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I blog di Psiconline

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Parliamo di Psicologia insieme ai nostri amici online...

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I quattro "non riesce" di Miriam

miriam non riesce“Miriam si trova all'estero per una riunione insieme a molti conoscenti e non riesce, poi, a trovare la strada per tornare in Italia.

L'ora è tarda e il cielo è buio, come spesso succede nei suoi sogni.

Miriam non riesce a impostare il navigatore. Se vede un cartello che indica la strada per l'Italia, non riesce a girare se non prima di aver fatto un lungo percorso.

L'auto è difficile da guidare e non ha il freno funzionante, tanto che si trova, uscendo dal parcheggio, in difficoltà a governare l'auto che scende pericolosamente in retromarcia in una strada in discesa.

In auto c’è anche un'amica, anzi due, pur se impossibile considerato che la sua auto ha soltanto due posti.

Il pericolo di uno scontro o di fracassarsi da qualche parte è sempre presente.
L'impossibilità d’impostare il navigatore è simile ad altri sogni, in cui non riesce mai a comporre il numero di telefono per chiamare delle persone care.”

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Il MAR EDIPICO in persona

sognare il mareProtagonista indiscusso dei miei sogni è il mare.

Il mare da sempre inonda le mie notti e, in base ai periodi e ai miei stati d’animo, lo vedo tranquillo o agitato, scuro o limpido.
In linea di massima ho notato che, mentre in un passato recente era spesso scuro e minaccioso, ora è quasi sempre limpido e tranquillo.

Inoltre, mentre prima sognavo di esserci dentro (pur sentendo fisicamente la sensazione di essere in acqua ) o al massimo di guardarlo in barca o in nave (sempre ricorrenti nei miei sogni), ora sogno di guardarlo dall’alto come se io fossi un uccello, un gabbiano che vola sopra ed il mare è quasi sempre di un azzurro e di un verde bellissimi.

Sottolineo che ho un rapporto molto profondo con il mare. Non potrei vivere lontano dal mare. Sin da ragazzina è stato il mio rifugio, il complice dei miei momenti di sconforto, il confidente delle mie più amare delusioni, l’ascoltatore inconsapevole delle mie preghiere più sincere e profonde, dei miei segreti e delle mie disperazioni, l’amico fidato da cui correre e da cui farsi abbracciare con il suo profumo di sale e iodio e con le sue onde incessanti e rassicuranti.

Quando scrivevo, è stato l’ispiratore dei miei primi versi. Il mare m’incute calma ma anche passione, rispetto e ammirazione, oltre che un sacro timore. Mi fa paura tutta questa immensità e quello che si può nascondere nelle sue profondità. Lo amo e lo temo.

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I quattro "non riesce" di Miriam...

strada di casa“Miriam si trova all'estero per una riunione insieme a molti conoscenti e non riesce, poi, a trovare la strada per tornare in Italia.

L'ora è tarda e il cielo è buio, come spesso succede nei suoi sogni.

Miriam non riesce a impostare il navigatore. Se vede un cartello che indica la strada per l'Italia, non riesce a girare se non prima di aver fatto un lungo percorso.

L'auto è difficile da guidare e non ha il freno funzionante, tanto che si trova, uscendo dal parcheggio, in difficoltà a governare l'auto che scende pericolosamente in retromarcia in una strada in discesa.
In auto c’è anche un'amica, anzi due, pur se impossibile considerato che la sua auto ha soltanto due posti.

Il pericolo di uno scontro o di fracassarsi da qualche parte è sempre presente.

L'impossibilità d’impostare il navigatore è simile ad altri sogni, in cui non riesce mai a comporre il numero di telefono per chiamare delle persone care.”

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Ancora a proposito di Fabio... e dei diritti del corpo

macchina nel buioFabio sogna di trovarsi al lato del guidatore della macchina in mezzo al buio, in una strada buia e a fari spenti.
Fabio è solo nell’oscurità e due figure animali attraversano la strada di corsa.
Fabio inchioda istintivamente la macchina nel mezzo della strada, apre la portiera dal lato del passeggero e fa di tutto per far salire quegli animali in macchina.
Mette le quattro frecce e cerca di farli salire perché teme per lo loro incolumità.

Il sogno di Fabio propone un tema di delicata rilevanza e un dilemma del tutto inutile: il rapporto tra la mente e il corpo e il pericoloso, quanto diffuso in Occidente, schema  culturale e religioso che privilegia i diritti della mente e dell’anima sul povero soggetto di vita e di vitalità, “libido”, che è il corpo.   

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Io... e mio padre

io e mio padre“Ero in una strada di campagna … di sassi … molto stretta … in macchina con mio figlio a fianco …
C’erano molti cavalli … liberi … impazziti …
Io correvo … e cercavo di schivarli …
Ne ricordo uno … magro nero … in mezzo all’erba …
Poi sono arrivata in una casa …
Il padrone era li … noncurante …
Io mi sono fermata … l’ho avvisato …
Lui quasi noncurante … ha chiuso il cancello …  e io ho pensato … quei cavalli hanno bisogno di libertà…
Nel sogno io non avevo paura.”

Questo è il sogno di Annalisa: una poesia naturale, una lirica veramente bella che mi piace definire “quando il sogno diventa poesia”.

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