Scatti d’ira del partner (1524331648729)
Eleonora, 21
Salve, non so se é il portale giusto ma non sapevo a chi chiedere. Sto insieme al mio fidanzato da più di 5 anni, lui é molto dolce e premuroso e gentile e generoso con me, fa di tutto per far sì che io sia felice.
Da qualche anno ha sviluppato però degli scatti d’ira per motivi prevalentemente futili. L’ultimo questa sera. Gli ho detto che eravamo in ritardo, avevamo prenotato una cena e doveva prepararsi, stava giocando alla play. Glielo dico una, due tre volte al che, a 15 minuti dall’orario di prenotazione (e ce ne vogliono minimo 15 per arrivare) si stacca dal monitor e incomincia a prepararsi (era già pronto)... passano 10 minuti io in due secondi ero pronta.
Mi dice di restare tranquilla perchè si stava arrabbiando, mi risponde male, abbiamo un leggero battibecco e io gli dico di non rivolgermi la parola per la restante serata. Partiamo. In macchina lui insiste, io gli dico che doveva sbrigarsi, che aveva prenotato lui, che l’ultima volta che avevamo ritardato mi avevano quasi ceduto il tavolo, che mi aveva canzonato durante la litigata, al che lui incomincia a urlare, bestemmiare, non mi lascia parlare.
Non é la prima volta che capita e mi spavento ogni volta. Non so cosa fare.

Vuoi richiedere una consulenza gratuita online ai nostri Esperti?
Clicca qui e segui le istruzioni. Ti risponderemo al piu' presto!
Cara Eleonora,
sento molta angoscia e un forte coinvolgimento nel suo scritto. Sono felice che lei sia riuscita a parlare di ciò che le sta accadendo, e non c'è dubbio che così facendo abbia fatto la cosa giusta.
Mi parla di un fidanzato devoto e premuroso, il quale poi però alla minima occasione la maltratta verbalmente. So che le parole che uso sono forti, ma anche questa è una forma di violenza. Bestemmiare, urlare contro, non lasciar parlare e deridere non sono comportamenti compatibili con un fidanzato "gentile", poco importa quanto sia " dolce" e "generoso" al di fuori degli scatti d'ira. Mi chiedo anche quanto l'affermazione "fa di tutto per far sì che io sia felice" venga davvero da lei, Eleonora, e quanto sia piuttosto una frase che lui le ripete spesso, come ad ostentarlo e rinfacciarlo. Se prevale il secondo caso, c'è qualcosa che non va.
Mi preoccupa soprattutto una frase del suo fidanzato da lei riferita, che suonerebbe simile a "stai calma perchè mi sto arrabbiando". In questo modo lui sembra spostare su di lei la responsabilità, e indirettamente la colpa, dei propri atteggiamenti aggressivi e oppressivi che la spaventano: questo è assolutamente indebito. Se le emozioni, rabbia compresa, sono qualcosa che possiamo sentire e basta, senza cercarlo e senza volerlo, ciò che poi ne facciamo, come ci comportiamo, come gestiamo le emozioni è interamente responsabilità nostra. Mi sento di raccomandarle di non permettere al suo fidanzato di far ricadere su di lei la responsabilità dei propri comportamenti.
E' corretto se ipotizzo che la sua reazione di non volergli rivolgere la parola per il resto della serata sia un suo modo di tentare di proteggersi? Quali altre modalità utilizza o potrebbe utilizzare per proteggersi?
Non posso fare a meno di notare che lei era molto giovane, poco più di una ragazzina, quando la vostra storia è iniziata. Mi rendo conto che in questa situazione può apparirle difficile immaginare se stessa senza di lui.
Io non conosco approfonditamente la sua situazione, e l'unica persona che ha piena voce in capitolo su di essa è proprio lei: ovviamente non è mia intenzione suggerirle o consigliarle di lasciare il suo fidanzato. Questa però è una delle opzioni a sua disposizione. Un'altra è quella di tentare di coinvolgere il suo fidanzato in una psicoterapia di coppia, sempre che lui riesca a riconoscere l'esistenza di un problema e il bisogno di aiuto, e siate entrambi motivati a cambiare la situazione.
Non è tra le opzioni per lei percorribili, invece, tollerare a oltranza questa situazione, e non lo è reprimere costantemente e sistematicamente le sue opinioni, le sue emozioni e i suoi bisogni, tenere a bada se stessa per compiacerlo e mantenerlo calmo, sempre che lei desideri stare meglio, liberarsi dalla paura e vivere più felice.
Lei non è una graziosa bambola da vezzeggiare e coccolare, ma che si può anche manipolare e maltrattare a piacimento in quanto oggetto: lei è una persona, una giovane donna con una intera vita davanti, che può essere meravigliosa e piena di sorprese.
Buon viaggio.
Pubblicato il 03/05/2018
A cura della Dottoressa Elisabetta Ranghino
Scrivi articoli di psicologia e psicoterapia e ti piacerebbe vederli pubblicati su Psiconline?
per sapere come fare, Clicca qui subito!