I ricordi flashbulb
Le flashbulb memories (FBM o ricordi flashbulb) sono state definite per la prima volta da Brown e Kulik nel 1977 come ricordi fotografici vividi, dettagliati e persistenti del contesto di apprendimento di un evento pubblico, inaspettato e di grande impatto emotivo.
I ricordi flashbulb si caratterizzano per il fatto che gli individui conservano dettagliatamente e a lungo non solo il ricordo dell’ evento ma anche le circostanze in cui si trovavano, l’ attività in corso di svolgimento, la reazione emotiva sia propria che degli altri presenti , la fonte della notizia, il momento della giornata e le conseguenze. (Brown e Kulik, 1977; Neisser e Harsch, 1992).
I primi studi dichiaravano che il contesto di apprendimento di un evento pubblico fosse ricordato in modo vivido per l’effetto della sorpresa e dell’impatto emozionale. Un’ altro aspetto importante è la consequenzialità cioè il fatto che un evento possa produrre conseguenze significative sulla vita dell’individuo o del gruppo sociale di appartenenza.
Quando accade un evento pubblico traumatico, che ha come protagonista un personaggio pubblico (omicidio del presidente Kennedy) gli individui verrebbero colpiti dalla notizia inaspettata quindi l’evento verrebbe immagazzinato nella memoria con dettagli molto accurati e accompagnato da molta sicurezza.
La traccia mnesica verrebbe consolidata in memoria attraverso le reiterazioni dell’accadimento cioè quando il soggetto ne discute con altre persone. (Brown kulik, 1977)
Una delle prime caratteristiche ad emergere dalla definizione stessa di ricordo fotografico è la vividezza: i ricordi fotografici si presentano particolareggiati, dettagliati e ricchi di elementi anche irrilevanti, dotati di quella che Brown e Kulik (1977) definiscono live quality. Proprio il concetto di vividezza è particolarmente discusso in letteratura, essa è tipica di un ricordo fotografico ed è strettamente collegata ad un elevato senso di sicurezza che accompagna gli individui nel ritenere il ricordo corretto e accurato: maggiore è la ricchezza di dettagli che una persona riesce a fornire sul proprio ricordo, maggiore sarà anche la sicurezza che proverà nel ritenere di aver ricordato correttamente.
Uno dei punti centrali e anche maggiormente controversi dell’indagine sul fenomeno FBM si riferisce alla necessità di rilevare l’accuratezza di questi ricordi.
Per accuratezza del ricordo si intende la misura con cui un evento può essere riprodotto in tutti i suoi dettagli anche a distanza di tempo. Trattandosi di ricordi di contesto personale, non esiste una controprova oggettiva di come si siano svolti realmente i fatti, quindi Bohannon e Symons (1992) propongono tre parametri per stabilire con maggiore probabilità l’accuratezza di un ricordo FBM: la quantità o vividezza, il numero cioè di categorie canoniche rievocate, la coerenza nel tempo del ricordo e la confidence, cioè il livello di sicurezza esperita dagli individui.
Di recente il concetto di ricordo flashbulb è stato applicato anche a eventi privati ( Rubin e Kozin, 1984; Tromp, Koss, Figurendo e Tharan 1995)e a eventi traumatici o positivi (Scott e Ponsoda,1996)
(Dott.ssa Angela Chiara Leonino)
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