Il ruolo dei familiari nella diagnosi dell' autismo
Il 2 Aprile 2017 si è svolta la “Giornata mondiale per la consapevolezza sull'autismo”, indetta dalle Nazioni Unite dal 2007. A tal proposito, citiamo una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista “Autism”, che mette in evidenza il ruolo fondamentale dei membri della famiglia nella diagnosi dei disturbi dello spettro autistico. Secondo questa ricerca, i bambini che hanno fratelli maggiori o frequenti interazioni con i nonni, sono precocemente diagnosticati autistici rispetto a quelli che non ne hanno.
Questo è stato il primo studio a chiedere non solo ai genitori, ma anche amici e familiari che hanno avuto contatti con il bambino, informazioni circa le prime osservazioni del bambino.
I risultati mostrano che circa il 50% degli amici e familiari hanno riferito di aver sospettato che il bambino presentasse una grave condizione ancor prima di sapere della preoccupazione di uno dei due genitori. Le nonne materne e gli insegnanti erano le due principali categorie di relazioni a sollevare per prime delle preoccupazioni.
“Circa la metà dei membri della famiglia e degli amici che hanno riferito di essere preoccupati per un bambino, erano anche riluttanti a condividere le loro preoccupazioni” spiega il ricercatore Joseph D. Buxbaum. “Il nostro lavoro mostra l’importanza del ruolo ricoperto da familiari e amici nella diagnosi precoce di un bambino affetto da autismo. Dal momento che la diagnosi precoce dei Disturbi dello Spettro Autistico è fondamentale per un trattamento efficace, ci auguriamo che lo studio possa configurarsi come un invito all’azione per incoraggiare la famiglia e gli amici a condividere le preoccupazioni tipiche della fase iniziale”.
Per lo studio, i ricercatori hanno condotto un sondaggio online su 477 genitori di bambini affetti da autismo. Inoltre, sono stati effettuati i sondaggi follow up con 196 amici e parenti riferiti dai genitori. I risultati indicano che la struttura familiare e la frequenza delle interazioni con i membri della famiglia hanno avuto effetti significativi sull’età della diagnosi. In particolare, è stato scoperto che la frequente interazione con la nonna ha anticipato l’età della diagnosi del Disturbo dello Spettro Autistico di 5,18 mesi, mentre l’interazione con un nonno ha ridotto l’età della diagnosi di 3,78 mesi.
Alcune ricerche precedenti hanno scoperto che il comportamento dei genitori influenza l’età della diagnosi, ma l’importante risultato di questo studio è che le persone, diverse dai genitori, svolgono un ruolo chiave nel riconoscimento di un problema.
“Molti genitori evitano di chiedere aiuto per il loro bambino, anche se sanno che ciò potrebbe essere sbagliato”, spiega Nachum Sicherman, coautore dello studio. “Spesso ignorano i segni di un grave problema e preferiscono guardare dall’altra parte, rendendo il ruolo dei membri della famiglia e degli amici vitale per accelerare la diagnosi e migliorare le condizioni di un bambino”.
Oltre alle interazioni con nonni e amici, anche la struttura familiare gioca un ruolo importante nella diagnosi. I bambini senza fratelli sono stati diagnosticati autistici dai 6 agli 8 mesi in anticipo, rispetto ai bambini con fratelli. Tra i bambini che avevano fratelli, quelli con fratelli più grandi sono stati diagnosticati circa 10 mesi prima rispetto ai coloro che non ne avevano.
Questo dato suggerisce che i fratelli maggiori possono configurarsi come un utile punto di riferimento, aiutando i genitori a valutare se i fratelli minori raggiungono tutti gli obiettivi di sviluppo.
I risultati dello studio suggeriscono nuove strade per effettuare una diagnosi precoce, che sfruttino i feedback e le conoscenze della famiglia, degli amici e degli operatori sanitari che hanno contatti con i bambini.
Tratto da: sciencedaily
(Traduzione e adattamento a cura della Dottoressa Rubina Auricchio)
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