Il virus della mente
Nicola Ghezzani interviene, con un breve articolo, sulla "psicosi" da Corona Virus esplosa nel mondo ed in Italia.
Conti alla mano, io ho circa 2.000 possibilità contro 1 di morire di infarto piuttosto che di Covid-19, il nuovo e insidioso virus comparso in Cina e diffusosi rapidamente in tutto il mondo. Una proporzione che vale per la gran parte dei lettori di questo post. Eppure l'angoscia ha dilagato, come un virus della mente.
Forse, dovremmo studiare la diffusione del panico oltre a quella del virus, e valutare che esso – come ogni sintomo psicopatologico – ha le sue ragioni.
Quali? Come per il panico da terrorismo o da altre malattie contagiose, il panico da virus assolve alla funzione di identificare un "persecutore" nascosto nelle pieghe della nostra vita. Chi sia il persecutore lo deduciamo dall'effetto che consegue: ci raccogliamo nel privato, rallentiamo la vita, ci preoccupiamo delle persone amate. Il panico ci costringe all'essenziale. Mentre dilaga riscopriamo valori che siamo stati costretti ad abbandonare.
Il vero e invisibile persecutore è il mondo che abbiamo costruito, un mondo sociale e affettivo di sfruttamento, competizione, angoscia di sopravvivenza; un mondo da cui sentiamo oscuramente di doverci difendere.
Il virus della mente ci segnala l'intensità del pericolo, ci invita ad essere meno ingenui e meno maniacali, ma intanto devia e rallenta la nostra capacità di capire chi sia il vero persecutore.
(articolo a cura del Dottor Nicola Ghezzani)
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