Antidepressivi ed effetti collaterali
Tra gli effetti collaterali legati alla sospensione da antidepressivi possono presentarsi ansia, depressione, sbalzi d’umore, vertigini, difficoltà di equilibrio, insieme a stanchezza, sintomi simil-influenzali e mal di testa. A questi sintomi si aggiungono spasmi muscolare, nausea, vomito, tremori, insonnia e incubi.
Chiunque guardi abbastanza la televisione ha sicuramente una certa familiarità con la pubblicità dei farmaci: le immagini rappresentano persone sane e felici, la cui gioia di vivere è stata ripristinata dal farmaco, ma niente di ciò che riguarda gli effetti collaterali viene citato o raffigurato in qualche modo.
Fortunatamente, non tutti i farmaci lasciano una scia di sintomi sgradevoli quando vengono sospesi, ma alcuni lo fanno, e gli effetti collaterali annessi alla sospensione possono imitare o addirittura superare quegli effetti che si manifestano durante il trattamento.
Il trattamento con steroidi è noto per provocare tali effetti successivamente alla sospensione, e infatti, raramente, viene sospeso immediatamente.
Meno noti sono gli effetti collaterali dopo la sospensione di antidepressivi; eppure, nonostante questi siano intensi e sgradevoli, sia fisicamente che emotivamente, i pazienti ed i loro medici hanno iniziato a scambiare tali sintomi come una ricorrenza della depressione.
Come per gli steroidi, la sospensione di tali farmaci dev’essere effettuata lentamente e rastremata la dose per molti giorni.
Farmaci come il Paxil, Celexa, Zoloft ed Effexor, che hanno una breve emivita - ossia memorizzati per un breve periodo di tempo nel corpo - tendono a produrre maggiori effetti collaterali legati all’astinenza, rispetto a farmaci come il Prozac che tende a perdurare nel corpo per diverse settimane.
Tra gli effetti collaterali può presentarsi ansia, depressione, sbalzi d’umore, vertigini, difficoltà di equilibrio, insieme a stanchezza, sintomi simil-influenzali e mal di testa.
A questi sintomi si aggiungono spasmi muscolare, nausea, vomito, tremori, insonnia e incubi.
La confusione circa il fatto che l’umore depresso sia una recidiva della malattia o semplicemente un sintomo legato alla sospensione del farmaco può essere dissipata dalla persistenza temporale del sintomo.
Se l’umore depresso, accompagnato da ansia, mal di testa o altre condizioni, si verifica quando viene interrotta l’assunzione del farmaco, si presuppone che la causa sia legata alle proprietà farmacodinamiche della sostanza, piuttosto che ad una ricorrenza del problema originale.
Inoltre i sintomi da sospensione spesso scompaiono nel giro di poche settimane, contrariamente ad una ricaduta allo stato depressivo.
Spesso, i medici, prescrivono un nuovo antidepressivo qualora i sintomi siano intensi, e questi tendono ad essere efficaci quasi immediatamente nel ridurne la gravità.
Inoltre, non tutti gli individui sperimentano i sintomi di astinenza; si pensa che circa il 20% dei pazienti soffre di effetti collaterali, e tale percentuale può variare in base al tipo di antidepressivo utilizzato.
Uno dei motivi principali per cui si manifestano così tanti sintomi, sia mentali che fisici, è che il neurotrasmettitore della serotonina, la cui attività è potenziata dal farmaco, interagisce con altri neurotrasmettitori, come la dopamina e la noradrenalina, nel cervello.
Quando il farmaco viene sospeso, l’attività del neurotrasmettitore non ritorna ai livelli normali di attività pre-trattamento, ma può essere inferiore, causando così tutti i sintomi.
Si ritiene che durante il trattamento antidepressivo, il cervello riduce la sua sensibilità all’attività della serotonina potenziata attraverso il farmaco.
Metaforicamente è come un sordo che è in grado di abbassare il volume del televisore mentre indossa un apparecchio acustico; quando però lo toglie o si stacca, il volume dev’essere nuovamente alzato.
Ci vuole un po’ per consentire all’attività serotoninergica di tornare ad un livello normale dopo la sospensione del farmaco; è durante questo periodo che i sintomi di astinenza si presentano.
Sospendere il farmaco deve essere un’azione eseguita sotto la stretta supervisione di un medico che abbia familiarità con i possibili sintomi che, automaticamente, non vengono interpretati come recidiva.
Anche l’attività che regola il sonno-veglia può alterarsi o interrompersi; una lamentela comune è infatti l’insonnia.
Dal momento che la mancanza di sonno può aggravare la fatica e la sensazione di confusione, si potrebbe optare per delle basse dosi di melatonina al momento di coricarsi.
Naturalmente, dovrebbe essere seguita anche una dieta sana, e alcuni dati raccolti suggeriscono che i carboidrati aumentano la sintesi di serotonina, diminuendo così i sintomi spiacevoli di astinenza.
Mangiare ad esempio 30grammi di carboidrati senza assumere contemporaneamente proteine, permetterà al triptofano di entrare nel cervello e trasformarsi in serotonina.
Pertanto potrebbe rivelarsi utile assumere carboidrati aventi aminoacidi più volte al giorno.
Durante il periodo di sospensione del farmaco, bisognerebbe evitare diete ad alto contenuto di proteine o a bassa contenuto di carboidrati, in quanto queste inibiscono la sintesi della serotonina, e ritardano la ripresa della normale attività neurotrasmettitoriale.
L’esercizio fisico è anche di fondamentale importanza una volta che i sintomi fisici diminuiscono in misura sufficiente da rendere questo possibile.
Molti studi hanno infatti dimostrato che i sintomi depressivi possono essere ridotti dall’esercizio fisico.
(a cura della Dottoressa Giorgia Lauro)
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