L'autismo si nasconde in una piega del cervello?
un Marcatore cerebrale precoce dell'autismo: il "sulcal pit"
Gli scienziati hanno identificato un marcatore cerebrale specifico per l'autismo, rilevabile attraverso la Risonanza Magnetica (MRI), che può essere presente a partire dai due anni di età.
L'anomalia così rilevata consiste in una piega meno profonda dell'area di Broca, una regione del cervello specializzata nel linguaggio e nella comunicazione, funzioni alterate nei pazienti autistici. Questa scoperta potrebbe aiutare nella diagnosi precoce e nella gestione dell'autismo.
Lo spettro autistico copre una gamma di disturbi dello sviluppo neurologico (autismo tipico, sindrome o disturbi pervasivi dello sviluppo di Asperger) che colpiscono principalmente le relazioni sociali e la comunicazione. Questi disturbi sono associati con uno sviluppo anomalo del cervello.
Le tecniche di misurazione neuro-anatomica standard non erano riuscite fino ad ora a dimostrare l'esistenza di eventuali marcatori specifici per ciascuno di questi disturbi. Recenti scoperte di neuroimaging, invece, hanno suggerito l'esistenza di un'anormale piega del cervello nei bambini autistici.
I neuroscienziati si sono concentrati su un nuovo marcatore ("sulcal pit") corrispondente al punto più profondo di ogni solco della corteccia cerebrale, da cui si formano tutte le pieghe della superficie cerebrale. Queste si sviluppano molto precoce, probabilmente sotto influenze genetiche; pertanto sono adeguati indicatori adeguati per la differenziazione interindividuale.
Gli scienziati hanno osservato, tramite MRI, i "sulcal pit" di 102 bambini dai 2 ai 10 anni, suddividendoli in tre gruppi: quelli con disturbo autistico, quelli con disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato e bambini con sviluppo tipico.
Confrontando questi tre gruppi, hanno scoperto che nell'area di Broca la profondità massima del "sulcal pit" era inferiore nei bambini autistici rispetto agli altri due gruppi. È interessante notare che questa atrofia specifica è stata correlata con le scarse abilità di comunicazione sociale nei bambini autistici.
Questa anomalia cerebrale tipica dei bambini autistici può quindi costituire un biomarcatore per la malattia, consentendo una sua diagnosi precoce e migliore gestione. Questa è una novità se si pensa che, allo stato attuale, l'autismo può essere diagnosticato solo sulla base di segni clinici, attraverso l'osservazione dei bambini e le interviste ai loro genitori.
Questo studio ha anche consentito una scoperta riguardante lo sviluppo del cervello. Mentre precedentemente si pensava che le pieghe corticali si sviluppassero completamente sin dalla nascita, ora gli scienziati hanno dimostrato che alcune pieghe (le più superficiali) possano diventare più profonde con l'avanzare dell'età.
La ricerca biomedica può quindi contribuire a migliorare la nostra comprensione dei meccanismi della vita.
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