alla badante e di cui uno dei miei fratelli si lava sistematicamente le mani da anni, la situazione peggiora nonostante gli sia stata fatta presente. Non intende aiutarci economicamente, né in altri modi con il pretesto che "ha una famiglia", suo diritto-dovere ma che non gli ho certo detto io di accollarsi che è stata una sua scelta, mentre un genitore da accudire non si sceglie, lo si ha e basta. Preciso che con l'altro mio fratello ci siamo sempre contesi nostro padre per il piacere di averlo con noi fino a che ha voluto viaggiare, mentre il "fratellaccio" non sente affatto il bisogno neppure di chiamarlo, se non per dare una controllata al suo conto in banca.
Abbiamo sospettato che covi dei rancori verso nostro padre di cui essendo chiuso non ci parlerà mai, ma non capisce che se anche così fosse, a farne le spese siamo io e l'altro mio fratello. L'aggravante, che mi spinge a scriverle, è che per amor di buona pace, l'altro mio fratello e mio padre gli fanno gran festa le 48 ore l'anno durante le quali si degna di palesarsi beninteso senza far nulla se non regalini squallidi ed una spesa o due. L'ipocrisia di questa pagliacciata che si ripete all'insegna del "vogliamoci bene" ogni Natale e Ferragosto mi fa veramente rabbia e non riesco a pensarla come l'altro mio fratello, a cui basta dire che dovrà fare i conti con la sua coscienza. In prima linea ci siamo sempre e solo noi con le visite mediche, i controlli ed i patemi d'animo a sprecare pomeriggi di sole all'ospedale per l'ennesimo esame facendo (tra l'altro) la spola con un lavoro bellissimo ma pagato malissimo (nel mio caso). La ciliegina sulla torta è che mio padre ha preso a trattarmi e a rispondermi male (saranno gli esiti di una trombosi e mezzo?) nonostante tutto quello che faccio per lui da vent'anni e a mettere il figlio distante sul piedistallo (forse solo perché il nipote che gli ha dato esorcizza la sua paura della morte?). Mia cognata con cui andavo d'accordissimo, subito dopo il matrimonio si è tramutata in una vera e propria megera che gli ha fatto tagliare i ponti con tutta la famiglia (anche allargata) e con gli amici (che c'entrano poi loro) monopolizzandolo, quindi non posso certo fare appello a lei. E devo dire che ormai ha tutti i sintomi di una persona inglobata da una setta.
Fino ad ora mi allontanavo quando arrivavano loro ma sono stata io naturalmente ad essere tacciata di essere la zia cattiva a cui non piacciono i bambini e le famigliole (scusate se amo studiare e fare sport estremi, se sono diversa e non mi vedo solo come un utero su due zampe).
Quale potrebbe essere la soluzione? Ho pensato di trovarmi un lavoro lontano (fosse facile sono anni che provo) e di rompere i ponti con tutti (perché il fatto che l'altro mio fratello e mio padre non si schierino dalla mia parte, che è poi anche la loro, mi è insopportabile), ma perché dovrei rinunciare anche alle vacanze che posso fare qui visto che non posso mai permettermi le ferie, e rinunciare ad un appartamento che mi spetterà alla sua morte? Vorrei sparire senza dare più notizie di me, so essere molto dura e ce la farei, ma mi chiedo se così facendo non asseconderei il gioco di mio fratello che oltre ad essere ostile è sempre stato anche avido (a meno che i rapporti tra noi non siano mediati da un avvocato).
Ho anche difficoltà ad interpretare il comportamento di mio fratello maggiore che mi ricopre da sempre di doni anche bellissimi (che io non posso mai ricambiare vista la mia imbarazzante situazione economica peggiorata con la crisi) che però non esita a farmi arrabbiare con le sue pigrizie e la sua passività remandomi contro di norma.
Vi ringrazio comunque per avermi letto, un grazie di cuore.
Isabella
Gentilissima Isabella,
il suo caso è una questione molto comune tra le famiglie in cui vi sia un anziano da accudire. Molti sono gli impegni e i compiti a cui fare fronte, con quindi un grande investimento di tempo ed energie. Quando in famiglia i compiti ricadono solo su un figlio nasce spesso un senso di frustrazione e rabbia. Da quel che mi pare di capire, lei e suo fratello maggiore vi occupate in prima persona di vostro padre, mentre l'altro fratello, con figli e famiglia, vive più lontano. In primis è importante che Lei comunichi questa sua insoddisfazione e che faccia presente la sua difficoltà ai fratelli. Ognuno ha delle responsabilità a cui rispondere. Al di là degli impegni personali di ciascuno, vostro padre è lì per tutti e tre. In base alle vostre esigenze e ai bisogni di vostro padre, potete stilare una divisione dei compiti. Magari chi è lontano potrà contribuire solo in maniera economica, tuttavia sarà segno di aiuto e sostegno alla famiglia.
Cara Isabella nella sua lettera leggo una forte insoddisfazione che va oltre l'aspetto familiare. Mi pare di intuire che si senta fortemente svalutata e che abbia bisogno di pensare di più a se stessa, cercando soddisfazione personale. Cerchi di chiarire i suoi bisogni e la divisione dei ruoli e dei compiti familiari, ma investa anche del tempo per ritrovare se stessa e ciò che desidera per il suo futuro.
Non si senta giudicata per le sue scelte personali e viva con più serenità di rapporti con gli altri.
Cordiali saluti,
(Risponde la Dott.ssa Dongiovanni Filomena)
Pubblicato in data 04/06/2012